Japan Modern Culture: Studio Ghibli

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Alzi la mano chi non si è innamorata di Howl, lo stregone con il suo castello errante, o che non ha provato tenerezza per Kaonashi, il Senza Volto de "La Città Incantata"... Se anche voi siete tra coloro che amano le produzioni dello Studio Ghibli, allora vi trovate nel posto giusto!

Il Vento Caldo del Deserto

15 giugno 1985: Hayao Miyazaki, Isao Takahata, Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma decisero di fondare 株式会社スタジオジブリ ovvero lo Studio Ghibli Inc. il cui nome fu scelto proprio da Miyazaki con l’intenzione di "creare una tromba d'aria nel mondo dell'animazione giapponese". Le radici affondano nella passione per l’aviazione del regista e sceneggiatore nipponico, infatti "Ghibli" non è solo il vento caldo del deserto del Sahara ma, durante la seconda guerra mondiale l’aereo da ricognizione italiano Caproni Ca.309 era soprannominato proprio “Ghibli”. Curioso, non è vero?

All'inizio nessuno pensava che il progetto sarebbe arrivato al grande successo, perciò per ridurre al minimo il rischio del fallimento, furono impiegati 70 animatori a tempo determinato e la sede dello studio consisteva in un ufficio di 90 metri quadrati a Kichijoji, Tokyo.

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Un successo dietro l’altro

Lo Studio Ghibli iniziò la propria produzione ufficiale con "Laputa - Il castello nel cielo", "Il mio vicino Totoro" e "Una tomba per le lucciole", tre perle d'animazione acclamati dalla critica, ma che all'inizio non riscossero lo stesso successo accumulato nel tempo.

Fu "Kiki - Consegne a domicilio" che ottenne grandi risultati nel 1989 diventando il successo dell'anno al botteghino giapponese. Questo permise di introdurre i contratti a tempo indeterminato all'interno della produzione e ad assumere nuovo personale. Oramai lo Studio contava quasi 300 persone al suo interno e si cominciò a pensare ad una nuova sede proprio durante la produzione di Porco Rosso, la cui qualità non fu eccelsa proprio a causa dell’affollamento in ufficio.

Nel 1992 il nuovo studio, la cui realizzazione fu seguita in prima persona da Miyazaki che ne disegnò l’aspetto finale, fu pronto. Finalmente avvenne il passaggio a Koganai (Tokyo). La computer-generated imagery (CGI), che permette ad un'immagine bidimensionale digitalizzata di essere gestita in ogni tipo di vista tridimensionale, venne introdotta con "Pom Poko".

Nel 1994 e nel 1995 fu distribuito "I Sospiri del mio Cuore" e, sul finire degli anni '90 e i primi anni 2000, lo Studio Ghibli appose la sua firma sui capolavori più amati, raggiungendo il successo meritato anche in occidente: Princess Mononoke (1997), La città incantata (2001) e Il castello errante di Howl (2004), diretti da Hayao Miyazaki.

Il 2006 fu il turno di Gorō, figlio di Miyazaki, a dirigere il film I racconti di Terramare e, due anni dopo, lo Studio Ghibli divenne l'unico studio di animazione giapponese ad usare esclusivamente tecniche di disegno tradizionali per le proprie produzioni.

Purtroppo, nel 2013, in occasione della la 70ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, a seguito della presentazione del 19° film di animazione marchiato Studio Ghibli "Si alza il vento" (The Wind Rises), venne annunciato il ritiro dalle attività cinematografiche di Miyazaki, con conseguente dispiacere dei fans. Il produttore disse che la sua avanzata età non gli permetteva più di seguire le lunghe realizzazioni dei suoi film e così, l'8 novembre 2014 l'Academy gli conferì l'Oscar alla carriera.

Il 2015 fu un anno strano per lo Studio Ghibli: Hiromasa Yonebayashi, regista di "Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento" e di "Quando c'era Marnie" lasciò la produzione. Durante una conferenza a Tokyo, Miyazaki annunciò il suo impegno in un nuovo progetto la cui produzione avrebbe potuto richiedere più di cinque anni di lavorazione. Infatti, nel 2017, attraverso un'intervista al produttore Toshio Suzuki, si venne a sapere che il nuovo lungometraggio sarebbe stato un adattamento del romanzo giapponese del 1937 "Kimi-tachi wa do ikuruka?" di Genzaburo Hoshino.

Non ci resta che attendere quali sorprese ci regaleranno anni di esperienza e passione!

photo credits: tokyotreat.com

Museo Ghibli

Raggiungibile con la linea JR Chuo per la deliziosa cittadina di Mitaka, il museo presenta una varietà di stanze che mescolano lo stile vintage allo steampunk traboccanti di riferimenti al folklore e alla quotidianità giapponese. All’interno esiste anche un cinema dove vengono proiettati cortometraggi inediti di circa 15 minuti.

Inoltre, in diversi periodi dell'anno, vengono allestite esibizioni speciali per periodi limitati di tempo. Procurarsi i biglietti per il Museo non è facile poichè non sono venduti in sede. E' ecessaria la prenotazione parecchio tempo prima attraverso le biglietterie Lawson online o nei minimarket Lawson presenti sul territorio Giapponese, oppure in biglietterie specifiche all'estero dove i biglietti sono messi a disposizione solo per 4 mesi all'anno.

Per ogni informazione specifica e per tutti gli aggiornamenti, potete controllare il sito ufficiale, disponibile anche in lingua inglese qui: http://www.ghibli-museum.jp/en/

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Mostra dello Studio Ghibli a Tokyo

La "Toshio Suzuki and Studio Ghibli Exhibition", la prima mostra dello Studio dopo 3 anni presso il centro di scambio culturale EDOCCO, Tempio di Kanda Myojin a Tokyo. Inaugurata il 20 aprile e in corso fino al 12 maggio, è una tappa obbligatoria per chiunque voglia essere catapultato nell’incantevole mondo Ghibli. Si possono ammirare le illustrazioni e documentazioni che rivelano il dietro le quinte delle trame e dei processi produttivi dei suoi capolavori dalla sua fondazione sino ad oggi.

E’ disponibile anche un ampia zona dedicata al merchandise, tra cui speciali ema e omamori creati in collaborazione con il tempio stesso. Gli appassionati troveranno anche dei menù a tema all’ EDOCCO café come ad esempio il “Makkuro na kuro goma ohagi no ocha set” in omaggio ai Nerini del Buio (Makkuro Kurosuke) o il “Tonari no Kakigori” ispirato al Mio Vicino Totoro.

E’ possibile acquistare i biglietti per la mostra sia in sede che online al costo di 1,300¥ per adulti e 800¥ per gli studenti. Sito ufficiale: https://ghibli-suzuki.com/

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Japan Travel: Character Cafes

[:it]Il Giappone è la terra più ricca di luoghi magici, in ogni senso! Persino fermarsi per uno spuntino può diventare un’esperienza unica immergendosi in un mondo fantastico come quello dei “Character Cafè” sparsi per il territorio. Cosa sono? Particolari tipi di caffetterie a tema che permettono alla clientela appassionata di fumetti ed animazione di assaporare incredibili piatti kawaii in un locale totalmente ispirato ad un preciso personaggio.
Ci sono concept café temporanei che aprono ogni due mesi circa, ma fortunatamente esistono anche quelli permanenti e sono una tappa fondamentale per chiunque abbia voglia di un pizzico di tenerezza.

Character Cafè fantastici e dove trovarli

PomPomPurin Café

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Entrare al PomPomPurin Café è come entrare nella stanza di questo dolce cagnolone, famoso personaggio della Sanrio. Si viene accolti dal giallo e marrone dell’arredamento, un luogo tranquillo e rilassante dove si possono gustare dolci, bevande e specialità di vario genere. All’interno del cafè ci sono i “photo corners”, punti dedicati per poter scattare una fotografia con il pudding preferito! Ci sono anche goods in edizione limitata acquistabili solamente presso lo shop interno.

photo credits: thechibirain, littlemomiji, klawsbykatya, xxakira0412xx

Sito Ufficiale: http://pompom.createrestaurants.com/jp/
Indirizzo:
TOKYO: 〒150-0001 Shibuya, 1-7-1 Jingumae, CUTE CUBE HARAJUKU 3F
OSAKA: 〒530-0012 Kita, Shibata, 1−1−3 Hankyu Third Avenue South Building
NAGOYA: 3 丁目-32-6 Sakae, Naka Ward, Aichi Prefecture 460-0008
YOKOHAMA: Yokohama City Nishi-ku 2-1-5. YOKOHAMA SOTETSU SQUARE

Final Fantasy Eorzea Café

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Final Fantasy Eorzea Café è un piccolo santuario per tutti i fans del famoso gioco della Square Enix FFXIV. Eorzea prende il nome dalla regione in cui il videogioco si svolge. I suoi interni sono finemente decorati ed il café ad Akihabara possiede anche un bar al suo interno in cui poter ordinare bevande alcoliche.
Il cibo e le bevande serviti al bar cambiano continuamente, proprio come nel gioco! Ogni ordinazione dà diritto a ricevere un sottobicchiere da collezione e il locale ha un sistema di raccolta punti con il quale si possono ricevere goods speciali, oltre a quelli che si possono acquistare all’angolo vendite dedicato.
La prenotazione va effettuata almeno due ore prima se si desidera trovare posto in questo spazio.

photo credit:japantravel.com

Sito Ufficiale: https://www.pasela.co.jp/paselabo_shop/ff_eorzea/
Indirizzo:
TOKYO: 2F, 1-1-10 Sotokanda, Chiyoda-ku,
OSAKA: 4F Pasela Resort, 1-4-27 Dotonbori, Chuo-ku, Osaka-fu

Cinnamoroll Café

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Cinnamoroll, cucciolo bianco con le orecchie lunghe, gli occhi azzurri e una coda riccia, è uno dei personaggi più adorabili del marchio Sanrio. L’ambiente di questa caffetteria crea un’atmosfera estremamente rilassante grazie ai suoi colori delicati ed ai suoi piatti irresistibili: qui è possibile infatti assaporare il riso Omu, il filetto alla Stroganoff, la Shortcake speciale e alcuni piatti stagionali. Non manca lo shop con i goods in edizione limitata.

photo credit: rainbowholic, Japan Italy Bridge, rietiru 

Sito Ufficiale: http://www.cinnamorollcafe.com/shinjuku/
Indirizzo: Shinjuku Marui Annex 3 Chome-1-26 Shinjuku, Tokyo 160-0022

Gudetama Café

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Gudetama è un uovo pigro il quale pensa che tutto sia mendokusai (un dolore) e non ha mai alcuna motivazione. E proprio lui è il protagonista del cafè situato al settimo piano di HEP FIVE, un centro commerciale vicino alla stazione Umeda ad Osaka. Riconoscibile grazie ai suoi disegni, questa caffetteria offre un menù squisito in continua evoluzione che riflettere la natura pigra e immotivata del suo personaggio, in un ambiente che combina tutte le tonalità del giallo pastello a grossi peluche di Gudetama nelle sue classiche pose pigre.
Tazze, magneti e gadgets di vario genere sono disponibili per essere acquistati per portare con sé il ricordo dell’esperienza più letargica di sempre!

photo credits: gudetamacafe_hepfive, cafe_shirokuma

Sito Ufficiale: http://gudetama.createrestaurants.com/jp/info.html
Indirizzo: 〒530-0017 Osaka, Kita-ku, Kakuda-cho 5-15, HEP FIVE 7F

Peter Rabbit Garden Café

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Attraverso le tortuose strade di Jiyugaoka a Tokyo si nasconde un piccolo garden café ispirato alle storie raccontate nel mondo di Beatrix Potter il cui protagonista è Peter Rabbit. L’atmosfera all’interno della caffetteria è molto accogliente ed invitante. Le tovaglie a scacchi blu e bianche coprono ogni tavolo che è decorato con i libri dell’autrice da poter leggere e disegnare e, seduti accanto ai clienti, si possono trovare i peluches. I pavimenti e i mobili in legno conferiscono calore all’ambiente mentre alle pareti sono appese varie fotografie. Sugli scaffali troviamo fiori, cesti intrecciati, attrezzi da giardinaggio e piccoli oggetti che evocano immagini della pittoresca campagna inglese. Ogni pietanza del menù è progettata con cura e, naturalmente, c’è una piccola sezione dedicata ai souvenirs se si desidera un piccolo pezzo di dolcezza da conservare come ricordo.

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Sito Ufficiale: http://www.peterrabbit-japan.com/cafe/
Indirizzo: 1 Chome-25-20 Jiyugaoka, 目黒区 Tokyo 152-0035

Pokémon Café

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Avete mai sognato di gridare “Gotta catch’em all!”? Forse non lo potrete fare letteralmente, ma i fans più fedeli troveranno al Pokémon Café la propria gioia. Aperto nel 2018 ed associato al Pokémon Center DX, questo ristorante è spazioso e luminoso, arredato con semplicità e decorazioni minimaliste, con pavimento in legno e grandi tavoli.
Come in ogni character café che si rispetti, sono disponibili cibo e bevande a tema Pokémon, oltre al menù stagionale disponibile solo per un periodo limitato dell'anno. I gadgets unici attirano sempre i collezionisti: infatti solo qui è possibile trovare poke-thermos, peluches di Pikachu in versione cuoco e le famose tazze a forma di Pokéball! A differenza di altre caffetterie, qui è necessaria la prenotazione online anticipata poiché i posti sono molto ricercati.

 

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Sito Ufficiale: https://www.Pokémoncenter-online.com/cafe/
Indirizzo: 2-1-2 Nihombashi | Nihombashi Takashimaya SC East Bldg. 5F, Chuo 103-0027, Tokyo

Shiro-Hige’s Cream Puff Factory

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Un’insegna solitaria con dipinti 3 piccoli Totoro segnala l’esistenza di questo piccolo Café nel tranquillo quartiere di Daita, nascosto tra molte piante e tronchi d’albero. Adorabili bignè ispirati alla famosa creatura dello Studio Ghibli vengono serviti in vari gusti. Dai tradizionali alla vaniglia e al cioccolato, a quelli stagionali al matcha, pesca bianca e fagioli Adzuki. Se però lo stomaco reclama qualcosa in più, basta salire al secondo piano, al Toto Café dove vengono serviti gustosi piatti di pasta accompagnati da caffè ghiacciati.

photo credit: onetheycallbela, eliseaki, cooki3zz

Sito Ufficiale: http://www.shiro-hige.com/main/
Indirizzo: 5-3-1 Daita, Setagaya 155-0033, Tokyo

Shirokuma Café - Polar Bear’s Café

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Shirokuma-san, il grosso orso polare protagonista del manga scritto da Aloha Higa e proprietario di un bar in cui accoglie amici animali e uomini, è anche il personaggio di ispirazione per questa accogliente caffetteria. Tantissimi piatti modellati magistralmente a forma di orso e panda spingeranno i clienti a scattare un sacco di foto, rapiti dalla loro bellezza e tenerezza. Il locale è accogliente e gli ospiti potranno mettersi in posa per altrettante foto ricordo con adorabili personaggi di cartone, mentre i bambini potranno divertirsi nell’angolo a loro dedicato, pieno di giocattoli e una televisione! Non manca il piccolo negozio in cui si possono trovare morbidi peluches, taccuini, magliette, borse, articoli di cancelleria e bento box.

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Sito Ufficiale: http://www.shirokumacafe.net/.en/
Indirizzo: Tokyo-do Shinjuku-ku Takadanobaba 2-1-2 TOHMA takadanobaba 1F

Alice in Wonderland Café - Alice's Fantasy Restaurant

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Cinque ristoranti ispirati al romanzo di Lewis Carroll hanno sedi permanenti in Giappone.
Ognuno di essi è straordinariamente coinvolgente e trasporta i visitatori nei diversi scenari del mondo di Alice. Sono presenti cinque temi tra cui scegliere: il labirinto, fantasyland, il libro fantastico, la terra magica e il vecchio castello. Il menù è strettamente ispirato alla cucina britannica. Per entrare nel paese delle meraviglie è necessaria la prenotazione online oppure è possibile effettuarla di persona recandosi al ristorante qualche giorno prima.

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Sito Ufficiale: http://www.alice-restaurant.com/
Indirizzo:
ALICE IN LABYRINTH (GINZA, TOKYO) 104-0061 東京都中央区銀座8-8-5 太陽ビル5F
ALICE IN FANTASYLAND (UMEDA, OSAKA) 530-0012 大阪府大阪市北区芝田1-8-1D.D.HOUSE1F
ALICE IN FANTASY BOOK (SHINJUKU, TOKYO) 160-0021 東京都新宿区歌舞伎町1-6-2 T-wingビルB2F
ALICE IN MAGICAL LAND (NISHI-SHINJUKU, TOKYO) 160-0023 東京都新宿区西新宿1-5-1 新宿西口ハルクB3
ALICE IN AN OLD CASTLE (IKEBUKURO, TOKYO) 171-0022 東京都豊島区南池袋2-16−8 鈴和ビルB1

Vampire Café

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Un'atmosfera macabra, tende in velluto rosso e lussuosi lampadari catapultano i clienti nell'Europa Medievale, in una vera e propria "casa dei vampiri". All'interno del café c'è addirittura un altare, una bara e una croce investita da un fascio di luce per permettere la totale immersione in quel mondo gotico delle leggende riguardanti le creature della notte. Naturalmente anche il menù è tematico: piatti e cocktails, dai nomi unici, appartengono alla cucina italiana e francese e vengono serviti da uno staff in costume da vampiro.

photo credit: prtimes.jp, ginzavampire

Indirizzo: 7F, La Paix Bldg., 6-7-6 Ginza, Chuo-ku, Tokyo

Moomin House Café

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I Moomin, nonostante appartengano alla tradizione finlandese, hanno trovato anche a Tokyo un modo per accogliere i fans nel loro mondo. L’ambiente ricrea i boschi naturali in cui vivono i Moomin conferendo alla caffetteria quell’aspetto rilassante e senza tempo il cui obiettivo è permettere a tutti di avere un posto in cui riunirsi e dove poter assistere a molti momenti divertenti. Grossi pupazzi abitano la caffetteria e tengono compagnia ai fortunati visitatori che riescono a sedersi accanto a loro. I piatti sono gustosi e come sempre perfettamente presentati per coccolare il cuore di chi cerca un momento di tenerezza.
Il menù più famoso è il "Souvenir Moomin House Pancakes" perchè i pancakes vengono serviti al tavolo assieme a statuine di ceramica come souvenir da portare via con sé.

photo credit: moomincafe.jp, japantravel.com, moomincafe

Sito Ufficiale: https://benelic.com/moomin_cafe/
Indirizzo: 1F Tokyo Soramachi, 1-1-2 Oshiage, Sumida-ku, Tokyo

Square Enix's Artnia Café

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Situato a Shinjuku, Artnia mescola il suo essere negozio di goods ufficiali Square Enix alla caffetteria i cui piatti sono basati sulle prestigiose game serie della società. All'interno è diviso in 3 aree: la "Fancy Area", la zona dedicata al merchandising di Dragon Quest, Final Fantasy e Kingdom Hearts, il vero e proprio "Café&Bar" che occupa la maggior parte dello spazio e la splendida "Luxury Area" situata dietro al bar e progettata in granito nero. Questa zona lussuosa è un vero e proprio museo contenente repliche delle saghe, statue, opere d'arte e gioielli, ma è la fontana che sorge al centro ad essere la vera attrazione di Artnia. Essa contiene un cristallo rosso sospeso all'interno di una cascata che si riversa dentro un piedistallo con tutte le sfere di Materia di vari colori.

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Sito Ufficiale: http://www.jp.square-enix.com/artnia/index
Indirizzo: 1F Shinjuku East Side Square, 6-27-30 Shinjuku, Shinjuku-ku, Tokyo

Maid Café

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Meglio conosciuti come “Meido Kissa”, i maid café sono locali in cui i clienti vengono serviti da cameriere vestite in stile vittoriano, con i loro abiti ricchi di pizzi e merletti. Queste cameriere hanno il preciso compito di soddisfare le richieste dei clienti, tanto che gli avventori sono chiamati “Master” se sono uomini, o “Princess” se sono donne. Questi locali sono per lo più concentrati ad Akihabara e sono sempre ricchi di dettagli estremamente curati. Una volta entrati una Maid accompagnerà al tavolo il visitatore che potrà restare solamente per 1 ora e dovrà scegliere se bere, mangiare o un’altra delle proposte disponibili. Inoltre le cameriere interagiscono di continuo con i clienti e se questi non sono molto loquaci, allora inizieranno a fare balletti e cantare canzoncine. Sono ambienti molto divertenti e spensierati, per una pausa più originale del solito!

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Alcuni dei Maid Cafè più popolari:
At-Home Café, 1-11-4 Sotokanda Mitsuwa Bldg. 4-7F, Chiyoda 101-0021 Tokyo, https://www.cafe-athome.com/info/
MAIDREAMIN, head store: Sumiyoshi BLDG.6F 3-16-17 Sotokanda Chiyoda-ku Tokyo 101-0021 https://maidreamin.com
MELCAFE, 4 Chome-9-9 Nipponbashi Naniwa-ku Osaka-shi, Osaka http://mel-cafe.com


Japan Modern Culture: 令和 ReiWa, la nuova Era

令和: ReiWa, la nuova Era

Esattamente con un mese di anticipo sull'ascesa al trono del Principe Naruhito, il capo segretario di Gabinetto Yoshihide Suga ha annunciato l'inizio della nuova Era per il Giappone.

Reiwa, formato dai kanji 令 (rei) "buon auspicio", "ordinato" e 和 wa "armonia", "pace", riflette l’unità spirituale del popolo giapponese, poiché “la cultura nasce e si nutre quando le persone si occupano amorevolmente le une delle altre”, come ha spiegato il Primo Ministro Shinzo Abe subito dopo l’annuncio.

photo credits: asia.nikkei.com

Il tempo che scorre seguendo l’Era dell’ Imperatore

Nella cultura nipponica, gli intervalli di tempo nel corso della storia sono suddivisi secondo il sistema delle “Ere”, gengō (元号): esso prevede l’uso di due kanji che rappresentano le speranze, gli ideali e i buoni propositi per il periodo a venire, seguito dal numero dall’anno del mandato dell’imperatore. In base a questo sistema, dal 1989 l’era corrente è Heisei 31 (平成31), ovvero il 31esimo anno dell’Era Heisei (31 anni di “raggiungimento della pace” sotto la guida dell’Imperatore Akihito). Dal 1 maggio 2019 saremo ufficialmente nell’Era Reiwa (令和1 - Reiwa 1).

photo credits: tg24.sky.it

Le radici di Reiwa

A differenza di tutte le epoche precedenti i cui nomi si ispiravano alla letteratura cinese, Reiwa affonda le sue radici nel Man’yōshū, 万葉集 “La Raccolta di diecimila foglie”, la più antica collezione di poesia giapponese giunta fino a noi. Gli autori appartengono a tutti i ceti sociali: membri della famiglia imperiale, contadini, soldati, artigiani e monaci. Tale scelta rompe la tradizione di oltre 1300 anni e possiede un valore altamente simbolico per il Giappone Moderno. Si auspica ad un’era di speranza e di unità e, soprattutto, un’era volta alla preservazione della natura. Reiwa affronterà un cammino volto all’armonia per dare forza ad una Nazione che nel corso della storia si è sempre rialzata con orgoglio in ogni avversità e che non si è mai tirata indietro.

Ma come si è deciso per questo nome?

La scelta è avvenuta tra una lista di 30 proposte preparate da esperti di letteratura e storia giapponese e cinese designati dal governo per questo importante compito. La procedura tradizionale prevede che il Governo effettui la scelta finale in una seduta di gabinetto, dopodiché il nome prescelto viene rivelato all’Imperatore in carica e questi prepara il decreto per la proclamazione della nuova Era.

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Naruhito, Imperatore del Trono del Crisantemo

Primogenito dell'attuale imperatore del Giappone Akihito e dell'imperatrice Michiko, Naruhito (皇太子徳仁親王) divenne principe ereditario al trono in seguito alla morte del nonno, l'Imperatore Hirohito nel 1989. Noto per le sue innumerevoli opere caritatevoli e una serie di funzioni imperiali assolte, egli diventerà il 126° Imperatore del Trono del Crisantemo (la monarchia mai interrotta più antica del mondo) il 1° maggio 2019 a seguito dell'abdicazione del padre il 30 Aprile 2019.

Le pagine bianche di un nuovo inizio

La parola Reiwa è così piena di serenità, anche solo nella sua pronuncia! L'armonia, la pace, l'equilibrio che contraddistinguono un popolo come quello del Sol Levante trova così la sua concretizzazione. Proprio negli ultimi giorni ho avuto un’idea fissa nella mente: "un nuovo inizio", ho persino scritto un mio pensiero intitolato "Inizia un nuovo capitolo", ed essermi svegliata con l'annuncio di questa nuova Era, mi ha scossa in positivo. Inoltre dopo aver ascoltato il discorso del Primo Ministro Abe, il mio cuore si è riempito di speranza. Mi piace la proposta di una maggiore apertura riguardante il lavoro per coloro che vengono dall'estero e credo che questo possa portare un futuro prosperoso per il Giappone a livello mondiale.
Lo spirito di coesione, di solidarietà e di pace può sembrare un'utopia, ma deve iniziare dal piccolo, da noi per poi diffondersi come le onde prodotte da un sassolino che cade nell'acqua.


Japan Travel: Ginza

Ginza: costosa, elegante e lussuosa

Situata a Chuō, Ginza (銀座) è la più famosa zona commerciale di Tokyo. Questo lussuoso distretto faceva parte dell’antico quartiere Kyobashi che, insieme a Nihonbashi e Kanda costituivano il nucleo di Shitamachi, il centro originario di Edo-Tokyo. Costruita su un’antica palude bonificata durante il XVI secolo, Ginza deve il suo nome (Silver Mint) all’istituzione di una zecca di monete d’argento (Silver Coin Mint) stabilitasi proprio su questo terreno nel 1612.

photo credit: wikimedia.org

Nel 1872 un devastante incendio distrusse gran parte dell’area ed il governo stabilì che la ricostruzione avrebbe dovuto impiegare mattoni a prova di fuoco per erigere i nuovi edifici e che le strade sarebbero dovute essere migliorate ed ingrandite, in grado di collegare la stazione di Shimbashi a Tsukiji. In questo modo Ginza potè essere designata come un “modello di modernizzazione”. Il design dell’intera zona fu affidato all’architetto irlandese Thomas Waters e così, l’anno successivo, sorse una lunga strada dello shopping in pieno stile occidentale con edifici in mattoni georgiani a due e tre piani che si espandeva dal ponte Shinbashi al ponte Kyōbashi.

Il costo elevato sia per l’acquisto che per la locazione di questi nuovi edifici però, impedì che venissero occupati permanentemente ed inoltre sorse il problema del clima: tali costruzioni non erano indicate per la condizione climatica di Tokyo. Un altro problema consisteva nel design decisamente contrastante con la tradizione giapponese e quindi non molto apprezzata dai visitatori, molto più interessati ad una cittadina in stile Edo e piuttosto che “simile a Broadway”, come la definì lo scritture inglese di guide turistiche Philip Terry.

Nonostante i problemi stilistici, Ginza riuscì a fiorire come simbolo di “civiltà ed illuminazione”, divenendo famosa per le sue ricche vetrine e, nel periodo tra le due guerre mondiali, si diffuse l’abitudine di "ammazzare il tempo a Ginza”. Con il tempo, la maggior parte degli edifici in stile europeo è scomparsa, tra i reduci vi è l’edificio Wakō con la sua iconica Torre dell’orologio Hattori, originariamente costruita da Kintarō Hattori, al cui interno si possono acquistare lussuosi oggetti d’oro.

photo credits: japantimes.co.jp

Shopping e non solo

Una tappa fondamentale per gli amanti dello shopping a Ginza è sicuramente il Ginza Six: Inaugurato nella primavera del 2017, è il più grande complesso commerciale del distretto. Oltre a numerosi piani di cosmetici e moda, vi sono piani dedicati ai cibi e l’interior design, una grande libreria Tsutaya specializzata in pubblicazioni d'arte, un piacevole giardino sul tetto e un teatro Noh nel seminterrato.

Non meno famoso è il negozio della catena di grandi magazzini Mitsukoshi aperto nel 1930 e la cui storia risale all’anno 1673, esso offre prodotti e servizi su dodici piani! Gli appassionati del marchio di abbigliamento Uniqlo troveranno soddisfazione nell’omonimo edificio di 12 piani i quali offrono la più vasta gamma di prodotti al mondo di questo brand.

Ginza però non è solo shopping sfrenato: se si ama il teatro Kabuki, il posto migliore è il Teatro Kabukiza. Imperdibile è un giro al Yurakucho Gado-shita Dining: uno dei punti di ristoro più interessanti di Tokyo che si trova sotto i binari del treno elevato a nord e a sud della stazione di Yurakucho (In giapponese: Gado-shita, ”sotto trave"). Decine di ristoranti sono integrati nel archi di mattoni al di sotto della linea Yamanote che si estendono per oltre 700m! Qui è possibile mangiare cibi tipici, o sorseggiare vini speciali nelle lussuose enoteche francesi.

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Japan Folklore: Nippombashi Street Festa

photo credits: jnto.go.jp

Ad Osaka gli anime e i manga prendono vita

Ogni anno dal 2005, tra primi giorni e la metà di marzo, le strade di Den Den Town situate tra la stazione di Ebisucho e Nihonbashi sono chiuse al traffico automobilistico per il più grande evento cosplay di tutto il Giappone: il Nippombashi Street Festa (日本橋ストリートフェスタ).

Den Den Town è il distretto elettronico di Osaka che, grazie ai suoi negozi di giocattoli, videogiochi e computer, ha iniziato ad attrarre un gran numero di appassionati di manga e anime, trasformandosi ben presto in una delle destinazioni “sacre” per gli Otaku. Ogni anno il festival si arricchisce attirando non solo i cultori a livello locale, ma anche a livello internazionale!

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Il Festival ha inizio!

I preparativi per l’evento hanno inizio all’incirca verso le 11:00 con la chiusura al traffico della strada, alla cui cima è posto il palco principale sul quale si alternano ospiti, cosplayer e sponsor per tutto il giorno.
La cerimonia di apertura comincia alle 12:00 quando per strada si crea un passaggio per la sfilata dei 1.000 cosplayer migliori di tutto il mondo. Dopo la sfilata, i cosplayer si esibiscono e posano per tutti coloro che desiderano avvicinarsi al proprio personaggio preferito. Molti di loro approfittano dell'evento per promuovere i propri account socials, scrivendone l’indirizzo su lavagne bianche o cartelli appoggiati accanto a loro mentre vengono immortalati nelle pose studiate anticipatamente.

Ovviamente l’evento non è aperto solo ai professionisti, ma centinaia e centinaia di persone indossano il proprio costume. Che questo appartenga alla cultura pop, agli anime, ai manga, ai videogiochi o persino ai cartoni animati e personaggi dei fumetti americani (in particolare Marvel, Adventure Time e Star Wars) non ha importanza, quasi 10,000 persone all’anno si trasformano nel proprio eroe! Naturalmente, il festival è gratuito, ma se si desidera partecipare alla parata, è necessaria una quota di iscrizione che si aggira sui 1,500 yen.

L’evento è anche l’occasione perfetta per poter reperire i disegni unici targati Nippombashi Street Festa e goods esclusivi.

photo credits: nippombashi.jp

Il progetto di scambio culturale tra Giappone e Francia e un ambasciatore d’eccezione

Dal 2018, anno del 160° anniversario di amicizia tra Francia e Giappone, è stato promosso il 「Japan-France pop culture Exchange project」al fine di approfondire lo scambio culturale tra manga, animazione, musica e altri aspetti della cultura pop giapponese con la Francia in collaborazione con il「Japan Expo」.

Per divulgare l’evento e renderlo ancora più vivo, KAMIJO, il talentuoso artista giapponese divenuto particolarmente famoso in Francia, è stato scelto come ambasciatore del progetto.

Quest’anno il Nippombashi Street Festa si terrà il 9 marzo e sarà l’occasione perfetta per immergersi non solo nel mondo magico della fantasia, ma anche in quello musicale!


Japan Tradition: Hinamatsuri

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La Festa delle Bambole

Il terzo giorno del terzo mese di ogni anno in Giappone cade una ricorrenza particolare: l’ Hina-matsuri (雛祭り) in cui la sfortuna delle bambine viene trasferita alle bambole e i familiari rivolgono preghiere agli dei affinché venga data salute e bellezza alle proprie figlie. Questa festa affonda le sue radici nel periodo Heian (1650). Le bambole sono sempre state oggetto di credenze particolari in quanto capaci di contenere spiriti malvagi. Durante il cerimoniale dell’ Hina-Nagashi (雛流し, La bambola fluttuante) alcune bambole di paglia venivano posate lungo il corso di un fiume affinché portassero via con se gli spiriti maligni, ancora oggi in qualche zona del Giappone si celebra questo rituale.

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Le Bambole dell’ Hina-dan (雛壇)

L’hina-dan è una piattaforma di 7 gradini coperta da un telo rosso con una striscia arcobaleno sul fondo che prende il nome di hi-mōsen. Sull’hina-dan vengono posizionate le hina ningyo, le bambole tramandate di generazione in generazione e dalla fattura particolare.
Sul primo gradino vengono disposte le bambole che rappresentano la corte imperiale del periodo Heian, l’imperatore e l’imperatrice, con alle loro spalle un piccolo paravento dorato e due lanterna di carta o seta sui lati.
Sul secondo gradino sono poste tre dame di corte che sorreggono il corredo per il sake e sono separate da due piccoli tavolini rotondi (takatsuki) su cui viene posto un dolce di stagione.
Sul terzo gradino si trovano cinque musicisti maschi la cui disposizione segue l’ordine da destra verso sinistra e dipende dal tipo di strumento: musicista seduto con piccolo tamburo, musicista in piedi con un tamburo grande , musicista in piedi con percussioni, un suonatore seduto con il flauto e, infine , un cantante seduto con un ventaglio tra le mani.
Sul quarto gradino è il turno di due ministri: il più giovane è posto sulla destra, il più anziano sulla sinistra entrambi dotati di arco e frecce e separati dai takatsuki.
Sul quinto gradino sono disposti tre samurai protettori dell'imperatore e dell’imperatrice, i quali reggono un rastrello, una paletta e una scopa e le cui espressioni rappresentano pianto, riso e rabbia.
Sul sesto gradino ci sono gli oggetti che la corte usa all'interno del palazzo.
Sul settimo gradino sono infine posizionali gli oggetti che la corte usa quando è lontana dal palazzo.

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Tra kimoni, hishi-mochi e amazake

Durante il festival le ragazze indossano il kimono più bello o si vestono come le bambole. Le feste a tema sono molteplici, ma in ognuna di esse è possibile bere il shirozake, un particolare sake dolce e analcolico a base di amazake (甘酒, un dolcificante ottenuto dalla fermentazione del riso), assaporare gli arare (あられ, dei cracker composti da riso glutinoso e aromatizzati con salsa di soia) e il dolce tipico dell’Hina-matsuri: l’hishi-mochi (菱餅ひしもち). Esso è un composto di riso glutinoso a forma di cubo. È costituito da tre strati colorati ognuno dei quali ha un significato particolare: il verde rappresenta l’erba e simboleggia la salute; il bianco la neve, simbolo di purificazione; ed infine il rosa che rappresenta i fiori di pesco e caccia la malignità. Insieme questi tre colori indicano l'avvento della primavera, quando la neve si scioglie l'erba cresce e iniziano a germogliare i fiori di pesco.


Japan Folklore: Versailles no bara, il manga best-seller

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Nel 1972, Riyoko Ikeda creò quello che è divenuto il manga e, successivamente l’anime, più famoso di tutti i tempi: “Versailles no Bara” (ベルサイユのばら, Le rose di Versailles, conosciuto in Italia come Lady Oscar). La talentuosa mangaka, il cui stile minuzioso ed elegante è arrivato a distinguersi fino ad essere considerata la Maestra degli Shōjo, dovette affrontare il proprio editore prima di vedere la sua idea pubblicata. L’Editore era infatti convinto che un manga biografico con protagonista Maria Antonietta potesse annoiare i lettori. Riyoko Ikeda si impegnò a dimostrare il contrario e nel maggio del 1972 la prima puntata di “Versailles no Bara” apparve sul numero 21 di Shukan Margaret edito da Shūeisha, con cadenza settimanale per un totale di 82 episodi conclusosi nel 1973.

Tra il 1972 ed il 1974 furono vendute 15 milioni di copie, eleggendo così Riyoko Ikeda come la regina dei manga storici.

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La storia delle rose di Versailles e del vento che le travolse

Negli ultimi anni dell'Ancien Régime la giovane Maria Antonietta d'Austria venne promessa in sposa al delfino di Francia Luigi Augusto, nipote di Luigi XV ma suo cugino il duca d'Orleans tramava per ucciderlo ed usurpare il trono. A capo della Guardia Reale c’era Oscar François de Jarjayes, una giovane donna nobile allevata dal padre, il Generale De Jarjayes, come se fosse un maschio in quanto egli desiderava un erede uomo. Al fianco di Oscar c’era un giovane attendente, André Grandier, nipote della governante della famiglia Jarjayes, a cui il Generale aveva affidato il compito di servire e proteggere la figlia. Ricoprendo il suo ruolo, Oscar sventò molti complotti che miravano ad uccidere i due principi, portandola quindi ad essere stimata e considerata un’amica da Maria Antonietta. La capricciosa futura regina, scortata da Oscar ad un ballo di Corte, incontrò il conte svedese Hans Axel von Fersen, del quale entrambe le donne si innamorano.

Alla morte del Re, Maria Antonietta e Luigi XVI divennero sovrani di Francia e, poiché le maldicenze su una presunta relazione tra Fersen e la Regina non tardarono a diffondersi, il conte abbandonò il paese per evitare lo scandalo e si arruolò a sostegno dei rivoluzionari d'America. Maria Antonietta, sempre più infelice e sola, si lasciò così influenzare dalla contessa di Polignac, una donna ambiziosa che diventò la sua favorita e spinse la regina a scialacquare denaro in frivolezze. Dopo alcuni anni il conte di Fersen fece ritorno in Francia e inevitabilmente si riavvicinò a Maria Antonietta che, non riuscendo a controllare i propri sentimenti, fu sul punto di fa scoppiare uno scandalo. Nuovamente il conte lasciò il paese e la regina, a seguito della nascita degli eredi al trono, decise di allontanarsi dalla vita di corte e ritirarsi con i suoi bambini nel Petit Trianon, suscitando l'astio dell'alta nobiltà. Nel frattempo scoppiò il celebre “Affare della Collana” che che gettò le prime ombre sulla reputazione pubblica della regina. Poco dopo, Fersen tornò dall’America e durante un ballo a Corte, Oscar si presentò in incognito vestita per la prima ed unica volta da donna ma, danzando con Fersen, capì che non avrebbe mai potuto sostituire la regina nel cuore del conte svedese e decise che probabilmente era meglio vivere per sempre come un uomo. A seguito del caso del Cavaliere Nero e l’ulteriore tentativo di gettare discredito sulla famiglia reale agli occhi della nobiltà, Oscar abbandonò il comando della Guardia Reale ottenendo dalla regina l’incarico di comandante del reggimento delle Guardie Francesi di Parigi Con lei rimase ancora Andrè che, nonostante fu rifiutato da Oscar dopo averle dichiarato il suo amore, volle restare comunque al suo fianco.

Il Generale Jarjayes si rese conto di aver fatto un errore a destinare la figlia alla carriera militare e iniziò a desiderare che ella si sposasse, così il secondo di Oscar nella Guardia Reale, Girondel, le fece la proposta di matrimonio, ma Oscar non accettò, preferendo i suoi nuovi soldati e i tentativi per guadagnarsi il loro rispetto. La rivoluzione francese era alle porte. Oscar, dopo aver fatto chiarezza nel suo cuore e aver capito di amare Andrè, si schierò con lui dalla parte del popolo e morirono insieme durante i tumulti della presa della Bastiglia il 14 luglio 1789. Gli anni della rivoluzione travolsero Maria Antonietta, fino alla sua esecuzione sulla ghigliottina il 16 ottobre 1793.

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Una sola serie non basta!

Dodici anni dopo la serie madre, Riyoko Ikeda decise di pubblicare una miniserie di 4 episodi intitolati Versailles no bara gaiden (ベルサイユのばら外伝, Le rose di Versailles - storie gotiche) i cui protagonisti sono Oscar, Andrè e la piccola Loulou de La Lorencie, nipotina di Oscar. Gli episodi narrati si collocano tra i volumi 7 e 8 del manga originario. Nel 1987 apparve anche Eikō no Napoleon-Eroika (栄光のナポレオン-エロイカ, Il glorioso Napoleone - Eroika), il seguito ufficiale, il cui titolo "Eroika" fa riferimento alla terza sinfonia di Ludwig van Beethoven, dedicata a Napoleone. In questi 12 volumi si narrano le vicende di Napoleone subito dopo la Rivoluzione Francese: il suo impero, la campagna italiana, la campagna d'Egitto, la battaglia del Nilo, il colpo di Stato del 18 brumaio e l'invasione francese della Russia. Nel corso della narrazione alcune dei personaggi già conosciuti riaffioreranno, ma solamente attraverso dei flashback.

Nel 2006, Riyoko Ikeda ha deciso di prendere nuovamente in mano la matita per realizzare “Berubara Kids”: una divertente rivisitazione in strisce colorate in cui i personaggi di Versailles no Bara riappaiono in versione "chibi" nelle scene chiave. La piccola parodia è stata pubblicata settimanalmente su "Be", supplemento del quotidiano "Asahi Shimbun”.

photo credit: pinterest.it

Le Rose muoiono in bellezza

Il fascino di Versailles no Bara spinse molti musicisti a reinterpretare la celebre “Bara wa utsukushiku chiru“ sigla originale dell’Anime, ma Riyoko Ikeda riconobbe con licenza la versione dei LAREINE. Il primo CD uscì il 1° ottobre 1998 e in numero limitato di copie: solamente 500 con numero di serie di cui i primi 4 erano quelli di proprietà dei componenti del gruppo. Fortunatamente nel 1998 venne riedito e Bara wa utsukushiku chiru divenne ufficialmente il quarto singolo della band. Il 9 febbraio del 2000 uscì l’edizione CD di maggior pregio contenente esclusivamente due tracce audio nelle quali Riyoko Ikeda stessa partecipò in qualità di cantante soprano e ne curò la veste grafica, disegnando anche i costumi del gruppo per il video musicale.


Japan History: Italia e Giappone, 150 anni di amicizia

Italia e Giappone, 150 anni di amicizia

Photo Credits: Ambasciata del Giappone

Nel 2016 si sono celebrati i 150 anni di amicizia tra Italia e Giappone, un legame che affonda le sue radici nel 1866.
Era il 4 luglio quando nel porto di Yokohama approdò una nave militare italiana inviata da Re Vittorio Emanuele II per siglare un trattato di amicizia e commercio, dando così il via ad un rapporto bilaterale. Entrambi i Paesi in quel periodo stavano affrontando lo stesso problema: quello di dover accorciare il più rapidamente possibile la distanza economica che li separava dalle grandi potenze dell’epoca e quindi diventare loro stessi potenze rispettate e temute.

Photo Credits: L'inviato Speciale

Un’ alleanza nel bene e nel male

Dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale e la sua fine, Italia e Giappone subirono la stessa sorte: erano entrambe vincitrici di questo conflitto, ma in un qualche modo si sentivano “tradite” dal Trattato di Versailles. L’Italia soffrì di una vittoria “mutilata” non avendo potuto ottenere i territori che si aspettava; mentre il Giappone ottenne sconfitte al livello diplomatico con il rifiuto delle potenze occidentali di accettare la sua proposta di una clausola di uguaglianza razziale. Inoltre i due paesi erano accomunati dalla grave situazione economica del dopo conflitto che li avrebbe guidati verso il regime totalitario della seconda guerra mondiale (il fascismo). Infatti nel 1937 anche l’Italia si schierò contro la politica comunista russa così come già il Giappone aveva fatto insieme alla Germania di Hitler, firmando il Patto anti-Komintern. L’anno successivo il partito nazionale fascista sbarcò in Giappone, e le opere di Mussolini vennero tutte tradotte in giapponese. In poco tempo venne firmato il Patto Tripartito Germania-Giappone-Italia siglando l’alleanza Roma-Berlino-Tokyo.
Mussolini si occupò di tenere viva questa amicizia, partecipando a numerose visite in territorio nipponico.
Tutti coloro che si rifiutavano di aderire al partito fascista in Giappone venivano internati nei campi adibiti a Nagoya.
A colpire duramente il Giappone furono poi le bombe atomiche sganciate su Nagasaki ed Hiroshima e sia l’Italia che il Giappone dovettero risollevarsi dal disastro che la guerra aveva causato. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale i Paesi attraversarono una radicale trasformazione.

Photo Credits: Il turista curioso.it

Un ponte per sempre

I ponti che si erano stabiliti tra i due paesi si moltiplicarono. Il primo collegamento televisivo intercontinentale attraverso le due emittenti NHK e RAI nel 1970 portarono a nuovi accordi culturali permettendo l’intreccio sempre più stretto di prodotti e stili di vita, dal cibo alle arti marziali e gli scambi linguistici sempre più intensi.

L’influenza reciproca tra le due nazioni si tradusse in opere architettoniche.
L’architetto Kenzo Tange, il quale conferì a Tokyo il suo attuale aspetto, progettò numerose opere in Italia (le torri del quartiere fieristico di Bologna ed il centro direzionale di Napoli), mentre Renzo Piano progettò l’aeroporto di Osaka e il ponte di Ushibuka.

Ancora oggi, Giappone e Italia continuano a camminare fianco a fianco grazie al profondo legame che, nel tempo, si è sempre più rafforzato.

Metropolitan Governement Building Shinjuku Park Tower
Photo Credits: Japan italy Bridge

Ushibuka bridge, Photo Credits: Wikipedia.org