Business Focus: Gli eventi digitali durante la pandemia
Nel 2020 ci siamo imbattuti in un anno davvero particolare e anche per chi come noi lavora nel mondo del marketing c'è stata un'invasione degli eventi digitali. Abbiamo sperimentato nuovi modi di rimanere in contatto, nuovi modi di abbracciarci, nuovi modi di studiare e lavorare. Non sono modi di vivere e lavorare che non avremmo mai dovuto conoscere, anzi! Il 2020, detto proprio in modo positivo, ha accelerato molti di questi processi. Cosa può portarci la pandemia di positivo? Sicuramente, guardando la situazione, possiamo rispondere con “molto poco”, ma cerchiamo di guardare al di là di tutto.
Eventi digitali: le opportunità durante la pandemia
Autore: SaiKaiAngel
Questo 2020 ha fatto in modo che il salto verso il futuro fosse più corto? Sicuramente si! Per quanto riguarda noi di Japan Italy Bridge, per passione o per esigenza, abbiamo fatto in modo di rimanere a galla e continuare a presentare le nostre proposte… online!
Eravamo comunque già organizzati e preparati a questo, visto la frase che abbiamo sempre detto presentandoci “Il futuro è nel digitale”. Ora, siamo sicuri che quella frase, che aspettavamo diventasse patrimonio nostro quotidiano magari tra un po’ di tempo, è invece diventata consueta improvvisamente già da questo momento. Noi di Japan Italy Bridge, quindi, ci impegniamo, in attesa del poterci riabbracciare fisicamente di nuovo, nel costruire e proporvi eventi e situazioni digitali che possano darvi emozioni, se non uguali, ma simili a quelle fisiche.
Abbiamo sperimentato, durante il lockdown, molti eventi online come scuola, lavoro, webinar, meeting vedendoli spesso come qualcosa di inaspettato e più eccitante della presenza online. Questo perchè? Semplicemente perché ci troviamo davanti a qualcosa di nuovo. Prima di abituarci anche a questo, cerchiamo di sfruttare l’entusiasmo in tutta la sua essenza.
Eventi digitali
Parliamo ad esempio degli eventi online. Sì, perchè a parte il lavoro online che abbiamo sempre fatto, gli eventi era l’unica cosa che tenevamo offline e basavamo solamente sulla presenza delle persone. In attesa di farlo nuovamente, abbiamo cercato soluzioni online che potessero effettivamente, per il momento, creare se non lo stesso entusiasmo, qualcosa di simile.
Come si fa ad organizzare un evento online?
Bisogna prima di tutto focalizzarsi sugli invitati, proprio come l’evento in presenza. Bisogna individuare le persone a cui quell’evento può interessare e diventare un collegamento per le aziende che vogliono comunicare il loro lavoro ad altre.
Qual è il principale obiettivo dell’evento online?
Lo scopo degli eventi digitali, come quelli classici, è quello di raggiungere più persone interessate possibili. Bisogna fare in modo di creare per loro la piattaforma ed il luogo giusto per agevolarli al meglio nella loro presentazione e nella loro comunicazione con gli altri partecipanti. L’evento online diventa quindi un favorevole posto in cui scambiarsi opinioni che poi possono diventare strumento di contatto tra le aziende. Una delle cose positive che troviamo in questo è l’abbattimento dei costi organizzativi. Diventa a quel punto completamente gratuito senza problemi di audio, luci, intrattenimento culinario. La cosa più importante è avere una piattaforma in grado di tenere e mantenere l’evento senza problemi e, sicuramente, una buona connessione. Tra le piattaforme più richieste ci sono zoom e meet.
Un’altra cosa assolutamente essenziale è la capacità del creatore dell’evento ad intrattenere gli ospiti facendo in modo che possano essere rispettati spazi e momenti. In questo caso abbiamo bisogno di un bravo “conduttore” che non è molto diverso da quelli che vediamo nei programmi televisivi. Il conduttore deve essere in grado non solo di far rispettare i tempi, ma anche di mantenere alto l’entusiasmo per tutta la durata dell’evento, intervenendo quando la situazione si affievolisce oppure quando diventa troppo accesa. Niente di così diverso dall’evento offline insomma. Questa è la dimostrazione che, il creatore dell’evento, fa parte di un’azienda consolidata e capace di fronteggiare qualsiasi tipo di situazione.
Noi di Japan Italy Bridge, ad esempio, ci focalizziamo sul creare un ponte, come dice il nostro nome, tra Giappone ed Italia. Finchè questo ponte non sarà possibile costruirlo fisicamente, come già abbiamo fatto con i nostri precedenti eventi, due nomi a caso “Japan meets Italy” e “Spindle” , ci teniamo molto a tenere alto l’interesse e la comunicazione fra queste due nazioni. Per questo abbiamo studiato il modo di rendere online ed interessanti i nostri eventi.
Ovviamente, una delle cose che pensiamo possa essere essenziale per un evento digitale, non è il pagamento, ma almeno la registrazione. In questo modo, si riuscirà ad avere non solo una certa moderazione dell’evento, ma anche un modo di comunicare adatto al proprio profilo. L’ospite non si troverà una bolgia di gente a cui non interessa nulla dell’evento, ma solo ed unicamente invitati interessati e entusiasti di partecipare, ascoltare e condividere.
Ascolto e condivisione
Non andiamo tanto lontani dall’evento classico in questo caso, il focus è sempre lo stesso: trovare persone e aziende interessate nella condivisione. Noi tutti sappiamo quanto possa essere difficile mettere in collegamento aziende di diverse nazionalità, ma siamo anche sicuri che Giappone ed Italia abbiano tanto da condividere e da sentirsi uniti, altrimenti non faremmo questo lavoro!
L’evento online non deve fare paura, se guardiamo a questo attentamente, ci renderemo conto che non è così differente dall’evento in presenza.
Quindi di cosa abbiamo bisogno per creare un evento online?
- Individuare persone e/o aziende che possano essere interessate all’evento.
- Creare il giusto ambiente per agevolare la comunicazione tra di loro, magari instaurando per primi un dialogo.
- Lasciare agli invitati il giusto posto e moderare il tempo a loro disposizione in modo da renderlo uguale per tutti.
- Avere un buon interlocutore e gestore dell’evento che possa far rispettare i tempi e tenere alto l’entusiasmo del pubblico.
- Avere la convinzione di fare la cosa giusta, senza farsi spaventare dalla differenza che c’è tra offline ed online.
Digitale e in presenza, molte cose rimangono uguali, una di queste è l’entusiasmo.
Non perdete mai il vostro entusiasmo, è quello che vi permetterà di vivere in modo corretto qualsiasi momento, rendendo l’attesa meno pesante e soprattutto fruttifera. Imparerete a “sentire” l'entusiasmo dell’altra persona e anche a creare nuove connessioni. Fatela diventare una nuova sfida!
Per quanto riguarda noi di Japan Italy Bridge, siamo pronti a continuare a costruire questo ponte anche in versione digitale per poi continuare a farlo di persona.
Business Focus: E-commerce dopo la pandemia
Gli effetti del Coronavirus si stanno ancora facendo sentire, tuttavia non parliamo di casi positivi ma di presenza online ed e-commerce. Continuiamo la nostra rubrica sul Business Focus e oggi parliamo proprio di quanto le piattaforme e-commerce abbiano influenzato questo 2020 e quanto influenzeranno il nostro futuro.
L’importanza degli e-commerce durante e dopo la pandemia
Autore: Erika
Durante questo 2020 abbiamo capito come sia estremamente importante avere una presenza online, per qualsiasi azienda, ancora di più per i negozi. Non solo social media, ma soprattutto gli e-commerce hanno spopolato anche grazie alla pandemia. Con la chiusura forzata dei negozi, infatti, molte attività commerciali si sono ritrovate a dover correre ai ripari.
L’impatto che il blocco ha avuto sulle abitudini di noi italiani, ma anche di tutta la popolazione mondiale, è estremamente evidente. In questi mesi infatti, l’e-commerce è diventato uno dei canali principali per acquistare prodotti essenziali e non senza dover uscire di casa.
Possiamo infatti vedere dai dati come tra febbraio e marzo 2020 le vendite online in Italia sono cresciute significativamente rispetto allo stesso periodo del 2019. I momenti preferiti dagli italiani per fare acquisti sono durante il fine settimana. Proprio a causa dell'epidemia di coronavirus (COVID-19), l'8 marzo le vendite online hanno registrato un incremento del 90% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Alcuni dati
Secondo il Consumer Panel GfK, quasi 4 famiglie italiane su 10 hanno fatto acquisti online per la prima volta a marzo. Mentre, da inizio anno a oggi, sono stati registrati in Italia 2 milioni di nuovi consumatori online (su un totale di 29 milioni).
Tra febbraio e marzo 2020 le vendite online in Italia sono cresciute significativamente rispetto allo stesso periodo del 2019. Infatti, a confronto dei primi sei mesi del 2019, l'importo totale è stato di 700.000 nuovi consumatori.
Secondo una recente indagine condotta da Ipsos sull'impatto della pandemia del Coronavirus sull'atteggiamento e sul comportamento degli individui, in Italia il 31% degli intervistati ha dichiarato che la frequenza di acquisto di beni online è aumentata. D'altra parte, quasi la metà degli intervistati ha dichiarato che la loro frequenza di acquisti online non è cambiata affatto.
Proprio grazie alla pandemia di COVID-19, le piattaforme di retail online hanno subito un aumento senza precedenti del traffico globale tra gennaio 2020 e giugno 2020, superando anche i picchi di traffico delle festività natalizie. Nel complesso, i siti web del commercio al dettaglio hanno generato quasi 22 miliardi di visite nel giugno 2020, rispetto ai 16,07 miliardi di visite globali del gennaio 2020.
Insomma, avere uno shop online è ormai una opzione inevitabile per qualsiasi attività commerciale. Inoltre, secondo gli analisti, il settore del commercio online è quello che crescerà di più nell'economia mondiale, con un incremento calcolato fino al +55%.
Questo è infatti proprio il momento di attrezzarsi e di investire nelle tecnologie digitali e puntare appunto sulla trasformazione digitali. Adattare i propri servizi alla vendita online, è la mossa più intelligente da fare in questo momento storico.
Punti cardine di un e-commerce perfetto
Ormai già sappiamo che il consumatore online è molto più esigente e a volte più diffidente del classico cliente che ci viene a trovare in negozio. Tuttavia la soddisfazione dell’utente è uno dei cardini fondamentali di un buon e-commerce. L’affidabilità e la qualità del servizio, l’interfaccia user-friendly e l’assistenza al cliente sono punti fondamentali.
Non possono inoltre mancare un ottima comunicazione e gestione del marketing specifico per uno shop online. Japan Italy Bridge si occupa non solo di costruire e-commerce di alto livello ma anche di comunicare il vostro marchio online sulle varie piattaforme. Infatti, l’ottimizzazione SEO di un e-commerce e la brand awareness aiutano ad aumentare le vendite ma anche la percezione del marchio stesso da parte del cliente.
In particolare la comunicazione e il marketing sono l’ostacolo più alto da superare ma anche il punto focale per la portata di un e-commerce. Investire in traduzioni professionali e in un team che segua la parte di social e digital marketing aiutano a posizionare il vostro marchio sui motori di ricerca.
Quello che Japan Italy Bridge consiglia, è creare un sistema multicanale vi porterà ad avere un e-commerce vincente e ad aumentare le vostre vendite e i vostri ricavi. Non solo, potreste anche scoprire mercati che prima rimanevano ignorati dalla vostra azienda.
L’esperienza COVID ci ha insegnato che bisogna essere sempre pronti al cambiamento e a differenziare la presenza sulle piattaforme offline e online. Il modo e i mezzi di vendita sono drasticamente cambiati. Il mercato retail virtuale ha infatti ricevuto effetti dirompenti che nessuno fino a poco tempo fa avrebbe mai immaginato. Questo ha avuto un grosso impatto sull’economia e l’organizzazione di molte aziende. Al giorno d’oggi è infatti normale non solo ricevere il cibo da asporto a casa, ma anche altri tipi di materiali.
Dopo l’esperienza della pandemia è diventato fondamentale avere una presenza online. Se la vostra azienda è interessata a costruire un e-commerce o interfacciarsi con il pubblico digitale, potete contattarci e scoprire le offerte riguardo i nostri servizi.
Business Focus: Social Media durante e dopo la pandemia
I social media sono da tempo parte integrante della nostra vita, ma proprio durante questa pandemia mondiale, abbiamo scoperto quanto questo mezzo sia importante.
L’importanza dei Social Media in tempo di pandemia
Autore: Erika
La pandemia di COVID-19 ha stravolto completamente le nostre vite non solo a livello sanitario ma soprattutto nella nostra routine giornaliera. Se c’è qualcosa che abbiamo imparato da questa situazione, è che dobbiamo essere preparati a qualsiasi cosa ci riservi il futuro. Nessun obiettivo infatti è realistico, ma nei nostri piani dobbiamo cercare di avvicinarci il più possibile a quella che sarà la realtà.
Molti si stanno chiedendo come sarà il mondo post COVID-19 e trovare una risposta non è semplice. Tuttavia una cosa è certa, dobbiamo essere pronti a cambiare e aggiustare le nostre strategie di marketing in qualsiasi momento e il digital sembra essere la strada giusta per farlo.
In questo articolo, andremo a vedere come il COVID-19 ha influito sull’utilizzo dei social media da parte delle aziende.
Con il distanziamento sociale, il digital e i social media hanno avuto un impatto di notevole intensità. Infatti, abbiamo notati un boom non solo app di messaggistica e video chiamata, ma anche tutte quelle piattaforme che ci hanno concesso di poter effettuare eventi digitali.
Sia nella nostra vita privata, che in quella lavorativa, la nostra quotidianità è stata toccata e segnata dal cambiamento di molte abitudini. Tuttavia non tutte le conseguenze sono state negative.
La famosa digital transformation, che in Italia era in stallo, ha subito una notevole accelerata proprio grazie a questa situazione mondiale. Spinti dall’impossibilità di continuare con i vecchi metodi, anche i brand più ostinati si sono arresi all’evoluzione digitale della comunicazione.
Cambiano le strategia di social marketing
Le strategie di marketing infatti sono cambiate per adattarsi ai nuovi supporti e strumenti, ma in primis è cambiato il modo in cui le aziende comunicano e si rapportano con i clienti.
In questo periodo di pandemia, il pubblico ha cambiato le proprie esigenze e le aziende hanno dovuto imparare a relazionarsi in una maniera vantaggiosa. Proprio per questo molto aspetto legato al social media marketing sono cambiati in tempo di pandemia.
Passando molto più tempo in casa e bombardati da tutte queste news negative, il pubblico ha avvertito la necessità di sentirsi in qualche modo connesso con il mondo. E’ proprio questo uno degli aspetti fondamentali che ha permesso alle aziende di cogliere al volo le opportunità e le offerte legate alla digital transformation.
Per chi come noi si occupa di Marketing, avrà infatti notato che i tempi di pubblicazione dei post sono stati completamente stravolti. Il COVID-19 ha mescolato parecchio le carte in tavola e se prima si preferiva postare sui social durante in giorni specifici nella pausa pranzo, ora questo periodo si è esteso a tutti i giorni feriali. E’ invece passato in secondo piano quello che noi chiamiamo il “momento dei pendolari”, quindi dalle 17 in poi i social ora sono poco gettonati.
Invece, se prima il fine settimana risultava uno dei momenti peggiori per pubblicare, ora post lockdown la mattina del weekend è diventato uno dei momenti più ricercati.
I social media più visti durante la pandemia
Con il lockdown forzato, i programmi TV sospesi, telegiornali monopolizzati dalle news relative al Coronavirus, il pubblico ha disperatamente bisogno di intrattenimento. Questo ha fatto sì che il pubblico si riversasse sui social media, in particolare su Instagram, YouTube e TikTok alla ricerca di distrazione. Proprio per questo motivo è diventato ancora più fondamentale pubblicare con i tempi giusti.
Anche il volume dei messaggi inviati e ricevuti è cambiato. Nonostante per alcuni settori ci sia stato un calo di pubblicazione dei post, per altre aziende invece il volume è rimasto costante o addirittura è incrementato.
Infatti, alcune aziende hanno aumentato i messaggi rivolti al pubblico durante la pandemia. Per esempio, il settore dell’intrattenimento ha incrementato le proprie attività sui social proprio per offrire distrazione ai cittadini già distrutti dal distanziamento sociale.
Altre aziende invece legati ai settori dello sport e del turismo sono state particolarmente segnate dalla restrizione o sospensione di tutte le attività. Ed è proprio in questi settori dove si è registrato un calo nella comunicazione. Tuttavia questo è stato un passo errato da fare. Potrebbe sembrare la scelta più logica quella di tagliare i fondi legati alla comunicazione in un periodo di crisi come questo, ma in realtà è uno dei gesti più controproducenti che un’azienda possa fare. Ma di questo parleremo in uno dei nostri prossimi articoli.
I social media come strumento per connettere persone durante la pandemia
Sin dall’inizio di questo 2020, abbiamo visto come il nostro stile di vita sia cambiato completamente creando nuove regole per tutti.
Infatti, molte aziende si sono trovate a dover ricalibrare la propria strategia in luce dei fatti avvenuti. Ci siamo domandati molte volte se questo contenuto fosse adatto alla situazione attuale, e molte volte ci siamo trovati a rimuoverlo. In un periodo come questo dove la gente è particolarmente sensibile ad ogni tipo di messaggio, è molto importante controllare ciò che viene condiviso ma ancora più importante è adattarsi ad ogni situazione.
Ascoltare le richieste e i sentimenti dei vostri clienti e identificare le loro esigenze è fondamentale al giorno d’oggi per poter capire come orientare la vostra strategia. La pandemia ha creato un clima di terrore generale e per tale motivo ora il pubblico è alla ricerca di conversazioni positive. La gente si è stufata della negatività e di tutto questo sentimento di preoccupazione legato al COVID19 e cerca distrazione sul social.
A marzo sono aumentati del 1.174% i messaggi che avevano come temi aiutare il prossimo, culminando in 19,5 milioni di messaggi nel corso del mese. In questo periodo ricco di insicurezze, le persone cercano più che mai di connettersi e sostenersi l’un l’altro. I social media sono diventati l’epicentro di questo movimento.
Nel sondaggio #BrandsGetReal di SproutSocial del 2019, è stato individuato che il 91% degli intervistati crede che i social network abbiano il potere di connettere le persone, di cui il 78% vorrebbe che i brand utilizzassero i social network per farli incontrare. Questo sentimento è diventato ancora più forte dopo l’avvento della pandemia.
Riuscire a capire cosa il tuo pubblico desidera e dimostrare loro che la vostra azienda ha capito questo bisogno, è la soluzione migliore per una buona comunicazione anche in questo strano 2020.
Business Focus: Lo strambo mondo del web design giapponese
Vi siete mai chiesti perchè il web design giapponese è così diversi rispetto a quello in occidente?
Lo strambo mondo del web design giapponese
Autore: Erika
Japan Italy Bridge si occupa di offrire servizi per le aziende e parte del nostro lavoro è creare siti web. “Che novità” potreste dire, sì perchè ci sono tante agenzie come noi, ma cosa ci differenzia dalle altre? Beh noi abbiamo la capacità di adattare lo stile e il visual giapponese a quello occidentale e viceversa.
E’ molto molto importante per ogni azienda avere un sito internet che la rappresenti. Tuttavia, spesso capita che lo stile e il design che utilizziamo in Italia non sia propriamente adatto per il linguaggio e il popolo giapponese.
Infatti, se analizziamo anche solo visivamente i siti giapponesi, le differenze saltano subito all’occhio.
Come ben sappiamo, nella maggior parte del mondo occidentale, i siti internet hanno un layout semplice. Infatti, rispetto ai primi anni 200, abbiamo sostituito la miriade di link con un contenuto rilevante e conciso che ci porti velocemente al nostro scopo.
Tuttavia, in Giappone esiste una diversa cultura anche a livello di gusto visual. Infatti, parte dei siti internet sono cambiati pochissimo rispetto ai primi anni 2000. A tal proposito, possiamo proprio vedere come diversi siti siano sovraccarichi di link e informazioni. Questo per un occhio occidentale è totalmente inconcepibile, mentre diventa la norma per un occhio giapponese.
Yahoo era uno dei motori di ricerca più popolari di tutto il Giappone e lo è ancora per tante homepage. Tuttavia, come potete vedere dalle foto, il suo design e layout sono cambiati veramente pochissimo negli ultimi 10 anni
Un’altro esempio è la homepage di Rakuten, il centro commerciale online più grande della nazione.
Rakuten è un po’ l’Amazon dell’Asia e ogni negoziante può personalizzare la propria pagina. Questo risulta in un grande display di varie immagini, banner e pop up su diverse pagine che a volte hanno anche bisogno di lungo tempo per essere scrollate.
Perchè il Web Design giapponese è così?
Ma eccoci alla vera questione, perché il web design in Giappone deve seguire questi determinati canoni di stile? La risposta è semplice. La maggior parte del popolo nipponico è formato da utenti anziani che preferiscono mantenere la tradizione. Questo succede anche nello stile visual di come i siti internet vengono costruiti e vissuti.
Questo rende complicato per le aziende un cambiamento verso uno stile che potremmo definire più internazionale.
Inoltre, la maggior parte degli utenti giapponesi utilizza internet tramite un supporto desktop e non mobile. Quindi anche i maggiori siti internet tendono a mantenere il design corrente, anche per non confondere lo user finale.
Un altro motivo per cui i giapponesi preferiscono questo stile che noi definiremmo “vecchio” è anche per la loro cultura dell’informazione. Infatti, se siete mai stati in Giappone o se vi è mai capitato di vedere alcune immagini del paese, avrete notato che le insegne sono onnipresenti. I giapponesi sono bombardati dai neon luminosi e dalle insegne che raccontano di negozi, offerte speciali e occasioni da non perdere. Questo si traspone anche sui siti internet dove il popolo giapponese preferisce avere tutte le informazioni subito.
Il Caso LINE
Quando l’app di messaggistica LINE (il corrispettivo giapponese di Whatsapp) ha deciso di cambiare e semplificare il layout della loro homepage, il popolo giapponese non l’ha presa benissimo. Infatti, proprio in quel periodo, gli utenti si sono scatenati con review da una stella e con numerose richieste all’azienda di cambiare al vecchio design.
Cambiamento all’orizzonte
Tuttavia, nonostante la preferenza per un approccio più tradizionale, alcune giovani fra i 20 e 30 anni hanno dichiarato di preferire un design più minimal.
Il caso Mercari ne è infatti un esempio. Stiamo infatti parlando di un sito che offre servizi di aste online con un’interfaccia semplice e user friendly. In poco tempo, Mercari ha preso il sopravvento su Yahoo Auctions, l’app più quotata in Giappone per questi servizi.
La storia di questo brand ha messo luce sull’importanza di un buon layout UX, incoraggiando i giapponesi ad assumere nuovi designer in procinto del cambiamento.
Le ditte giapponesi dovranno cominciare ad adattarsi ad un design più moderno non solo per risultare più interessanti per un pubblico più giovane ma anche per diventare più competitive a livello internazionale.
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Business Focus: Influencer Marketing in Giappone, 5 cose da sapere
Abbiamo tutti sentito parlare di Influencer Marketing ma quali sono le differenze in Giappone?
Japan Italy Bridge si occupa di offrire servizi alle aziende nel campo del Digital Marketing e degli eventi. Molte aziende italiane che hanno richiesto i nostri servizi di promozione verso il mercato giapponese, ci hanno domandato quali siano le differenze fra le due nazioni per quanto riguarda l’Influencer Marketing.
Influencer Marketing in Giappone: 5 cose da sapere
Autore: Erika
Per chi non sappia cosa sia l’Influencer Marketing, stiamo parlando di un ramo della promozione che usufruisce dell’utilizzo di bloggers ed influencer con un target specifico di pubblico.
Al giorno d’oggi, questa strategia è uno dei metodi più efficaci in gran parte dei mercati, questo vale anche per quello giapponese. Infatti, l’Influencer Marketing in Giappone gioca un grosso ruolo ma le regole sono diverse rispetto alle nazioni occidentali.
Oggi condividiamo con voi 5 differenze per aiutarvi capire meglio.
La barriera Linguistica
Uno degli aspetti dei social media giapponesi e quindi anche dell’Influencer Marketing, è che tutto deve essere fatto nella loro lingua. Purtroppo, il Giappone è posizionato 49° fra le 88 nazioni e regioni nella classifica dello studio e conoscenza della lingua Inglese. Una scarsa competenza se pensiamo a quanto i giapponesi usano il mezzo social media per informarsi e comunicare.
Proprio a causa di questo, i classici influencer globali come possono essere Chiara Ferragni, Cameron Dallas e altri, non sono così influenti come lo sono in altre nazioni abituate alla lingua inglese. Infatti, a volte risultano quasi sconosciuti rispetto anche a influencer locali con molti meno followers.
Questo porta ad un grosso dilemma per le aziende, utilizzare influencer locali o ignorare completamente il mercato giapponese. E’ vero, il mercato giapponese ora non è così remunerativo come quello cinese. Tuttavia, il Giappone è classificato 3° nella classifica mondiale GDP e questo è un dato troppo importante per ignorare completamente questa nazione e il suo valore di acquisto.
Come detto prima, è vero, gli Influencer giapponesi hanno meno followers rispetto a quelli globali. Tuttavia, proprio perché parlano in una lingua strettamente legata alla cultura del Sol Levante, questo li porta a non avere molti seguaci nel resto del mondo.
Quello che però possiamo capire da questi dati, è che in questo caso l’engagement diventa estremamente importante. Infatti, gli influencers giapponesi sono estremamente più legati al loro pubblico e le interazioni superano di gran lunga quelle occidentali.
Gli hashtag giapponesi richiedono un background culturale
Quando un’azienda lavora col Giappone, deve capire l’unicità di questo paese e della sua cultura. E’ importante quindi lavorare su hashtag corretti e usarli propriamente. Questo ci porterà a trovare la community in target da poter approcciare e riuscire ad ottenere un ritorno sul nostro investimento.
Gli Influencer e i micro-influencer possono essere trovati utilizzando gli hashtag. Tuttavia trovare il corretto hashtag giapponese non è così facile per coloro che non parlano la lingua e non conoscono la cultura. Inoltre, molto spesso, gli hashtag più diffusi sono appunto dei neologismi.
Per esempio #インク沼 è la traduzione diretta di “Palude di inchiostro senza fondo”. Apparentemente tutto ciò non ha alcun senso, se non fosse che “Qualcosa senza fondo” è uno slang internet usato molto dai giapponesi per descrivere quando qualcuno è davvero appassionato di qualcosa. Tuttavia se togliamo il background culturale, questo hashtag perde completamente di significato.
photo credits: @v_sarasara, @tommy_notes_16 , @mizuki___iz
Inoltre, spesso gli hashtag giapponesi possono risultare molto complicati da capire per un occhio occidentale. Questo succede a causa dei tre modi di scrivere la lingua, ovvero il mix di Kanji, Hiragana e Katakana.
Quindi quando usiamo gli hashtag giapponesi, dobbiamo stare attenti a come questi vengono scritti perché la combinazione dei tre modi può portare un significato differente. Nel linguaggio di internet, un hashtag scritto in modo diverso porta anche diversi risultati a livello di numero di pubblico. Infatti questo può influire sul numero di persone che potremmo andare a raggiungere.
Gli Influencer in Giappone sono distribuiti su diverse piattaforme
Anche in occidente, è raro che un influencer abbia la stessa forza su tutte le più popolari piattaforme social. Molti sono popolari solo su Instagram, altri solo su Tik Tok o Twitter. Questo ha ancora più effetto in Giappone con anche la presenza di alcune piattaforme specifiche per la cultura nipponica. Ad esempio, abbiamo NewsPicks che si interfaccia con un pubblico prettamente corporate. Mentre note è un social dedicato interamente ai creatori di contenuti come racconti, tutorial, blog giornalistici e soprattutto manga.
I top Influencers e le agenzie
Come capita anche per l’occidente, molti influencer giapponesi quando cominciano a diventare popolari vengono seguiti da alcune agenzie. Al momento, purtroppo, ci sono pochi influencer che lavorano in modo “freelance”. Quindi, se si vuole lavorare con un influencer che appartiene ad un’agenzia, si deve per forza passare tramite questa.
Tutto ciò comporta dei pro e contro.
Pro
- Accesso ai maggiori influencer
- Si risparmia tempo nel trovare il giusto influencer visto che le agenzie come la nostra coprono questa parte di lavoro per voi
- L’agenzia si occupa di negoziare i contratti e i compensi
In questo caso, il lavoro dell’agenzia diventa quindi un beneficio per l’azienda che si ritrova ad avere un lavoro calcolato su misura per i proprio interessi.
Contro
- Costi superiori
- Minor flessibilità
- I contatti diretti degli influencer rimangono privati
Purtroppo, usando un’agenzia bisogna sottostare alle regole della stessa e queste variano da agenzia ad agenzia.
photo credits: @watanabenaomi703 , @rolaofficial
Post pagati in sordina
Il popolo giapponese è molto severo quando si tratta di onestà e trasparenza. Questa severità viene applicata anche nell'Influencer Marketing in Giappone. Infatti, quando i post a pagamento degli influencer non segnalati come tali, tendono ad essere ignorati dal pubblico e a dare una cattiva impressione.
Tuttavia, non ci sono leggi dirette che regolano la trasparenza di un post sponsorizzato da un Influencer in Giappone. Inoltre, non tutti gli influencer sono a conoscenza del modo giusto di comunicare una partnership.
Per un’azienda, è quindi molto importante educare gli influencer scelti e non lavorare in modo casuale pur di ottenere impressions.
In occidente ormai abbiamo delle linee guida ben definite sull’utilizzo delle sponsorizzazioni tramite Influencer Marketing e queste dovrebbero servire anche per collaborazioni con Influencer giapponesi.
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Japan Meets Italy: Networking aperitivo - 1° edizione
Rieccoci con un nuovo evento organizzato Japan Italy Bridge, stiamo parlando di "Japan Meets Italy: networking aperitivo".
Come ben sapete ormai, lo scopo di Japan Italy Bridge è quello di avvicinare e promuovere le aziende giapponesi in Italia e viceversa. Tramite il digital marketing, la creazione di siti internet e la gestione di eventi, ci proponiamo di aiutare le aziende giapponesi a promuoversi sul territorio italiano ed europeo e viceversa.
Dopo aver parlato con varie aziende del territorio, abbiamo notato una mancanza di momenti per creare nuove connessioni fra le varie società. Per questo motivo abbiamo deciso di creare "Japan Meets Italy: networking aperitivo", un appuntamento ricorrente per dare la possibilità alle società nipponiche del territorio di farsi conoscere, creare nuove connessioni e passare del piacevole tempo insieme.
Il 30 gennaio 2020, abbiamo invitato 30 aziende del territorio a unirsi a noi per una serata all'insegna della condivisione. Il primo incontro tenutosi a TENOHA Milano ha riscontrato un grande successo fra i partecipati. Un momento non solo di allegria e spensieratezza, ma anche una bellissima occasione dove le aziende partecipanti hanno potuto instaurare nuove connessioni. Una serata di networking dove il Giappone ha incontrato l'Italia per rafforzare un'amicizia che dura da più di 150 anni e per far nascere collaborazioni ancora più solide fra le aziende dei due paesi.
Alcune fra le aziende partecipanti hanno condiviso aggiornamenti e presentazioni di progetti in corso per poter generare connessione fra le realtà del territorio.
Vogliamo ringraziare tutte le società e le persone che ci hanno raggiunto per celebrare questa serata. Japan Meets Italy ritornerà in primavera con una nuovissima edizione e molte altre occasioni per potersi conoscere e confrontare.
Per maggiori informazioni e per partecipare alla prossima edizione: angela@japanitalybridge.com
Fotografo: Alberto Moro