Etichetta in Giappone, cosa fare e non fare nella terra del Sol Levante
Sono profondamente influenzata dal mio amore per il Giappone, ma sono convinta che in tutti i Paesi del mondo dovrebbero esistere delle regole di condotta seguite dall'intera popolazione poichè insite nella propria mente.
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Il Sol Levante riesce a mantenere un comportamento impeccabile all'interno dei propri confini. Infatti, l’etiquette a cui si attiene è la stessa che ogni turista deve (o quantomeno dovrebbe) rispettare. Per questo motivo è indispensabile sapere cosa è possibile o si deve fare e non fare in Giappone.
Ecco quindi la nostra guida per voi:
Riciclare e non sporcare!
Quando camminerete per la strada in Giappone non troverete cestini per l’immondizia e nonostante questo, non ci sarà l'ombra di una cartina per terra. Il riciclaggio per i giapponesi è molto importante. La raccolta differenziata è un obbligo ed esistono gli appositi cassonetti verso cui le persone si recano e gettano la spazzatura.
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Non giocare d'azzardo!
Il gioco d'azzardo in Giappone è illegale! C'è un solo modo per gli appassionati a cui non possono resistere alle scommesse: Pachinko.
Il pachinko è praticato in apposite sale in cui i giocatori devono acquistare delle sfere di acciaio per giocare. Esse vanno inserite in una sorta di flipper, oppure nei "pachislot" il cui funzionamento è simile a quello delle slot-machine. In caso di vincita si ottengono ulteriori sfere. Per legge le sfere non possono essere cambiate in contanti all'interno delle sale in cui vengono distribuite. Esse vengono semplicemente cambiate con delle fiches o con dei premi simbolici che potranno poi essere convertiti in denaro all'esterno del locale stesso presso appositi sportelli.
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Togliere le scarpe, mettere le scarpe
Non solo in casa, ma anche in molti ristoranti e edifici storici potrebbe essere richiesto di togliere le scarpe. Assicuratevi quindi di indossare calzini puliti e privi di buchi! Se è piena estate e non avete calzini, è bene averne sempre un paio con voi perchè non è educato entrare in casa a piedi scalzi. Il padrone di casa, di solito, fornisce ai propri ospiti delle pantofole, ma anch'esse andranno tolte prima di camminare sul tatami!
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Visitare templi e santuari
Calma e rispetto sono doverosi. Attenetevi alle tradizioni: all'esterno del tempio, gettate una monetina nella scatola delle offerte e fate una breve preghiera. Se c'è la possibilità di bruciare un incenso (osenko) fatelo spegnendo il bastoncino agitando la mano e non soffiandoci sopra. Se entrate all'interno del tempio, togliete le scarpe e lasciatele negli appositi scaffali o portatele con voi nei sacchettini a disposizione e mi raccomando, togliete i cappelli! Non distraetevi lasciandovi prendere dalla foga del turista, fate attenzione ai divieti, non sempre è permesso fare fotografie.
Quando andate in un santuario invece, è importante recarsi alla fontana della purificazione posta all'ingresso, prendere uno dei mestoli forniti, riempirlo di acqua e sciacquarsi le mani. Successivamente, versate un po' d’acqua nella mano e sciacquatevi anche la bocca sputando poi l’acqua accanto alla fontana.
Entrando, lasciate una monetina nella scatola delle offerte inchinandovi profondamente per due volte, battete le mani altrettante volte, inchinatevi ancora e pregate suonando la campana o il gong (in questo modo si attirerà l'attenzione del dio).
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Cenare fuori casa
Dopo che i camerieri vi avranno accolti e fatti accomodare, vi serviranno acqua o tè gratuitamente e l'oshibori (l'asciugamano umido) per pulirsi le mani prima di mangiare. Dopo di che potrete scegliere i piatti che desiderate dal menù, spesso illustrato per aiutare i turisti poco avezzi alla lingua giapponese.
Non è consuetudine pagare al tavolo. Il conto del pasto viene presentato rivolto verso il basso e si pagherà recandosi alla cassa nel momento in cui si sta per lasciare il ristorante. Mentre uscite è cortesia dire 「御馳走様(でした)!」che si legge: "Gochisou sama (deshita)" e significa "grazie per il pasto delizioso".
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Le buone maniere a tavola!
Come consuetudine e una delle prime regole del bon ton, dopo aver ordinato, è buona educazione attendere che tutti i commensali abbiano ricevuto la propria portata. Poi, si inizia il pasto dicendo いただきます(itadakimasu) cioè "prendo con grande rispetto", che ben si allontana dal nostro "buon appetito". Se ci si trova nella situazione in cui a tavola non sono ancora stati serviti tutti, ma il piatto che abbiamo va consumato immediatamente, allora ci sentiremo dire おさきに どうぞ (osaki ni dōzo, prego vai avanti) o possiamo dire noi おさきにすみません (osaki ni sumimasen, perdonami se vado avanti).
Non avanzate mai del cibo nel piatto, in Giappone è considerato scortese e uno spreco.
Altra cosa importantissima è il modo di utilizzo delle bacchette. Non dovete mai inserire le bacchette in verticale nella vostra ciotola di riso, è una modalità che si utilizza esclusivamente ai funerali! E' bene appoggiare sempre le bacchette sul loro apposito supporto quando le si deve posare e mi raccomando, non passate il cibo dalle vostre bacchette alle bacchette di un altro commensale, anche questa è un'usanza dei funerali in cui le ossa del corpo cremato vengono trasferite in questo modo.
Nel caso in cui dobbiate prendere del cibo da un piatto comune, usate le estremità opposte delle vostre bacchette. In questa immagine ecco tutto ciò da non fare con le bacchette.
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Servizi igienici
In Giappone potete trovare anche i servizi in stile occidentale, soprattutto nei bagni pubblici più recenti e moderni. Essi dispongono per la maggior parte di sedile riscaldato, doccetta (equivalente del nostro bidet) e asciugatore. Ogni WC ha, di solito, due modalità di scarico: "piccolo" (小) e "grande" (大), che differiscono nella quantità di acqua utilizzata. Non sempre però la carta igienica o gli asciugamani vengono forniti nei bagni, perciò è sempre bene portare con sè dei fazzolettini di carta e un asciugamano piccolo (i famosi "tenugui", gli asciugamani di piccolo formato che vedete sempre portare in giro dai Giapponesi e che hanno svariati utilizzi, come ad esempio quello di asciugarsi il sudore d'estate!).
Nei bagni privati ci sono sempre delle pantofole da toilette da utilizzare esclusivamente nel bagno. Dovrete quindi lasciare le vostre pantofole normali fuori dalla porta del bagno ed indossare quelle a disposizione.
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Rispetto sui mezzi pubblici
Sul treno, metro, autobus o qualunque altro mezzo pubblico, non è buona educazione parlare a voce alta ed è bene tenere i telefonini in modalità silenziosa così da non disturbare nessuno.
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Soffiarsi il naso? Oh no!!
Soffiarsi il naso in pubblico è una delle più grandi mancanze di rispetto e un gesto di vera maleducazione perchè significa spargere germi! Per questo motivo, in caso di raffreddore (e non solo), i giapponesi indossano sempre la mascherina.
Una curiosità: le mascherine non servono solo ad evitare epidemie e per la propria salute, ma anche per nascondere le imperfezioni! E’ una buon escamotage, non trovate?
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No al fumo
È severamente vietato fumare in strada, camminando e ovunque non ci siano zone fumatori. In questo modo chi non fuma o non sopporta il fumo, non verrà infastidito. Esiste una polizia speciale che controlla costantemente che la legge venga rispettata e che rilascia multe in caso contrario. Stranamente però nei luoghi chiusi fumare è concesso e non sempre ci sono le zone fumatori e non fumatori separate, purtroppo!
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Inchinarsi
Esistono svariate tipologie di inchino ed ognuna con un proprio significato. Se dobbiamo salutare nelle situazioni informali ci si inchina lievemente, mentre in quelle formali, l'inchino richiede un arco più profondo, soprattutto se la persona davanti a noi è di un rango superiore. Se invece vogliamo ringraziare è sufficiente chinare lievemente la testa, ma anche per scusarsi e in questo caso l'arco di inclinazione varia da lieve (solo la testa), normale (parte del busto, fino ad arrivare ad un angolo di 45°) e grave. In questo caso l'inchino è profondo, in ginocchio con la fronte che tocca il pavimento. Una bellissima guida illustrata sul perfetto modo di inchinarsi è messa a disposizione da Tongufu.com:
photo credits: tofugu.com
Cosa ne dite di queste regole di comportamento? Io trovo che siano molto affascinanti, a parte per il fumo che, non sopportandolo, io lo vieterei proprio ovunque!
Nei vostri viaggi nella terra del Sol Levante avete notato qualcosa di curioso nei modi di fare e non comune in Occidente? Raccontateci le vostre esperienza!
Il Kishiwada Danjiri Matsuri e l'euforia dilagante
Ritorniamo a raccontarvi dei festival giapponesi e oggi parliamo del Kishiwada Danjiri Matsuri.
Ogni anno, generalmente durante un fine settimana a metà settembre, le strade di Kishiwada, piccola cittadina vicina ad Osaka, sono invase dal fervore e dall’euforia del Kishiwada Danjiri Matsuri (岸和田だんじり祭).
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Le celebrazioni ebbero origine nel 1703, ad opera del daimyō Okabe Nagayasu (岡部長泰). Egli pregò gli dei shintoisti per un raccolto abbondante e questo è ancora il significato del festival. Tuttavia, ciò che rende particolare questa celebrazione è che si tratta di una gara di velocità trainando i danjiri.
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I danjiri sono delle tradizionali strutture in legno, intagliati e finemente decorati realizzati da abili falegnami e scultori locali. Questi carri hanno la forma di piccoli santuari contenenti le divinità e, nei giorni del festival, vengono appunto trascinati per le strade del quartiere. Visto il loro peso (possono superare i 3 quintali), il festival è anche considerato un momento per dimostrare il proprio coraggio. Infatti, queste strutture devono essere trainate con il solo aiuto delle corde e a tutta velocità!
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Le celebrazioni del Kishiwada Danjiri Matsuri
Durante le celebrazioni del festival i danjiri coinvolti sono 35, ognuno di essi trainato da un team, rappresentanti il rispettivo distretto della città. Al controllo della struttura, sulla sua cima, c’è il daiku-gata (大工方, maestro artigiano) la cui danza selvaggia serve da incoraggiamento per la propria squadra e la folla. Viste le acrobazie in cui si cimenta, il maestro artigiano rischia costantemente la vita, ma non solo! Come possiamo facilmente immaginare, questo festival è anche pericoloso per tutti gli altri partecipanti a causa della velocità vertiginosa dei danjiri. Le schegge di legno che si lasciano alle spalle e le sgomitate per seguirli costituiscono un pericolo per la folla. Quattro ore di corsa a perdifiato che si conclude con una grande bevuta attorno al proprio carro, a cui vengono appese decine di lanterne di carta.
photo credits: rove.me, Gavin Kealy
Più di 500,000 visitatori arrivano a Kishiwada per vivere il brivido di questa celebrazione, voi cosa ne pensate? Trovate elettrizzante questa parata?[:en]Let's return to talk about Japanese festivals and today we talk about the Kishiwada Danjiri Matsuri.
La città di Nara e i suoi cervi, una meta imperdibile
Continuiamo il nostro viaggio nel Giappone e oggi ci spostiamo a Nara. Capitale dell’omonima prefettura, la città di Nara è situata nella regione del Kansai. Situata a nord della prefettura, i suoi confini sono adiacenti a quelli della prefettura di Kyoto.
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Con otto templi, rovine dei periodi passati e i famosi cervi, Nara rimane non solo una delle città più belle del Giappone ma anche una delle mete più ambite dai turisti. Durante il periodo Nara, la città era la capitale del Giappone e l’imperatore viveva qui prima di spostare la sede a Kyoto.
Il periodo Heian
Durante questo periodo, sono state proposte una numerosa fonte di teorie per l’origine del nome Nara.
Nara e La teoria Nihon Shoki
The Chronicles of Japan, il secondo libro più vecchio sulla storia classica giapponese, dice che la parola Nara deriva da narasu (essere piatti, a livello). Secondo questa teoria, nel settembre del decimo anno dell’Imperatore Sujin, alcuni ribelli scalarono la Nara-yama. Qui con le forze imperiali, si sono uniti per distendere alberi e piante ed è per questo che la montagna è chiamata Nara-yama. Trattandosi della testimonianza più antica, ha anche dei riferimenti nella cultura folkloristica. Essa infatti è considera l’etimologia storica da molti studiosi.
Nara e la teoria della “terra piatta”
Pensata da Kunio Yanagita nel 1936, al momento questa è la teoria più accettata. Questa proposta attesta infatti che “la conformità topografica di un area relativamente piana fra una montagna chiamata Taira nel giappone orientale e hae nel sud di Kyushu, si chiama naru nella regione Chūgoku e Shikoku del Giappone centrale. Questa parola da origine al verbo narasu e all’avverbio e aggettivo narushi”.
Inoltre, questa teoria è supportata anche da alcune parole inserite nei dialetti che si riferiscono ad un area pianeggiante con il nome di naru e naro. A maggiore supporto di questa proposta, troviamo anche l’aggettivo narui, che non è strettamente negli standard giapponesi, ma lo troviamo in utilizzo nelle aree centrali del paese. Il significato di questa parola corrisponde infatti a “gentile”, “pendenze gentili” o “facile”.
Ad ulteriore sostegno di questa sua teoria, Yanagita porta il fatto che molti di questi nomi sono stati scritti con il kanji 平 ("piatto"). Ovviamente il fatto che storicamente Nara era scritto con gli ideogrammi 平 o 平城 va ad ulteriore supporto di questa teoria.
photo credits: chrizyshot, pantoniades
Nara e le querce
Un’altra opinione comune è che Nara derivi dall’ideogramma di quercia (楢). Suggerita da Yoshita Togo, possiamo trovare questa pianta chiamata con questo nome sin dal settimo e ottavo secolo. Infatti, Narahara ad Harima (circa il Kasai di oggi) deriva dall’albero nara, che potrebbe supportare questa teoria.
Il nome Nara preso in prestito dalla Corea
Questa è una curiosità quasi sorprendente. In coreano infatti, nara (나라) significa nazione, regno. Matsuoka Shizuo sosteneva che questa potesse essere una valida origine per il nome della città. Tuttavia non ci sono poche o quasi nessuna traccia del coreano antico, e non c’è alcuna prova che questa parola esistesse nel settimo secolo.
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Le origini
L’imperatrice Genmei nel 708 decise di spostare la corte imperiale nella nuova capitale, Nara. Conosciuta come Heijō o Heijō-Kyō, la città fu la prima capitale permanente del Giappone fino al 784. Successivamente la capitale fu spostata a Nagaoka per forzare le elite metropolitane e nuove tecniche di dinastie che si stavano diffondendo nel paese. Con lo spostamento in questa città, abbiamo anche la nascita dell’omonimo periodo.
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La Religione
Le sei scuole del buddismo di Nara, anche conosciute meglio come Rukushū (六宗) erano una setta accademica di Buddisti. Arrivati in Giappone dalla Corea e dalla Cina nel sesto e settimo secolo, erano controllate dal nuovo governo di Nara.
A causa del coinvolgimento del governo nell’espansione religiosa, troviamo la costruzione di diversi templi nella città. Uno di questi è il sito dei Sette Grandi Templi del sud di Nara. Tuttavia, queste sette miravano a diventare la scuola principale del buddismo della Casa Imperiale del Giappone e della sua nobiltà. A causa proprio della conformazioni di questi templi, le scuole sono state appunto definite le “Sei scuole del sud del buddismo di Nara”.
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I Templi
Avendo stabilito Nara come nuova capitale, anche il tempio del clan Soga fu rilocato. L’imperatore Shōmu ordinò la costruzione del tempio Tōdai-ji e della più grande statua di Buddah in bronzo.
I templi, conosciuti come i Nanto Shichi Daiji, rimasero spiritualmente importanti anche dopo lo spostamento della capitale nel 794. Infatti, Nara ricevette il sinonimo di Nanto (南都 "La capitale del sud").
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Nanto Shichi Daiji
Letteralmente “i sette grandi templi della capitale del sud”, un nome storico comune che si riferisce al complesso di templi buddisti situati in questa città.
- Daian-ji (大安寺)
- Gangō-ji (元興寺)
- Hōryū-ji (法隆寺)
- Kōfuku-ji (興福寺)
- Saidai-ji (西大寺)
- Tōdai-ji (東大寺)
- Yakushi-ji (薬師寺)
Nara divenne una città turistica già nel periodo Edo. Infatti, questi anni videro la pubblicazione di diverse mappe per i visitatori della città.
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La città Moderna
Nonostante sia stata capitale del Giappone dal 710 sino al 794, Nara divenne una città ufficialmente solo il 1 febbraio 1898. Da città di commercio del periodo Edo e Meiji, oggi Nara è una delle principale mete per i turisti grazie anche al suo ricco numero di monumenti. Inoltre, nel Dicembre 1998, la città divenne parte dei siti protetti riconosciuti dall’UNESCO come eredità dell’umanità.
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Il parco e i cervi
Sicuramente, una delle mete più famose è il parco di Nara assieme ai suoi immancabili cervi. Questo, è un parco pubblico istituito nel 1880, situato ai piedi del monte Wakakusa. Sotto il controllo della Prefettura di Nara, questo magico posto è casa per oltre 120 sika o shika, i famosi Cervi di nara.
I visitatori infatti, possono camminare per i prati accompagnati da questi simpatici amici a quattro zampe classificati come “monumento naturale” dal Ministero dell’Istruzione, cultura, sport, scienza e tecnologia.
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Secondo i locali, il cervo di quest’area era considerato sacro e il vassello ideale per una visita da uno dei quattro dei del santuario Kasuga, Takenomikazuchi-no-mikoto. Apparso sul monte Mikasa-yama, si dice fosse stato inviato da Kashima (Ibaraki) a cavallo di un cervo bianco.
Tutt’ora, questi cervi sono considerati simboli sacri e divini del santuario Kasuga e Kōfuku-ji. L’uccisione di uno di questi era considerata delitto capitale e punibile con la morte fino al 1637. Dopo la seconda guerra mondiale, il cervo fu ufficialmente spogliato dal suo stato di divinità e nominato “tesoro nazionale”, quindi soggetto a tutte le protezioni del governo.
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Se passate per questa città, non potete perdere l’occasione di passare del tempo insieme a queste magnifiche creature. E’ possibile anche acquistare degli appositi biscotti per nutrire i famosi cervi di Nara. Essi vi ringrazieranno con un inchino, ma attenzione, l’ingordigia è dietro alla porta, attenti a non farvi mordere!
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Tokyo Disneyland Resort - 3 giorni indimenticabili
Oggi parliamo del Tokyo Disneyland Resort. Walt Disney diceva che Disneyland avrebbe continuato a crescere fino a quando fosse rimasta l'immaginazione nel mondo. Le visioni di un grande uomo hanno accompagnato la nostra infanzia e ancora oggi regalano magia a milioni di persone. I parchi tematici sono da sempre una straordinaria attrattiva che non conosce limiti di età. Il Tokyo Disney Resort è un’ottima alternativa a Disneyland Paris, Disneyland California e Magic Kingdom in Florida.
Se vi trovate in questa incantevole metropoli e avete 3 giorni a disposizioni liberi da impegni e non sapete come trascorrere il vostro tempo, questa guida farà per voi!
photo credits: .tokyodisneyresort.jp
Il parco, situato a Chiba, si divide in due parti: Tokyo Disney Sea Park e Tokyo Disneyland Park. Il nostro viaggio alla scoperta di questo mondo di fantasia inizia proprio dal primo parco a cui abbiamo deciso di dedicare due giornate!
2 giorni al Tokyo Disney Sea Park
Suddiviso in 7 “porti” tematici, il Tokyo DisneySea offre ai visitatori numerose attrazioni, parate, spettacoli, negozi e ristoranti.
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La nostra visita inizia dal Mediterranean Harbor: una bellissima e fedele ricostruzione del Mar Mediterraneo. Qui avrete l’occasione di fare un avventuroso giro sul piroscafo o visitare i romantici canali di Venezia a bordo delle caratteristiche gondole. Se siete appassionati di astronomia e nautica, non dovete lasciarvi scappare la Fortress Explorations. Infatti, attraverso la visita di una fortezza, assisterete a mostre sullo studio dei pianeti, della rotazione terrestre e sul funzionamento degli strumenti che utilizzati a bordo di un galeone.
Un viaggio dall'America all'Australia
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Proseguendo, veniamo trasportati in una New York degli anni venti animata da nuovi immigrati e dalla comunità di pescatori del New England di Cape Cod. Siamo all’ American Waterfront corredato da una ferrovia sopraelevata, un tradizionale American Theatre e un porto tra le cui barche la massiccia Columbia Britannica la fa da padrona! Qui troviamo la Tower of Terror, dove gli ospiti assisteranno alla paurosa storia della tragica scomparsa di Harrison Hightower III dopo il furto di "Shiriki Utundu", un idolo africano maledetto. Se il brivido non è per voi, potete entrare nella S.S. Columbia. Qui avrete la possibilità di interagire con Crush, la tartaruga del film Disney Pixar “Alla ricerca di Nemo”. Tuttavia, il punto forte è sicuramente Toy Story Mania. Di recente costruzione consiste in un giro del Disney California Adventure Park e degli Disney Studios di Hollywood, basato ovviamente su Toy Story.
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Un cinema 4D, sottomarini attraccati e avventure fantascientifiche si incontrano a Port Discovery, ispirato alle visioni di Jules Verne. Un porto in stile spaziale in cui sorgono due società fittizie: il "Center for Weather Control" e il "Marine Life Institute" ispirato al film di animazione Disney Pixar “Alla ricerca di Dory”.
Da Agrabah ad Atlantide
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Siete fans di Indiana Jones? Avete amato le sue avventure e in qualche modo immaginato di viverle? Ora è possibile al Lost River Delta il cui punto di riferimento è un'antica piramide azteca. Grazie ad un’accurata riproduzione di un sito archeologico in una foresta pluviale tropicale dell'America Centrale negli anni '30 vivrete mille avventure tra trappole e templi maledetti!
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Non udite la musica degli incantatori di serpenti? E’ l’Arabian Coast, che unisce l'universo del film Disney “Aladdin” con il mondo di Agrabah e delle mille e una notte. La sua atmosfera e l’architettura mediorientale meritano una sosta: pronti a volare sul tappeto magico?
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Immaginate di camminare per il parco e all’improvviso avere la sensazione di essere sott’acqua per poi trovarsi di fronte al Palazzo del Re Tritone. E’ tutto vero, è la Mermaid Lagoon ispirata al mondo de La Sirenetta! La maggior parte delle giostre in questa zona sono rivolte ai bambini più piccoli.
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Un’esplosione? Lava? Sì, non è un’allucinazione ma il Monte Prometeo, un vulcano “attivo” che fa da location a Mysterious Island! Siamo di nuovo in un mondo di Jules Verne, e precisamente nella tana del Capitano Nemo di 20.000 leghe sotto i mari per affrontare il viaggio al centro della terra!
Sono stati due giorni all’insegna dell’avventura, non è vero? Ora è l’alba del 3° giorno e la nostra meta è Tokyo Disneyland!
1 giornata a Tokyo Disneyland
Esattamente come il DisneySea, Tokyo Disneyland è suddiviso in altrettante zone tematiche, che il viaggio abbia inizio!
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Il World Bazaar è un’area al coperto prettamente commerciale che ci riporta indietro nel tempo. Siamo nella piccola America una città del 20esimo secolo dove i negozi e i ristoranti che fiancheggiano le strade sono in stile vittoriano.
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Siamo a Disneyland quindi non può mancare un’area totalmente dedicata al mondo delle fiabe più amate come Cenerentola, Biancaneve, Dumbo. Ma anche Winnie The Pooh, Le avventure di Topolino, Alice nel Paese delle Meraviglie e Pinocchio, siamo a Fantasyland!
Benvenuti a Toontown
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Ricordate “Chi ha incastrato Roger Rabbit?”del 1988? Nel film “Toontown” era la città in cui vivevano tutti i personaggi dei cartoni animati. Proprio in questa area è stata ricreata in dettaglio. Infatti, si possono incontrare e visitare le loro case!
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Se ci soffermiamo a pensare al nome Tomorrowland, l’immagine che ci viene in mente è quella di un mondo futuristico. Tuttavia, in questo caso Tokyo Disneyland rinuncia ad una visione basata sul realismo e presenta invece temi di fantascienza. Le giostre includono Space Mountain, Star Tours – The Adventures Continue e Buzz Lightyear Astro Blasters.
L'avventura continua
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Un parco senza avventura non è un parco, giusto? Quindi eccoci ad Adventureland! Qui troviamo due aree distinte ma complementari, una a tema New Orleans e l’altra a tema "giungla". È una sorta di combinazione delle aree di New Orleans Square e Adventureland che si trovano a Disneyland Park negli USA.
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Il vecchio West è sempre un’attrattiva senza tempo e potrete rivivere quelle atmosfere a Westernland. Qui paesaggio è dominato dal Rivers of America, una via d'acqua artificiale che ospita la Mark Twain Riverboat, Tom Sawyer Island, numerosi animali sia veri che animatronici.
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L’ultima area del parco è un piccolo lembo di terra la cui attrazione principale è la Splash Mountain. Basato su personaggi, storie e canzoni del film Disney del 1946 "Song of the South", troviamo il classico percorso su tronchi. Inizialmente pacifico, va via via ad aumentare l'emozione concludendosi con una ripida discesa di circa 15 metri. A causa della sua popolarità, Critter Country è estremamente affollata durante il giorno.
I nostri 3 giorni al Tokyo Disney Resort si sono conclusi. Cosa ne pensate di questo piccolo viaggio? Io amo i parchi tematici, li considero un modo per tagliare fuori il mondo per un po’ e vivere delle avventure che normalmente non sarebbe possibile. Quella giusta meraviglia, quel pizzico di adrenalina e tutto il romanticismo che solo il mondo delle favole può darci!
Hiroshima e Nagasaki, per non dimenticare
Hiroshima e Nagasaki, due città simbolo del Giappone che ci ricordano del più grande errore che l'umanità abbia fatto.
La triste eredità di Hiroshima e Nagasaki
Situata a ovest di Honshū e rivolta verso il mare, sorge Hiroshima (広島市) la città portuale più grande del Chugoku.
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Hiroshima
Fondata dal daimyō Mōri Terumoto nel 1589, Hiroshima passò in mano a varie amministrazioni. Nel 1938 diventò una sede bellica di importanza strategica e militare per tutta la seconda guerra mondiale. Nessun bombardamento si abbattè sulla città, fino a quel tragico 6 agosto 1945, alle 08:16:08. "Little Boy", la prima bomba atomica mai usata in un conflitto, fu lanciata dagli Stati uniti sulla città causando migliaia di vittime all'istante. Tuttavia, queste aumentarono nei mesi successivi a cause del fallout radioattivo. Nonostante la radioattività, la città venne ricostruita nel 1949 riacquistando la propria importanza industriale.
I danni causati dalla bomba atomica perdurarono negli anni successivi e nel 1955 fu istituito il centro medico Hijiyama, dove accogliere, studiare e curare i malati. Nei primi anni 70 nacque la "Atomic Bomb Casualty Commission" per il controllo del terreno e dell'aria.
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Nonostante la città fu rasa al suolo in quel tragico giorno, un solo edificio resistette portando per sempre con sé i tristi segni di ciò che avvenne. Stiamo parlando del Genbaku Dome (原爆ドーム, la cupola della bomba atomica). Tuttavia, prima della guerra Il palazzo era la sede dell’antica camera di commercio, oggi è classificato patrimonio mondiale dall’Unesco come testimonianza delle devastazioni delle armi nucleari.
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Visitare Hiroshima
Ciò che la storia ci ha lasciato deve essere un monito per il futuro e sia Hiroshima che Nagasaki ne sono un esempio vivente. A questo proposito, se avete intenzione di visitare Hiroshima, una delle tappe fondamentali è il Parco della Pace. Esso comprende il Museo della Pace e il Cenotafio del memoriale per le vittime della bomba atomica. Quest’ultimo, costruito dall’architetto Kenzo Tange, elenca le vittime della bomba il cui epitaffio recita: "Possano le anime qui riposare in pace, perché l’inferno non sia ripetuto". Non possiamo poi dimenticare la Cupola della bomba.
Per qualunque informazione riguardante l’Hiroshima Peace Memorial Museum potete visitare il sito web ufficiale in inglese.
photo credits: visithiroshima.net
In città possiamo trovare altri interessanti musei, come l’Hiroshima Museum of Art. Qui il museo espone una vastissima collezione di arte moderna europea, dal romanticismo all’impressionismo. Inoltre, l’Hiroshima MOCA (museum of contemporary art) espone le opere di artisti giapponesi e stranieri posteriori alla Seconda Guerra Mondiale.
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Il giardino Shukkei-en ed Castello di Hiroshima
Il giardino Shukkei-en fu costruito nel 1620 durante da Shigeyasu Ueda su ordine di Asano Nagaakira, daimyo del Hiroshima han (feudo). Utilizzato come residenza della famiglia Asano nel 1940, e dato poi alla prefettura di Hiroshima. Situato vicinissimo al punto zero dell’attacco nucleare, lo Shukkei-en subì ingenti danni e successivamente diventò un rifugio per le vittime della guerra. Dopo i lavori di ristrutturazione, riaprì al pubblico nel 1951.
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Strettamente collegato a questo meraviglioso giardino è il Castello. 広島城 Hiroshima-jō, chiamato anche 鯉城 Rijō letteralmente Castello-Carpa. Infatti, l’esterno completamente dipinto di nero, rimanderebbe all’immagine di una carpa nera. Costruito nel 1590, e divenne la dimora del signore del feudo, Mori Terumoto. Distrutto dal bombardamento atomico, fu ricostruito fedelmente nel 1958.
Attualmente è la sede del museo sulla storia e la cultura di Hiroshima circondato da un parco pubblico. Dalla cima del castello, si può godere di una splendida vista sul porto di Hiroshima e l’isola di Miyajima.
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Per scoprire tutte le attrazioni e i meravigliosi templi che sorgono ad Hiroshima, potete visitare il sito ufficiale della città (in inglese).
Nagasaki
Come Hiroshima, anche Nagasaki (長崎市) oggi è un importante centro portuale e di scambi commerciali internazionali.
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Questa cittadina moderna con una florida economia marittima si sviluppò nell XI secolo, espandendosi rapidamente. Nel 1568 il daimyō Ōmura Sumitada, convertitosi al cristianesimo, rese Nagasaki un porto internazionale, aprendola così all'influenza europa. Quando però salì al potere il capo dell’esercito Toyotomi Hideyoshi, la città si trasformò in un incubo per i cristiani. Infatti, il 5 febbraio 1597, 26 persone che professavano la religione cristiana vennero crocifisse. Il cristianesimo fu bandito e si diffusero i kakure kirishitan (隠れキリシタン), i cristiani che professavano la propria fede in gran segreto e clandestinità. Fu solo con la Restaurazione Meiji a metà dell’800 che la libertà di religione fece di Nagasaki il centro del cattolicesimo giapponese. Nagasaki divenne ancora più forte sotto il punto di vista industriale.
Tuttavia, questo segnò anche la condanna di Nagasaki. Il 9 agosto 1945, a tre giorni dal bombardamento di Hiroshima, l’ormai famosa “Operazione Manhattan" da parte degli USA fu attuata. “Fat Man”, la seconda bomba atomica, cadde sulla città.
Trattandosi prettamente di una zona industriale ed essendo la bomba meno potente di quella di Hiroshima, le vittime dell'attacco furono sensibilmente inferiori. Nel 1949 Nagasaki venne rapidamente ricostruita e recuperò tutto il suo prestigio economico.
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Le ferite di Nagasaki
Simbolo della storia del Cristianesimo in Giappone è il Twenty Six Martyrs Museum che pepertua la memoria dei 26 martiri uccisi nel 1597.
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Naturalmente, come ad Hiroshima anche il Nagasaki Atomic Bomb Museum è una tappa fondamentale di questo viaggio. Un memoriale che mostra la città prima e dopo il bombardamento con l’intento di spingere le persone a riflettere su ciò che significa veramente pace e denuclearizzazione. Inoltre esattamente nel luogo dove scoppiò la bomba, sorge il Parco della Pace.
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A 20 km dal porto, si trova Gunkanjima (Isola Hashima, l’isola corazzata), la piccola isola più popolata al mondo, o almeno così era fino agli anni 70. Affinchè potesse accogliere più popolazione possibile, l’isola assunse l’aspetto di una massiccia corazzata. Successivamente, è stata completamente abbandonata diventando un esempio di archeologia industriale che attira gli appassionati di rovine!
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Visitare Nagasaki
Se siete amanti delle viste mozzafiato delle città, imperdibile è la vetta del monte Inasa (稲佐山, Inasayama) che con i suoi 333 metri sorge vicino al centro di Nagasaki. Oltra all’auto e il bus, è possibile utilizzare la funivia per apprezzare appieno le bellezze della natura circostante!
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Naturalmente il Giappone ci ha abituati a splendidi angoli di paradiso come i giardini. Infatti, a Nagasaki troviamo il Glover Garden. Situato sulla collina dove i mercanti occidentali si stabilirono dal 1850, è un vero e proprio museo dove è possibile visitare i palazzi dell’epoca.
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Tra i numerosi templi, spicca qualcosa che non è facile trovare in Giappone. Stiamo parlando della basilica dei Ventisei Santi Martiri del Giappone (日本二十六聖殉教者堂) o Chiesa di Ōura (大浦天主堂 Ōura Tenshudō). Si tratta di una chiesa cattolica, risalente al periodo Edo. Per molti anni è stata l'unico edificio in stile occidentale iscritto nel Tesoro nazionale del Giappone ed è considerata la più antica chiesa del Giappone.
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Dietro la triste storia che accomuna queste due città, c’è la grande forza di un popolo che ha sempre saputo rialzarsi. Hiroshima e Nagasaki sono testimonianze storiche che abbiamo voluto ricordarvi e che troppo spesso vengono considerate come realtà lontane, ma che invece devono fare profondamente riflettere, per non dimenticare ciò che è successo.
Japan Tradition: Akita Kantō
L’Akita Kantō (秋田竿燈まつり) è il festival della città di Akita. Si celebra dal 3 al 7 agosto con lo scopo di pregare per avere un buon raccolto. Questo festival è molto particolare, e per parteciparvi c’è bisogno di avere delle abilità particolari.
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La particolarità dell’Akita Kantō
Se non avete mai avuto la possibilità di assistere a questo matsuri particolare, sicuramente oggi ne rimarrete sorpresi. Infatti, i festeggiamenti consistono del portare in parata notturna lungo le strade della città dei pali di bamboo. E fin qui potrebbe anche risultare semplice, se non fosse che questi pali hanno una lunghezza che varia dai cinque ai 12 metri. Inoltre, in cima a questi, ci sono ventiquattro o ventisei lanterne con annessi gohei (bacchette di legno). Il peso totale di questi pali può arrivare a 50 chili. Essi vengono trasportati per le strade della città sui palmi, le fronti, le spalle o la schiena dei partecipanti.
L’Akita Kantō è uno dei principali festival della regione Tōhoku assieme al Tanabata, l’Aomori Nebuta Matsuri e l’Hanagasa Matsuri. Infatti, nel 1980 è stato definito come Proprietà importante e intagibile della cultura popolare.
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Le Origini
Il festival ha origine dal Neburi Nagashi, celebrazione che aveva lo scopo di liberarsi dalle malattie e dalla negatività durante l’estate. Già presente durante il periodo Horeki, nel mezzo dell’era Edo, si possono trovare testimonianze in diversi documenti storici. Una di queste è "Yuki no huru michi (The road where it snows)” scritto da Soan Tsumura nel 1789. Questo è infatti la documentazione più antica che porta descrizione del Neburi Nagashi. Qui si dice che il festival si teneva il 6 luglio secondo il calendario lunare ed è definito la tradizione originale di Akita.
Durante il Neburi Nagashi, le persone decoravano gli alberi e le piante di bamboo con pezzi di carta dove scrivevano i propri desideri. Successivamente, i partecipanti camminavano per la città con queste piante assieme a candele e lanterne. In seguito, il Neburi Nagashi prese il nome di Kanto.
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La storia dell’Akita Kantō
Il nome attuale dell’evento è stato usato per la prima volta da Tetsusaku Okubo nel 1881. Il questo periodo infatti, l’imperatore Meiji fece visita ad Akita. Qui Okubo suggerì di intrattenere l’imperatore con la performance Kanto.
A causa del cambio del calendario da lunare a solare nel 1872 e visto il numero minore di Kanto che partecipavano al festival, la realizzazione di quest’ultimo cominciò a risultare incerta.
Tuttavia nel 1908 l’imperatore Taisho visitò Akita e si innamorò della performance Kanto. L’anno successivo, una ditta di bibite pullicizò i propri prodotti sulle lanterne dei Kanto. Questi due eventi portarono alla restaurazione del Kanto vestival e al suo cambio di date, per evitare la stagione delle piogge.
photo credits: Laura Tomàs Avellana
A seguito di ciò, il numero dei visitatori aumentò e venne fondata nel 1931 la Kanto Society, incaricata di gestire il festival.
Cancellato durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, nel secondo dopoguerra fu stabilito il Comitato Esecutivo del Kanto Festival.
Nel 1976, dopo una performance di successo a San Diego, negli USA, il Kanto divenne popolare in varie nazioni.
Cos’è il Kantō
Letteralmente, Kantō vuol dire “un palo con le lanterne” ed è fatto da pali di bamboo e lanterne in carta di riso, appese su barre orizzontali.
Il palo di bamboo principale è chiamato “Oyatake” e sono tutti prodotti in Giappone e dalle fattezze alquanto spesse. Ci sono addirittura delle regole molto severe sullo spessore e sugli spazi di giunzione dalla radice per questi pali.
Per questo, le persone che scelgono il palo devono essere molto esigenti sul tipo di bamboo utilizzato per produrre il Kantō.
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I rami orizzontali sono chiamati “Yokotake” ed è qui che vengono appese le lanterne. I pezzi di bamboo utilizzati per rendere l’Oyatake ancora più lungo sono chiamati “Tsugidake”.
I Kantō si suddividono in quattro categorie dalla lungezza regolata: Oowaka, Chuwaka, Kowaka e Youkawa.
Le tecniche di Kantō
Ci sono varie tecniche per utilizzare il Kantō dal nome “Myogi” e suddivise in 5 catgorie.
photo credits: Laura Tomàs Avellana
Nagashi
Gli artisti tengono il Kantō sul palmo delle mani e lo bilanciano con le loro dita. In questo modo altri artisti possono aggiungere Tsugitake
Hirate (mano)
Gli artisti tengono il Kantō ancora più in alto sul palmo della mano
Koshi (fianco)
Il Kantō è sorretto dalle dita. Successivamente spostato sul palmo della mano e poi sul fianco. L’artista si piega lateralmente e bilancia con le proprie gambe.
photo credits: Laura Tomàs Avellana
Kata (spalla)
Gli artisti tengono il Kantō sul palmo della propria mano dominante e formano una linea partendo dalla gamba al Kantō, alzandolo ancora più in alto.
Hitai (fronte)
L’artista tiene il Kantō con le proprie dita e poi lo sposta sul palmo, successivamente sulla fronte.
Durante la giornata si tengono anche delle competizioni per testare queste capacità, le Myogikai. Lo scopo è quello non solo di far vedere le proprie capacità, ma anche di studiare quelle degli altri partecipanti per imparare nuove tecniche.
photo credits: foxeight
L’Akita Kantō oggi
La data del festival è stata cambiata per ben tre volte. Attualmente si tiene dal 3 al 6 agosto di ogni anno.
La performance serale dell’Akita Kantō è quella principale e si tiene al Kanto Oodori, una delle strade principali di Akita. Qui lo scopo dei performer non è competere fra di loro, ma intrattenere i visitatori mostrando le proprie capacità e illuminando Kanto. Più di 230 vengono sollevati allo stesso momento al suono di musica di taiko e flauti.
photo credits: foxeight
Un’esperienza unica nel suo genere che vale la pena di essere vissuta a pieno, non appena ne si ha la possibilità.
Ryokan di lusso tra Tokyo, Kyoto & Osaka
Trovare l’albergo ideale non è per nulla difficile in Giappone, specialmente se volete alloggiare in un Ryokan! La modernità vi regalerà sempre esperienze indimenticabili, ma è possibile anche immergersi nella pace della campagna.
Tokyo è una città strepitosa, sempre in movimento e ricca di meraviglia da esplorare. Tuttavia, se avete voglia di rigenerare la vostra anima per qualche giorno nei dintorni della grande metropoli, allora i ryokan sono ciò che fa al caso vostro!
photo credits: gorahanaougi.com
Quando il tempo si ferma
Il ryokan (旅館) non è altro che un albergo con pochissime stanze il cui stile è rimasto immutato fin dall’epoca Edo. Dall’estetica curatissima, in questi alberghi tradizionali c’è sempre un giardino visibile da qualunque punto della washitsu (和室). In questa tipica stanza giapponese essenziale troviamo il tokonoma (床の間). Si tratta di una piccola finestrella chiusa e rialzata in cui troviamo delle pergamene giapponesi, dette emakimono, ikebana e bonsai. Qui, il pavimento è rigorosamente composto da tatami (畳), sopra il quale giace il futon (布団, letteralmente "materasso arrotolato"). Le sole tracce di modernità sono date dalla presenza dell’aria condizionata, la televisione e il telefono.
Gli ospiti dei ryokans sono affidati alle cure di un’anziana cameriera. Quest’ultima accoglie i visitatori servendo loro il tè di benvenuto, raccoglie le ordinazione e li accompagna all’Osen (il bagno termale) o all’Ofuro (il bagno nelle vasche di legno hinoki).
photo credits: gorakadan.com
I Ryokans sono sparsi un po’ per tutto il Giappone, soprattutto nelle zone dell’entroterra. Tuttavia, oggi ci limiteremo a quelli raggiungibili più facilmente, situati tra Tokyo, Kyoto e Osaka!
Ryokan della regione di Hakone
La regione di Hakone si trova lungo Tokaido, le strade storiche del periodo Edo ed è perfetta se volete spostarvi comodamente tra Tokyo, Kyoto e Osaka. Inoltre, se come me siete follemente innamorati del Monte Fuji, i ryokans che vi sto per presentare ne offrono una vista mozzafiato!
photo credits: yado-resort.com
Il primo ryokan è il GORA HANAOUGI nella zona più famosa di Hakone e circondato da uno splendido paesaggio naturale.
Indirizzo: 1300-681 Gora Hakone-machi Ashigara-shimogun Kanagawa Pref. 250-0408
Telefono: +81-460-87-7715
Sito Web: https://gorahanaougi.com/
photo credits: kiwicollection.com
Il secondo ryokan è il GORA KADAN che sorge sul terreno della Villa Kan’in-no-miya, l'ex villa estiva di un membro della famiglia imperiale nella città di Gora a Hakone.
Indirizzo: 1300 Gora, Hakone-machi, Ashigarashimo-gun, Kanagawa, 250-0408
Telefono: +81-460-82-3331
Sito Web: https://www.gorakadan.com/
photo credits: ryokancollection.com
Infine lo splendido YAMA-NO-CHAYA che sorge in un boschetto di bambù attraverso un ponte sospeso.
Indirizzo: Tounosawa, Hakonemachi, Ashigarashimo-gun, Kanagawa, 〒250-0315
Telefono: +81-460-85-5493
Sito Web: https://luxury-ryokan.com/
Il Ryokan della penisola di Izu
La penisola di Izu si trova a sud della regione di Hakone e del Monte Fuji. Essendo meno conosciuta della regione di Hakone, è una meta leggermente meno turistica, ma che non vi deluderà assolutamente!
photo credits: ryokancollection.com
Per questa zona ho selezionato il YAGYU NO SHO, un ryokan in cui la cucina tradizionale, i bagni, l’ospitalità e l’architettura giapponese si fondono insieme.
Indirizzo:1116-6 Shuzenji, Izu, Shizuoka 410-2416
Telefono: +81-558-72-4126
Sito Web: https://www.yagyu-no-sho.com
Ryokan tra il Mar del Giappone e le Alpi
Nella regione di Chubu, tra il Mar del Giappone e le Alpi giapponesi sorgono due zone di straordinaria bellezza. Stiamo parlando di Hokuriku e Hida, distanti da Tokyo circa 3/4 ore con lo Shinkansen. Siete pronti ad immergervi nella generosità della natura?
photo credits: japanish.tours
BENIYA MUKAYU è un luogo in cui tutto ciò che avete sempre considerato inutile, acquisterà un grande valore. Un luogo dove finalmente la vostra mente sarà spogliata e ritroverete la pace che cercavate da tanto tempo.
Indirizzo: 55-1-3 Yamashiro Onsen, Kaga, Ishikawa, 922-0242
Telefono:+81-(0)761-77-1340
Sito Web: http://mukayu.com
photo credits: jetsetter.com
WANOSATO merita assolutamente la nostra attenzione. Situato nel cuore della prefettura di Gifu, vicino a Hida-Takayama, offre la possibilità di vivere un’esperienza unica, nel profondo della natura, nella tradizione e nella tranquillità.
Indirizzo: 1682 Ichinomiyamachi, Takayama, Gifu 509-3505,
Telefono: +81 577-53-2321
Sito Web: http://www.wanosato.com
Non provate quel forte desiderio di scappare via dalla quotidianità e rifugiarvi in uno di questi magnifici alberghi tradizionali? Io sì. Partirei in questo stesso momento e mi lascerei coccolare dai profumi ed i suoni del mio amato oriente.
photo credits: Masa Angenieux
Scoprendo le meraviglie di Okinawa
Le isole Okinawa formano il gruppo principale dell'arcipelago giapponese delle Ryūkyū. Esse comprendono l'omonima isola insieme ad altre minori e fanno parte della prefettura di Okinawa il cui capoluogo è Naha.
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Da Okinawa proviene la famosa arte marziale del karate. Questa è un’arte creata in seguito alla fusione delle arti marziali cinesi con l'Okinawa-te (all'epoca suddiviso in Naha-te, Shuri-te e Tomari-te).
L'isola di Okinawa è la più grande dell'arcipelago ed è la 287ª isola per estensione al mondo.
Il clima subtropicale di queste isole sostiene una densa foresta pluviale, mantenuta dalla stagione dei monsoni che avviene nella tarda primavera.
Le cose da visitare ad Okinawa sono tante, forse troppe. E’ una meta che non può mancare nell’itinerario dei nostri viaggi nipponici. Qui abbiamo voluto raccogliere quelle che secondo noi sono le location migliori da visitare. Il nostro consiglio è comunque quello di dedicare ad Okinawa, chiamata anche la Polinesia Giapponese, più tempo possibile.
Castello Shuri
Shuri era l'antica capitale del regno di Ryukyu e il castello fu centro amministrativo e residenza della famiglia reale. Il Castello Shuri (Shuri-jo) è situato su una piccola collina che sovrasta Naha. La struttura originale andò distrutta durante la seconda guerra mondiale e ricostruita in seguito. L'area è stata riaperta al pubblico nel 1992 in occasione del ventesimo anniversario della restituzione di Okinawa al Giappone da parte degli USA.
Oggi il castello fa parte del Patrimonio dell’umanità UNESCO.
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Parco seminazionale di Okinawa Senseki
Luogo dove avvenne la celebre battaglia di Okinawa durante la Seconda guerra mondiale, il parco è dedicato alle circa 200.000 vittime degli scontri. Di particolare importanza sono il Museo memoriale della Pace con diversi pezzi che rimandano alla guerra. Ricordiamo infatti gli oggetti dei caduti, le loro foto durante la guerra di Okinawa e la Pietra angolare della Pace con tutti i nomi dei caduti. Il 23 giugno nel 1945 l'esercito giapponese ha smesso di opporre resistenza. Questo è il giorno in cui ogni anno si tiene la cerimonia di commemorazione per i caduti in guerra.
photo credits: wikipedia.org
Sefa Utaki
Sefa Utaki è un importante luogo sacro per la religione di Okinawa situato sull'Isola di Kudaka. Si trova su una collina con formazioni rocciose collegate tra loro da percorsi pedonali. La traduzione inglese della parola Sefa-utaki è "luogo purificato di Utaki". Anche questo sito fa parte del Patrimonio Mondiale UNESCO.
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Giardino Shikinaen
Il giardino Shikinaen è stato costruito alla fine del 18° secolo ed era la seconda residenza dei re di Ryukyu. Qui si possono trovare edifici in legno in stile okinawano, con tegole rosse e un laghetto centrale.
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Mausoleo Tamaudun
Il mausoleo Tamaudun è stato costruito intorno all’inizio del 16° secolo per la famiglia reale del Regno di Ryukyu. E’ stato restaurato dopo aver subito gravi danni durante la guerra ed ora è Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
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Ocean Expo Park
L’Ocean Expo Park è un grande parco sulla punta della penisola di Motobu, nel nord di Okinawa Honto. Questa attrazione è stata costruita nel 1976 per commemorare l’Okinawa International Ocean Expo tenutosi l’anno precedente. L’attrazione principale del parco è il Churaumi Aquarium, definito l’acquario più bello del Giappone.
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Kokusai Dori
Kokusaidori (letteralmente “Strada Internazionale”) è la via principale che si estende per circa due chilometri attraverso il centro di Naha. La strada prende il nome dal precedente “Ernie Pyle International Theatre”, un cinema costruito lungo la strada dopo la guerra.
photo credits: japan-guide.com
Cascata Hiji
La cascata Hiji si trova a Yambaru Honto, nella zona nord di Okinawa. Qui la densità della popolazione è molto bassa e la maggior parte del territorio è coperto da foreste naturali. Si può accedere alla cascata tramite un’escursione lungo un sentiero attraverso la foresta. Tuttavia, Il sentiero è stato danneggiato da un tifone nel 2012 ma riaperto nel mese di aprile 2013.
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Rovine dei Castelli Nakagusuku, Katsuren e Zakimi
Un’altra meta molto interessante, sono le rovine dei Castelli di Nakagusuku, Katsuren e Zakimi di cui queste ultime due sono patrimonio dell’UNESCO.
Il primo si erge a 150 metri sopra il livello del mare e fu originariamente costruito dal clan Aji nel XIV secolo. Successivamente, Gosamaru lo ampliò nel XV secolo prima di cadere definitivamente nelle mani di Awamari-san. Questo castello oggi è patrimonio dell’UMA.
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Il castello di Katsuren invece fu di proprietà di Awamari-san. Nel XV secolo egli mise in seria difficoltà il potere reale a causa del proprio carattere ribelle e delle proprie conquiste militari.
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Il castello di Zakimi invece fu costruito nel XV secolo dal leggendario guerriero Gosamaru. Noto per le sue costruzioni militari, questo castello è il primo esempio di portale in pietra esistente sull’isola di Okinawa.
photo credits: ilgiappone.wordpress.com
Mihama American Village
Il Mihama American Village è un grande complesso di intrattenimento situato nel centro di Okinawa Honto. Molte basi militari americane si trovano nella zona e il complesso di intrattenimento è un diversivo molto ricercato per la gente del posto. Il Mihama American Village ha molti negozi, ristoranti, caffè e un ampio parcheggio.
photo credits: en.japantravel.com
Okinawa World
Okinawa World è un parco dedicato alla cultura okinawana. Le attrazioni principali del parco sono una grande grotta naturale (Gyokusendo), un villaggio artigianale e un museo di serpenti.
photo credits: city-cost.com
Passiamo alla natura, perchè è vero che Okinawa è tradizione e storia, ma è anche un Paradiso naturale da vivere. Ci sono molte spiagge da sogno in cui trascorrere momenti indimenticabili, ma per voi abbiamo scelto le migliori. Diteci poi cosa ne pensate della nostra selezione!
Le spiagge di Okinawa: Manza Beach
La spiaggia dalla sabbia soffice fa parte del ANA InterContinental Manza Beach Resort, il cui edificio si affaccia sui 300 metri della spiaggia.
photo credits: okinawatravelinfo.com
Le spiagge di Okinawa: Moon Beach
Moon Beach è una spiaggia situata all’interno dei terreni di Hotel Moon Beach. La spiaggia si estende per 150 metri ed è spesso molto affollata. C’è una zona riservata ai nuotatori, ombrelloni e reti da pallavolo.
photo credits: hotelmoonbeach.moonhotelsandresorts.com
Le spiagge di Okinawa: Sunset Beach
Avete voglia di godervi tramonti da film? E allora non potete perdervi la Sunset Beach. Si trova proprio accanto al Mihama American Village. La spiaggia è lunga circa 250 metri ed è situata in una piccola baia artificiale sulla sponda occidentale.
photo credits: oki-islandguide.com
Le spiagge di Okinawa: Emerald Beach
Emerald Beach si trova all’interno dell’Ocean Expo Park sulla penisola di Motobu. La spiaggia è divisa in tre settori e ciascuna delle tre aree è lunga circa 150 metri.
photo credits: okinawatravelinfo.com
Le spiagge di Okinawa: Okuma Beach
Okuma Beach è una spiaggia situata all’interno della JAL Private Resort Okuma. Si trova nel nord di Okinawa Honto, la zona meno densamente popolate. La spiaggia si estende per oltre un chilometro lungo la costa.
photo credits: marshallsabroad.com
Se proprio non potete ancora partire, vogliamo consigliarvi un film per godere delle bellezze di Okinawa: Karanukan (カーラヌカン). Romantico ma con lo scopo di mostrare le bellezze di questo paese, il film racconta la storia del fotografo Hikaru Ooyama (GACKT) che decide di visitare Okinawa. Lì, incontra Mami Ishigaki (Suzuka Kimura) e ne rimane affascinato, tanto da sceglierla come modella. Durante un servizio fotografico nelle Yaeyama Islands, Hikaru viene investito da un fascio di luce che gli fa perdere momentaneamente coscienza e traccia della sua musa. La sua vita, da quel momento in poi, è dedicata alla ricerca di Mami tra gli incredibili posti da sogno di Okinawa. Se avete voglia di pregustare questi magnifici luogi, Karanukan è il film giusto per voi.
photo credits: gacktitalia.com
Solitamente scrivo solo articoli per me di un certo interesse, ormai sapete che mi occupo della storia Giapponese, dei Samurai e di aziende Giapponesi in Italia. Di viaggi mi occupo raramente, tuttavia questa volta la passione ha parlato al posto mio.
Appena ne avete la possibilità, partite per questa meravigliosa isola. Scoprirete che tutti i posti di cui avete sempre sentito parlare, tutte le spiagge, tutti i luoghi che avete sempre sognato si riuniscono tutti qui, ad Okinawa.