Japan Travel: Pellegrinaggio di Yanaka - La Tokyo nascosta
La Tokyo nascosta: pellegrinaggio alla ricerca della buona fortuna.
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Il rapporto che i giapponesi hanno con la religione, e soprattutto con la spiritualità, è molto particolare. Non molto eclatante, a volte nascosto, ma è un legame sempre presente, fatto di piccoli gesti quotidiani e rituali. A volte, in occasioni particolarmente importanti o in periodi difficili si fa visita a questa o quella divinità per chiedere protezione e benevolenza. Tra le divinità più venerate in tutto il Paese ci sono quelle che vengono chiamate le 'Sette Divinità della Fortuna', in giapponese Shichi Fukuji (七福神).Non è quindi inusuale trovare brevi percorsi di pellegrinaggio in onore di questi dei.
Queste sette divinità sono arrivate in Giappone ormai secoli fa, e sono frutto di un lento processo di assimilazione. Processo che ha visto fondersi insieme Buddismo, Induismo, Taoismo e Shintoismo ovviamente. Camminando per un percorso prestabilito si toccano i templi di tutte e sette le divinità collezionando timbri o iscrizioni a commemorazione della visita.
Questi pellegrinaggi sono più frequenti durante le prime due settimane dell'anno. Questo è infatti il periodo in cui, secondo le antiche tradizioni giapponesi, le sette divinità approdano a terra con la loro 'nave dei tesori' distribuendo doni e buona fortuna a tutti.
Soltanto a Tokyo ci sono più di 20 percorsi di questo tipo e quello di cui vogliamo parlarvi oggi vi porterà alla scoperta di Yanaka.
Yanaka è una piccola perla risalente all'epoca Edo, incastonata tra alti palazzi, vie dello shopping e il famoso parco di Ueno. Il suo cuore antico ha saputo mantenersi intatto, ed è spesso meta di molti turisti che vogliono ritrovare nella grande metropoli un assaggio del suo passato.
Pellegrinaggio attraverso Yanaka
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Questo percorso attraverso Yanaka inizia dalla stazione di Tabata, facilmente riconoscibile essendo una delle fermate della Linea Yamanote, che collega con il suo percorso circolare, tutte le zone di attrazione principale della città.
La vostra prima tappa sarà il tempio Tokakuji, a poca distanza dalla stazione.
Essendo questa la prima tappa del pellegrinaggio, qui potrete acquistare il rotolo rappresentante le sette divinità che poi vi verrà segnato ad ogni tappa.
Questo tempio ospita Fukurokuji, divinità che come suggerisce il nome stesso è il dio della saggezza, della ricchezza e della longevità. Spesso rappresentato calvo e con una fronte sproporzionatamente alta, è accompagnato da una gru e una tartaruga, simboli di longevità. A volte è presente un cervo nero. La sua statua è collocata nel giardino retrostante il tempio che viene aperto al pubblico solo per il Nuovo Anno.
Ma nonostante il tempio sia dedicato a Fukurokuji, la prima cosa che attirerà la vostra attenzione all'ingresso saranno due statue Nio. Queste due statue si ergono a protezione del tempio e anche dei malati che ne chiederanno la protezione. Si ritiene infatti che abbiano poteri curativi.
Se soffrite per qualche malanno, acquistate l'apposito foglietto di carta rossa presso il tempio e attaccatelo sulla statua li dove avvertite dolore. La divinità vi guarirà.
Sempre qui, potrete acquistare una mappa del percorso, per facilitarvi la strada.
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La seconda tappa è il tempio Sei'un-ji, conosciuto anche come Hanamidera. Come suggerisce il nome, il tempio era, ed è ancora oggi, una meta particolarmente adatta ad assistere alla fioritura primaverile. Questo è possibile grazie agli alberi di ciliegio e alle azalee qui piantate nel XVIII secolo. Il tempio è dedicato al dio Ebisu, il più giovane tra i sette, divinità del commercio e protettore di pescatori e lavoratori, ma anche dei bambini piccoli.
Ad appena un minuto di distanza, si trova il terzo tempio del pellegrinaggio, il tempio Shusei-in che ospita Hotei. Questa divinità, conosciuta anche come il Budda che ride, è rappresentata come un uomo calvo e panciuto, dal sorriso bonario che spesso accompagnato da bambini. Hotei potrebbe essere associato al nostro Babbo Natale in quanto anche lui porta con se un sacco di doni che elargisce soprattutto ai bambini.
La statua di Hotei nel tempio Shusei-in è particolarmente bella. Fermatevi a pregare presso di essa, ma anche ad ammirare i murales dipinti che caratterizzano il tempio.
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Un pò più defilato è il tempio Choan-ji, la vostra tappa successiva.
Qui trova la sua dimora Jurojin, divinità della longevità. La sua rappresentazione è molto simile a quella di Fukurokuji ed è per questo che queste due divinità vengono spesso sovrapposte. Ma è possibile trovare anche Itabi, delle statuine erette per preservare il riposo delle anime dei morti risalenti al periodo Kamakura (1185-1333) e Muromachi (1336-1573). Il tempio Choan-ji ne ospita ben tre risalenti a questo periodo.
Superato questo tempio, dirigetevi verso il Cimitero di Yanaka e la vostra prossima destinazione sarà il tempio Tennoji. Esso vi accoglierà al suo ingresso con una grande statua di Budda risalente alla fine del 1600. Ma il vostro obbiettivo principale sarà un piccolo altare alla vostra destra. Qui risiede Bishamonte, il dio guerriero, rappresentato con una lancia e una pagoda tra le mani, a simbolo della sua duplice natura. È il dio dei guerrieri che punisce i malvagi, e l'associazione con il pacifico predicatore Budda non deve stupire. Bishamonten infatti, noto anche come Tamonten, è anche il protottero dei luoghi in cui Budda predica.
Penultima tappa di questo pellegrinaggio è il tempio Gokoku-in, dimora del dio Daikokuten, divinità della ricchezza e dei raccolti, ma anche protettore della casa e in particolare della cucina. Da notare un piccolo palco nel cortile antistante il tempio utilizzato per rappresentazioni in onore della divinità.
L' ultima tappa, forse quella più bella, vi porterà ad attraversare il parco di Ueno fino ad arrivare al stagno Shinobazu e al tempio Bentendo.
Benten è ospitata in questo tempio, dea delle arti e della musica. Questa divinità si dice essere più felice quando è circondato dall'acqua, ecco perchè il tempio si trova vicino a questo stagno, e il suo simbolo è un liuto. Benten è anche la divinità della conoscenza e della saggezza, visitata quindi anche da coloro che desiderano avere successo sul lavoro o per un esame.
Il tempio, seppure una ricostruzione moderna, resta fedele alla struttura originaria ed è particolarmente riconoscibile per i suoi colori brillanti. Dominanti sono il rosso, il bianco e il verde acqua.
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Qui termina il pellegrinaggio, ma lungo il percorso non mancano certo le distrazioni che renderanno ancora più piacevole il vostro viaggio.
Lungo il percorso
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Lungo la strada troverete una miriade di altri piccoli templi sia buddisti che shintoisti. Fate una passeggiata nell'antico quartiere di Yanaka Ginza, proprio alle spalle della stazione di Nippori e fermatevi a mangiare qualcosa ad uno dei tanti chioschetti tradizionali della zona.
Appena fuori da Yanaka troverete il piccolo tempio Kyooji, sul cui portone centrale è possibile ancora vedere dei fori di proiettile. Questi segni sembrano risalire alla battaglia di Ueno del 1868 durante la quale le truppe imperiali cacciarono via dalla allora Edo le truppe fedeli allo shogun.
Il cimitero di Yanaka poi vi darà modo di fare una piccola sosta. Un luogo di pace che vi sorprenderà ancora di più durante la fioritura dei ciliegi.
Per non dimenticare il Parco di Ueno, un piccolo gioiello verde nel cuore di Tokyo. Meta rinomata per la sua meravigliosa fioritura dei ciliegi, ospita al suo interno anche per il famoso Zoo di Ueno con i suoi panda.
Photo credits: Japan Italy Bridge
Nel parco, tra gli altri, è presente anche il tempio Toshogu con la sua pagoda, dedicato a Tokugawa Ieyasu. Nel periodo tra aprile e maggio sarà anche possibile entrare nel bellissimo giardino che ospita una piccola ma impressionante collezione peonie, uno dei fiori più amati dai giapponesi.
Non mancano poi musei e negozi tradizionali, in un viaggio alla scoperta di una Tokyo un pò diversa da quella che siamo abituati a conoscere, ma certo altrettanto affascinante.
Japan Travel: Nikkō
Nikkō - La città senza tempo
Poco distante da Tokyo, si trova una città che potremmo definire magica. Questa è Nikkō, letteralmente "La cittа della luce del sole”. Situata nella regione montuosa della prefettura di Tochigi, è una delle più famose mete turistiche del Giappone. Ricca di monumenti storici, è entrata nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. I suoi monumenti più famosi sono il Nikkō Tōshō-gū dedicato allo shogun Tokugawa Ieyasu e il Futarasan Jinja risalente al 767.
La città è inoltre immersa nella natura, con montagne, sorgenti termali e il Parco Nazionale di Nikkō dove si possono trovare diverse bellissime cascate.
Fra sacro e moderno
Il 20 marzo 2006 la vecchia città di Nikkō si è fusa con la cittа di Imaichi e le municipalità di Ashio, Fujihara e Kuriyama, dando come risultato la nuova città di Nikkō . Sacro e profano, una divisione ancora più marcata dal grande “ponte sacro” Shinkyo, tutto laccato di rosso e originariamente riservato all’imperatore e allo shogun. Oggi questo stesso ponte è percorso da centinaia di visitatori ogni anno per arrivare al Rinno-ji, il grande tempio conosciuto in particolare per la “Sala dai tre Buddha”.
I monumenti
Dietro a questo tempio, si trova il Tōshō-gu, dove la grande famiglia Tokugawa aveva stabilito il suo santuario scintoista, facendolo diventare il più riccamente decorato del paese. Più di 15000 artigiani del paese parteciparono alla sua costruzione e con le sue dorature, i suoi colori brillanti, le sue linee sinuose, questo luogo di culto è considerato tra i più belli dell’architettura Momoyama (1573–1603). Ancora più famoso è il frontone della scuderia sacra, prettamente minimalista e conosciuto da tutti i giapponesi per le tre piccole scimmie scolpite nel legno: Mizaru ("la cieca"), Kikazaru ("la sorda") e Iwazaru ("la muta”). Esse simboleggiano infatti i precetti della setta buddista Tendai, ispirati da Confucio: non guardare il male, non pronunciarlo, non ascoltarlo.
Se avete un’intera giornata per esplorare la città, non potete perdere l’occasione di andare a visitare la statua del gatto addormentato che marca l’entrata alla tomba di Tokugawa Ieyasu. Successivamente, costeggiando il fiume Daiyagawa, potete trovare la passeggiata del Kanmanga Fuchi, una sontuosa camminata fra boschi e strane formazioni vulcaniche del monte Nantai. Alla fine di questa passeggiata, vi aspettano decine di statue di Jizō, protettore dei bambini, dove il tempo sembra essersi fermato.
Ad una distanza di 30 km, potrete poi trovare il magico lago di Chūzenji dove è possibile fare un’escursione in battello per arrivare alla spettacolare cascata Kegon no Taki e alle sorgenti di acqua calda di Yumoto Onsen.
Una città fra la storia e la modernità, fra montagne e laghi incantati, una piccola perla di storia a pochi passi dalla metropoli di Tokyo. Qui si può respirare ancora la classica sensazione della tradizione giapponese nel suo pieno. Una meta assolutamente da non perdere per tutti gli amanti di questa cultura e di questa nazione.
Come arrivare
Il treno è il mezzo più comodo e rapido per raggiungere Nikko dal centro di Tokyo.
Linea Tobu - Asakusa
Dalla stazione di Asakusa, facilmente raggiungibile raggiungibile via metro dai principali quartieri di Tokyo, potete prendere la linea Tobu che offre corse per Nikko ogni ora. Il costo per a/r è di circa 2800¥, il viaggio dura circa 2h ed è in assoluto l'opzione più economica. Il JR Pass non è valido su questa tratta.
info: Website della linea Tobu
Limited express - Shinjuku
Il JR limited express collega direttamente la stazione di Shinjuku con Nikko, il costo del biglietto a/r è di 8000¥. Sfortunatamente, il JR pass non copre completamente la tratta, sarà quindi necessario pagare un sovrapprezzo. Per prenotare la corsa basta consultare i sito della JR east.
Info: Sito di JR East
JR Shinkansen - Tokyo
Questo è il modo più comodo e più veloce per raggiungere Nikko, specialmente se siete in possesso del JR Pass. E’ possibile prendere il JR Tohoku Shinkansen dalla stazione Tokyo, ma dovrete cambiare treno ad Utsunomiya e continuare sulla JR Nikko Line. Il costo della tratta a/r è di 10000¥, sconsigliata per chi non ha il JR Pass.
Info: sito di Hyperdi
SalvaSalva
Japan Travel: Akihabara
Akihabara
Photo credits: travel.gaijinpot.com
Akihabara conosciuta come Tokyo’s Electric Town si trova nel quartiere speciale di Chiyoda a Tokyo. Vivace e luminoso, in questo piccolo distretto si concentrato tutti i negozi di elettronica, informatica, videogiochi e quant’altro legato al mondo degli anime e manga.
Akihabara è sicuramente il centro di attrazione principale per gli Otaku che si possono incontrare in ogni angolo del quartiere. おたく/オタク è un termine della lingua giapponese che dagli anni ottanta indica una subcultura giapponese di appassionati in modo ossessivo di manga, anime e altri prodotti ad essi correlati. In Occidente il termine viene usato per indicare sia specificatamente gli appassionati di cartoni animati e fumetti giapponesi, sia le persone appassionate, in generale, di quello che proviene dal Giappone, senza le implicazioni negative.
Akiahabara in sè non è una meta turistica essenziale, ma se si è particolarmente appassionati di elettronica essa si trasforma sicuramente in una tappa da non perdere.
I luoghi cult del distretto
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Passeggiando per le vie dell’”Electric Town” ci si può imbattere in una serie di famosissimi negozi e palazzi da non lasciarsi scappare come lo Yodobashi Akiba, il centro commerciale di 9 piani più grande del mondo. Troviamo anche il negozio Animate che offre ben 8 piani pieni di merchandise di anime, manga e videogames, o il Mandarake sempre dedicato a manga e anime anche se di seconda mano. E ancora il Super Potato, un negozio di 4 piani che offre un vasto assortimento di video games retrò e una piccola sala giochi anni ’80.
E se si è alla ricerca di qualcosa che non si riesce ad ottenere in nessun luogo, quasi sicuramente lo si può trovare dove tutto è cominciato: a Radio Kaikan!
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Aperto nel 1962, fu il primo negozio a fornire di televisori, lavatrici e frigoriferi gli abitanti. Nel tempo si è evoluto divenendo il paradiso degli otaku. Nel 2011, dopo il grande terremoto, fu raso al suolo, ma ricostruito restando sempre un punto di riferimento per gli appassionati di anime.
Il miglior locale di intrattenimento è sicuramente il Maidreamin Maid Cafe, un’esplosione di colori, esibizioni e di temi “kawaii”. Questa è la meta adatta per chi ha voglia di sorridere un po’ e vedere cosa sia un maid cafe anche se è un po’ costoso. Se invece si è fan di Gundam, ecco ergersi il Gundam Cafe il quale, proprio all’entrata, offre un piccolo servizio take-out per chi non ha tempo di sostare. Sempre qui è possibile prendere il taiyaki (tipico dolce giapponese a forma di pesce) con la forma di Gundam e altri cibi a tema!
Photo credits: akibacity.tokyo
La grande insegna verde.
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Quando si parla di “sexy shop” si pensa immediatamente a qualcosa di “dubbio”, “losco”, qualcosa da cui stare alla larga. Invece il Pop Life Department M’S, situato esattamente sull’angolo appena fuori dall’uscita della stazione di Akihabara, è attraente e divertente. Molto pulito ed ordinato, tra gli scaffali di M’S si possono trovare oggetti inimmaginabili! Set di sexy cosplay, DVD per adulti molti dei quali anche di nicchia, tutte le ultime invenzioni tecnologiche per “uso personale” e prodotti di lifestyle. La maggior parte dei visitatori del negozio sono semplici turisti curiosi o giovani coppie. La cosa più strana è che nel seminterrato ci sono due macchinette automatiche per la vendita di mutande “usate”!
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Japan Travel: Shinjuku
Shinjuku
Photo credits: Sergio Rola
Shinjuku (新宿), importante centro commerciale ed amministrativo e sede del nodo ferroviario più trafficato al mondo, fa parte dei 23 quartieri speciali di Tokyo.
Non solo treni, Shinjuku è anche una delle maggiori tappe degli autobus a lunga percorrenza; il Busta Shinjuku, un grande terminal, è situato proprio in cima alla stazione ferroviaria.
Prendendo come riferimento la stazione, ad ovest di essa ci si ritrova nello Skyscraper District. Qui sorgono gli edifici più alti di Tokyo tra i quali hotel di lusso e le torri gemelle del Palazzo del Governo Metropolitano di Tokyo. Progettato dal famoso architetto Kenzō Tange, qui è dove viene gestita l’amministrazione politica e pubblica della città. Le sue torri sono alte 243 metri e i ponti di osservazione, situati al 45° piano, sono aperti al pubblico gratuitamente.
Proprio da quei ponti di osservazione ciò che si può notare è la Mode Gakuen Cocoon Tower, un grattacielo situato nel quartiere finanziario di Nishi-Shinjuku. Alto 203 metri, è costituito da 50 piani al cui interno trovano spazio tre scuole: una di moda (la Tokyo Mode Gakuen), una di design (la HAL Tokyo and Shuto Ikou) e una di medicina. L'architettura, anch’essa progettata da Tange, dona al grattacielo una forma a bozzolo creata dalla forma spanciata dei tubi in alluminio bianchi (curtain wall) attorcigliati che salgono in diagonale.
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Shinjuku non è solo modernità, ma è anche la sede di uno dei più grandi e più piacevoli parchi di Tokyo: Shinjuku Gyoen, dove la vista dei ciliegi in fiore è rinomata per essere tra le migliori del paese. Il parco è stato aperto al pubblico nel 1949 dopo essere stato il giardino della famiglia Imperiale dal 1903.
I quartieri del distretto
Photo credits: Gor Badoyan
Tra i più famosi e discussi, ecco Kabukichou, situato a nord-est della stazione. Esso è il più grande quartiere a luci rosse del Giappone, e forse è proprio per questo che ad annunciarne l’ingresso c’è una grandissima insegna luminosa rossa. La storia di questo quartiere è davvero curiosa: il suo nome proviene da un teatro kabuki che non fu mai costruito. Dal 1872, quinto anno dell'Era Meiji, quando in Giappone furono revocate le leggi che regolavano i rapporti con le geishe e le prostitute, Kabukichou divenne il principale quartiere a luci rosse della città di Tokyo. Successivamente le leggi contro la prostituzione divennero più ferree e dopo la seconda guerra mondiale il quartiere fu sottoposto ad alcuni tentativi atti a cambiare la sua immagine. Fu quindi fatto il tentativo di trasferire qui il teatro Kabuki-za di Ginza, distrutto da un incendio, ma alla fine il teatro fu ricostruito a Ginza, mentre a Kabukicho rimase solo il nome.
Un altro teatro fu comunque costruito a Kabukichou, il teatro Koma, che si trova in un edificio che contiene alcuni bar e discoteche.
Photo credits: Benjamin Hung
A Kabukichou comunque non si dorme mai e questa zona vanta numerosi ristoranti, bar, discoteche, "hotel dell'amore" e una varietà di strutture a luci rosse per tutti i sessi e gli orientamenti. Camminare per Kabukichou può essere rischioso in fatto di spese. I costi sono esorbitanti poichè tutto è gestito esclusivamente dalla Yakuza, uno dei motivi per cui Kabukicho è anche uno dei quartieri più sicuri di Tokyo in quanto c’è un attento controllo nelle varie attività. Proprio qui, in un dedalo di stradine ci si imbatte nel Golden Gai (la via dorata) in cui una serie di piccolissimi bar molto particolari fanno capolino. I posti a sedere al loro interno sono pochi, dai 2 ai 5, e spesso sono situati anche negli scantinati! Destreggiandosi tra di essi, si possono udire risate fragorose e spiando all’interno intravedere personaggi eccentrici, scrittori, registi e qualche turista curioso. I piccoli locali possono essere anche a tema, ma in ognuno di essi ciò che si può sempre bere è lo yamazaki, un particolare whisky giapponese.
Svincolandosi dal Golden Gai, troviamo Ichigaya, sede del Ministero della Difesa. Okubo, ricca di negozi di gestione coreana che vendono cibo tradizionale e gadget classici della cultura pop coreana. Inoltre vi si trovano bar a tema coreani, club a luci rosse e ristoranti. Shinjuku ni-chome, il quartiere gay di Tokyo e infine Takadanobaba. Quest’ultima, è una zona prevalentemente frequentata dagli studenti delle vicine Università di Waseda e Università Gakushuin. Qui sono presenti scuole di preparazione e intrattenimento, molti bar e Izakaya. L’Izakaya, composto dalle parole "i" (sedersi), saka (sake) e ya (negozio), è un tipico locale giapponese che vende bevande accompagnate da cibo, una sorta di pub.
Il simbolo di Takadanobaba è il "Big Box", un grande edificio a forma di scatola, a fianco della stazione.
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Sacro e profano
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Sembra incredibile, eppure è proprio tra i grattacieli di Shinjuku che si apre uno spazio di pace e preghiera: il Tempio shintoista Hanazono. Fu fondato nel 1600 ed è una delle mete degli uomini d’affari in quanto il tempio è dedicato alle divinità del successo economico. E’ una tappa quasi fondamentale per i turisti che, dopo aver camminato per la caotica Shinjuku, vogliono concedersi un po’ di riposo e, ogni domenica, curiosare il mercatino dell’antiquariato. Tanti sono i festival e gli eventi religiosi che hanno luogo ad Hanazono, il principale si tiene nell’ultimo week-end di maggio, il Jinja Reitaisai. In questa occasione si svolge una modesta processione nella quale il piccolo altare mikoshi viene portato a spalle dai fedeli. All’esterno del tempio 100 stands di ogni tipo affollano lo spazio circostante offrendo un perfetto intreccio tra il sacro ed il profano.
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Japan Travel: Shibuya
La dinamica Shibuya
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Shibuya (渋谷区 Shibuya-ku), conosciuta come la zona più dinamica della città, è uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. Si sviluppa attorno all’area della stazione omonima, tra le più trafficate della capitale, che si apre sullo Shibuya Crossing, l’attraversamento pedonale più affollato del mondo.
Tutti i palazzi della zona sono corredati da mega schermi che illuminano l’intero quartiere al calare della sera. Le strade sono ricche di negozi, come lo 109 (Ichi-maru-kyū) iconico centro commerciale, e in particolare si possono trovare negozi di musica, ristoranti e i famosi “love hotel”. Questi sono concentrati soprattutto nella cosiddetta Shibuya’s Love Hotel Hill . A rendere il tutto ancora più caratteristico sono i giovani tra i quali impazza l’arte del cosplay e….. beh, Shibuya è anche uno dei quartieri dove la Yakuza è più presente!
Se non sapete cosa sia la Yakuza, il mistero è presto svelato. È la famosa organizzazione criminale giapponese suddivisa in numerose bande chiamate kumi o bōryokudan (letteralmente ‘gruppo violento) secondo la terminologia legale. Le sue radici provengono addirittura dal periodo Edo.
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Uno dei simboli di Shibuya però è il celebre monumento dedicato ad Hachiko, il cane divenuto famoso per la fedeltà nei confronti del suo padrone Hidesaburō Ueno. Purtroppo la statua è semplicemente una riproduzione di quella andata perduta durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un quartiere, tante curiosità
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Sicuramente il nome “Shibuya” non è sconosciuto alle orecchie di nessuno. Gli amanti degli anime si saranno accorti che, ad esempio, in Super Gals! i riferimenti a questa zona sono innumerevoli. Senza contare che la protagonista ha l’abitudine di salire sulla statua mettendosi in sella ad Hachikō per liberarsi da tutti i suoi pensieri! Nei Digimon il treno per “Digiworld” parte proprio dalla stazione di Shibuya, ma non è solo negli anime che troviamo questo tipo di riferimenti. Nel videogioco per Nintendo DS The World Ends with You, è possibile aggirarsi nel quartiere fedelmente riprodotto in tutti i suoi luoghi-simbolo.
Ultima, ma non per questo meno importante, è proprio qui che nasce il genere musicale Shibuya-kei, fusione tra musica elettronica e pop, appartenente alla categoria del J-pop.
Il distratto di Harajuku
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Harajuku (原宿 letteralmente "alloggio nel prato") è la zona più conosciuta per essere una miniera di tendenze giovanili estremamente innovative. Due sono le principali strade dello shopping Takeshita e Omotesandō. La prima è dedicata alle mode giovanili in cui abbondano negozi di articoli in stile lolita, visual kei, rockabilly, punk, e cyberpunk. Omotesandō invece, gli "Champs-Élysées di Tokyo" è dedicata a negozi come Louis Vuitton, Chanel, Prada, Tod’s, solo per citarne alcuni. Le giovani che popolano le strade di Harajuku vengono identificate con il termine Harajuku girls. Sono adolescenti abbigliate secondo svariati stili anche molto diversi fra loro, ma accomunati da una generale eccentricità e colori che non passano inosservati. Queste ragazze possono essere esponenti di varie subculture, fra le quali le più importanti sono lolita, ganguro e kogal.
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Il Visual Kei nasce qui
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La corrente musicale Visual Kei – dall’inglese visual ("visivo") e dal giapponese kei (系, “stile”)- nata attorno alla fine degli anni Ottanta, si è sviluppata proprio attorno a questo quartiere. Il principio di questo movimento musicale è la dimensione estetica. Infatti, i gruppi musicali ad esso appartenenti si distinguono per la grande teatralità ed attenzione all'aspetto visivo e scenografico. Uno degli elementi più caratterizzanti è sicuramente la presenza esclusiva di musicisti uomini. Essi affondano le loro radici nello storico e raffinato Teatro Nō in cui gli uomini recitano anche i ruoli femminili. Il canone è quello di una bellezza virile che esalta la figura della donna come riferimento unico di bellezza anche per il sesso maschile.
Curiosamente si pensa che “Visual Kei” derivi da uno degli slogan della band X Japan, pioniera del genere: “Psychedelic violence crime of visual shock”.
Harajuku è il luogo perfetto per immergersi in questa subcultura, in particolare sul Jingu Bashi ("ponte del santuario"), ponte pedonale che collega il centro di Harajuku con il Santuario Meiji.
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Japan Italy Bridge Tips: Edogawa Fireworks
Edogawa Fireworks
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Se questa estate vi trovate a Tokyo vogliamo consigliarvi un meraviglioso spettacolo che da 43 anni a questa parte allieta gli abitanti di Edogawa (quartiere speciale di Tokyo che prende nome dal fiume Edo).
L’Edogawa Fireworks Festival si svolge ogni primo sabato d’agosto, dove per 75 minuti non potrete far altro che tenere gli occhi puntati al cielo. Uno spettacolo con più di 14,000 fuochi d’artificio lanciati nei cieli di Tokyo.
Vi consigliamo di assistere al festival dal Parco di Shinozaki, a circa 15 minuti a piedi dalla stazione omonima di Shinozaki. Guardare ovviamente è gratuito ma fatte presto a prendere il vostro posto perfetto! Giusto in tempo per rimanere estasiati dalla spettacolare apertura con il lancio di 1,000 fuochi d’artificio d’argento e oro solo nei primi incredibili minuti.
Se non siete sicuri di riuscire a conquistare il vostro posto in tempo potrete riservarne uno acquistando il vostro biglietto qui (Solo Giapponese).
Che siate da soli, o in dolce compagnia, con gli amici o con la vostra famiglia.. Non perdetevi questo spettacolo unico!!
DATA: 5 Ago, 2017
ORARIO DI INIZIO/FINE: 19:15 – 20:30
LOCATION: Edogawa Fireworks Festival Location
INGRESSO: Libero / Posto riservabile aquistando tramite questo sito (Solo giapponese)
STAZIONE PIÚ VICINA: Shinozaki
DOVE: Ichikawa, Tokyo
photo credit: cate♪
photo credit: Luke Kaneko
Japanese Tradition: Gion Matsuri
Gion Matsuri: un'esperienza unica
Photo credit: Daranice
La Festa di Gion o Gion Matsuri (祗園祭), così come viene chiamato a partire dall'epoca Meiji, prende il suo nome dal noto quartiere di Kyōto, Gion appunto, situato nel distretto di Higashiyama. Si tratta di una festa religiosa in onore del dio Susanoo, anche conosciuto come Takehaya Susanoo-no-Mikoto, venerato presso il santuario Yasaka.
Susanoo, dio del mare e delle tempeste, è anche signore del mondo dei morti, oltre ad essere fratello di Amaterasu da cui si dice discenda la stirpe degli imperatori giapponesi.
Insieme allo Aoi Matsuri (15 Maggio) e allo Jidai Matsuri (22 Ottobre), il Gion Matsuri costituisce una delle tre più grandi feste religiose di Kyōto, e del Giappone. Viene celebrato ogni estate per tutto il mese di luglio. Lo scopo è quello di placare gli spiriti dei defunti e invocare la protezione del dio sulla città per tenere lontano malattie e catastrofi naturali.
Come potete immaginare si tratta di un matsuri ricco di eventi. I principali e più spettacolari sono la Yamaboko Junkō ( 山鉾巡行, sfilata dei carri) e il Mikoshi Togyo (神輿渡御, l'uscita dei palanchini divini). Entrambi si svolgono tra il 17 luglio e il 24 luglio, giorni in cui la festa raggiunge il suo apice.
Una delle ragioni maggiori della spettacolarità di questo festival è sicuramente la grandezza dei carri utilizzati, in particolari quelli chiamati Hoko. Questi raggiungono anche i 25 metri di altezza per un peso di più di 10 tonnellate, e vengono trainati grazie a delle ruote alte circa due metri. Ogni carro viene ogni anno costruito dalle fondamenta, e poi smantellato al termine del festival, e tutti i pezzi sono tenuti insieme senza l’utilizzo di viti, come da tradizione.
Ma procediamo con ordine…
Un pò di storia
photo credit: kyotodeasobo.com
Tradizione vuole che il Gion Matsuri sia nato nell'anno 869. Da circa un secolo la corte imperiale giapponese si era sposta da Nara a Heiya-kyō (la odierna Kyōto) ed era dominata dalla potente famiglia Fujiwara.
Si dice che in seguito alla diffusione di un'epidemia, la Corte Imperiale decise di tenere il primo goryōe (御霊会), un rito purificatore tenuto presso il piccolo tempio Shinsen'en. Bisogna sapere che a quei tempi la città si trovava in una regione piuttosto paludosa dell'entroterra, molto calda ed umida. L'alta concentrazione di popolazione unita alla mancanza di fognature e condotte idriche spesso favoriva la contaminazione delle acque potabili con quelle di scolo. Non è quindi difficile immaginare che malattie come malaria, vaiolo, influenza e dissenteria fossero molto diffuse. Eppure, nell'antico Giappone la causa di tutto questo fu attribuita a ben altro.
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Secondo le predizioni di un maestro divinatore i veri responsabili dell'epidemia erano degli spiriti malvagi, ovvero i fantasmi del principe Sawara Shinnō e dei suoi compagni. Questi, accusati dell'omicidio del nobile Fujiwara no Tanetsugu, erano morti professando fino alla fine la loro innocenza.
Nel tentativo di calmare gli spiriti si tenne quindi il primo goryōe con invocazione al dio Susanoo. Inoltre, il nobile Urabe Hiramaru fece erigere 66 lance, una per ogni provincia del Giappone, in modo da rinchiudere al loro interno gli spiriti malvagi e purificare la capitale.
Proprio qui nacque l'usanza di portare in processione tre mikoshi, o palanchini divini, e di tenere un goryōe ogni volta che una epidemia o malattia si diffondeva. Il tutto era contornato da altre celebrazioni e momenti gioviali.
Fino al 970, quando venne stabilito che il Gion Goryōe (祗園御霊会) si dovesse svolgere regolarmente ogni anno.
Successivamente, a partire dal periodo Muromachi, l'evento fu arricchito ulteriormente dalla presenza dei tipici carri, gli yamaboko (山鉾), anche essi fatti sfilare per le vie della città. Questi erano costruiti grazia alla collaborazione del ceto mercantile che proprio in questo periodo vive un momento di forte ascesa dopo secoli di denigrazione. I carri venivano adornati con decorazioni che si fecero nel tempo sempre più ricche e sofisticate.
Insomma, la sfilata divenne anche un modo per esibire la ricchezza del ceto mercantile.
Nonostante brevi interruzioni (durante la guerra Ōnin (1467-1477) e durante la seconda guerra mondiale (1941-1945) ), il festival viene ancora oggi mantenuto vivo e può vantare una storia lunga più di mille anni.
I festeggiamenti
I festeggiamenti che come dicevamo durano per tutto il mese di luglio coinvolgono tutte le varie aree della città.
Si inizia il primo di luglio, quando presso il santuario Yasaka si tiene la cerimonia del Kippuiri (吉符入). Qui, i rappresentanti dei quartieri responsabili dell'organizzazione pregano perché tutto si svolga tranquillamente e senza incidenti.
Il 2 luglio, presso il palazzo comunale di Kyōto, si svolge una estrazione presieduta dal sindaco della città con cui viene scelto l'ordine di processione dei carri. Aprire la processione però spetta sempre al Naginataboko (長刀鉾).
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Il 10 luglio vengono preparati i mikoshi (神輿), tre palanchini che ospiteranno tre piccoli tempietti dedicati al dio Susanoo. Contemporaneamente, alcuni secchi vengono calati dal ponte Shijō per raccogliere dal sacro fiume Kamo l'acqua destinata al lavaggio dei mikoshi. Nel tardo pomeriggio si tiene poi una sfilata esibendo lanterne di carta di manifattura tradizionale che serviranno ad accogliere il dio.
Sempre il 10 luglio ha inizio anche la costruzione dei carri e passeggiando per le vie del centro di Kyōto potrete osservarli prendere lentamente forma sotto le mani sapienti dei loro costruttori.
I giorni tra il 14 al 16 luglio sono quelli che precedono la festa vera e propria. Il 14 luglio è conosciuto come yoi-yoi-yoi-yama (宵々々山), il 15 luglio come yoi-yoi-yama (宵々山) mentre il 16 è chiamato yoi-yama (宵山). Lo stesso varrà per il 21,22 e 23 luglio. In questi giorni, a partire dalle ore 6:00 del pomeriggio, le vie del centro chiuse al traffico si riempiono del vociare di passanti e turisti. Si passeggia tra le numerose bancarelle, alla luce delle lanterne tenute sempre accese, ammirando yamaboko.
Sempre in questo periodo, le famiglie più antiche della città aprono le finestre delle loro case permettendo così ai passanti di ammirare i tesori che custodiscono da generazioni.
Il 15 luglio, si tengono lo imitaketate (斎竹建) e lo yoimiya-sai (宵宮祭). Il primo è un rito durante il quale si dispongono a quadrato dei tronchi di bambù intorno all'area in cui si svolgerà la processione per proteggerla da ogni contaminazione. Lo yoimiya-sai si tiene invece presso il santuario di Yasaka, durante il quale lo spirito della divinità viene trasferito nei tre mikoshi purificati.
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Il 16 luglio i musicanti di ogni carro si recano al tempio per pregare per il bel tempo il giorno successivo e non mancano spettacoli musicali e di danza per le strade.
Il 17 luglio è l'atteso giorno in cui la festa raggiunge il suo culmine. È il momento dello Yamaboko Junkō, la grande sfilata dei carri. Questi vengono divisi in 2 gruppi gli yama 山 (montagna) e gli hoko 鉾 (lancia) appunto. Il primo gruppo è formato dai 9 carri hoko, e simboleggiano le 66 lance utilizzate da Urabe Hiramaru per scacciare gli spiriti maligni. Il secondo gruppo è formato dai 23 carri yama, più piccoli, che trasportano rappresentazioni a grandezza naturale di personaggi importanti e famosi.
Ogni carro hoko trasporta musicanti che ne accompagnano la processione.
Kon-kon chiki-chin, kon-kon chiki-chin… questo è il suono distintivo del Gion Matsuri, una ritmo tradizionale risalente al periodo Edo.
E non mancano per le strade danzatori ed acrobati di vario genere a rendere la parata ancora più allegra e movimentata. Ovviamente tutti sono vestiti con costumi colorati e rigorosamente tradizionali.
Come già detto ad aprire la parata sarà il carro Naginata-boko. Viene così chiamato per via di una naginata (tipica lancia giapponese) che svetta verso l’alto sulla sua cima. Si dice che essa abbia il potere di scacciare spiriti maligni e pestilenze. La naginata originale di epoca Heian era stata forgiata in metallo, mentre quella che oggi possiamo ammirare è fatta in bambù.
Sul Naginataboko viene trasportato anche un chigo, (稚児), un bambino vestito con ricchi abiti tradizionali e un copricapo a forma di fenice dorata. Questo bambino ha il compito di rappresentare il dio durante la festa.
Il prescelto, solitamente selezionato tra le più importanti famiglie di mercanti e commercianti di Kyōto, deve sottoporsi ad un lungo periodo di preparazione prima di poter ricoprire questo ruolo. Settimane di riti purificatori e di completo isolamento, lontano da tutto ciò che potrebbe contaminarlo, e quindi anche dalle donne. Non gli è nemmeno permesso di toccare il suolo comune ma viene portato in spalla da uomini incaricati del suo trasporto
Al bambino spetterà il compito di tagliare con un solo colpo una grossa corda sacra realizzata in paglia. È lo Shimenawa-kiri (しめ縄切り), atto con cui la divinità entra nel mondo terreno recidendo il confine che separa i due mondi, e con questo gesto viene dato ufficialmente inizio alla grande festa.
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Nel tardo pomeriggio, si assiste invece all'uscita dal tempio dei palanchini divini ovvero il mikoshi togyo. È il momento tanto atteso dello Shinkō-sai (神幸祭), ovvero l'uscita della divinità dal tempio con i palanchini portati a spalla per le vie della città.
Il 24 luglio questa doppia sfilata viene ripetuta e alla sera i tre mikoshi vengono riportati al tempio al tempio. È il momento del Kankō-sai (還幸祭), con il quale lo spirito del dio ritorna definitivamente al mondo che gli appartiene.
Al termine della sfilata i carri vengono immediatamente smantellati e conservati per il festival successivo.
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Lo stesso giorno si svolge la Hanagasa Junkō (花傘巡行), evento che come suggerisce il nome stesso ha come protagonista i fiori. Questo nome viene infatti scritto con i caratteri di hana (花) ovvero fiore, e kasa (傘) ovvero ombrello. Durante questa parata, i carri e le persone che sfilano sono tutti adornati da ombrelli e cappelli abbelliti da fiori.
La parata è aperta da piccoli mikoshi trasportati questa volta da bambini e al loro seguito troviamo un corteo numerosissimo di persone in abiti tradizionali. Ci sono i rappresentanti di associazioni culturali e commerciali, musicisti, danzatori,acrobati e in particolare alcune tra le più note geisha e maiko della città. E sono proprio loro i fiori più belli da mettere in mostra.
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Il 28 luglio c’è la cerimonia del mikoshi-arai (神輿洗式), il lavaggio dei mikoshi presso il santuario Yasaka, per purificare i palanchini, fino al prossimo anno.
Se vi trovate nei paraggi non perdevi questo momento. Si dice infatti che porti fortuna essere colpiti dagli schizzi dell'acqua destinata al dio.
A segnare la fine del Gion Matsuri è il festival del nagoshisai (夏越祭), che si tiene ogni anno il 31 di luglio presso il santuario Ekijin.
Legato al torii, il ‘cancello’ che segna l’ingresso dell’area sacra del tempio, si trova una grossa corda di paglia intrecciata a formare un cerchio del diametro di due metri, lo Chinowa (茅の輪).
Passate pure attraverso questo grande cerchio per essere purificati, e ricevere poi un talismano di protezione sul quale troverete scritto “Somin-shorai shison nari(蘇民将来子孫也) che significa “Sono un discendente di Somin Shorai”. Secondo la leggenda Somin Shorai era un uomo umile che un giorno accolse in casa un viandante che era già stato rifiutato da un ricco signore. Il viandante era in realtà una divinità che per ringraziarlo della sua ospitalità gli insegno come costruire questi talismani porta fortuna. Da allora si crede che questi abbiano il potere di allontanare catastrofi e ladri.
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Quello del Gion Matsuri è un lungo viaggio in cui si intrecciano storia e leggenda, religione e spettacolo. Un evento unico nel suo genere.
E voi? Avete mai avuto occasione di prendervi parte? Aspettiamo i vostri commenti e le vostre esperienze!
Japan Tradition: Hadaka Matsuri
Hadaka Matsuri
Sebbene oggi giorno la nudità non rappresenti quasi più una vergogna, da questa parte del mondo e non solo, essa rientra spesso nella categoria di quegli argomenti comunemente considerati pruriginosi.
La nudità incuriosisce, talvolta ci turba, e senz'altro stuzzica le fantasie di ognuno di noi.
Il Paese del Sol Levante è terra ricca di abitudini e tradizioni che spesso entrano in contrasto tra di loro. Prendiamo per esempio l'ossessione per le buone maniere, l'estrema riservatezza, il gran senso del pudore e i quartieri dediti alle trasgressioni notturne e ai divertimenti senza fine. Tuttavia in questo paese trovano posto anche i festival dedicati alla nudità. Non c’è migliore occasione per "mettere a nudo se stessi", se non durante l'Hadaka Matsuri.
Prima di entrare nel vivo di questa celebrazione, farei un passo indietro. Nella lingua giapponese, il termine matsuri indica una festa tradizionale. Questo nella loro cultura coincide con un evento che attira nelle strade e nei parchi centinaia di persone.
Le Origini
Molti di questi festival hanno avuto origine dalle feste tradizionali cinesi. Esse tuttavia sono andate scomparendo con gli anni, mischiandosi o venendo rimpiazzate dalle tipiche usanze giapponesi. Infatti in Giappone, il concetto di festa o celebrazione, deriva dal profondo legame che questo popolo ha con la natura, riconducibile anche alla religione tradizionale del Paese, lo Shintoismo.
L’Hadaka Matsuri letteralmente significa "festa dell'uomo nudo". Durante questa celebrazione i circa 9.000 partecipanti, solamente uomini, indossano unicamente il perizoma tradizionale giapponese, il fundoshi, e per chi lo desidera, anche il kimono. Ma non solo, tra i partecipanti, c'è chi sceglie anche di non indossare nulla.
Questa festa ha luogo in diverse zone del Giappone. La più importante è quella di Okayama (sede originaria dell'evento), sull’isola di Honshu. Essa si svolge nel Tempio Saidai-ji, infatti il nome completo della festa è "Saidaiji Eyo Hadaka Matsuri". Trattandosi di un evento di tipo religioso è assolutamente vietato bere o portare alcool. Inoltre, gli uomini che hanno dei tatuaggi possono partecipare, ma solo a patto che li coprano con del nastro.
L'Hadaka Matsuri ha origini lontanissime. Si dice che risalga al 767 d.C., quando i fedeli gareggiavano per ricevere talismani fatti di carta, i go-o, gettati da un sacerdote.
Hadaka Matsuri e la nudità
Secondo alcune testimonianze, si dice che coloro che riuscivano ad ottenere questi talismani avrebbero goduto di un anno di fortuna.
Inoltre, la credenza collettiva vedeva la nudità in grado di assorbire mali e sfortune. Infatti colui che riusciva ad ottenere il talismano, veniva proclamato Uomo Nudo o Uomo dello Spirito (shin-otoko). Tutti coloro che volevano liberarsi della propria sfortuna cercavano di toccarlo.
Ma ancora oggi, essendo in tantissimi uomini a prendere parte alla gara, non è affatto semplice per loro riuscire a "toccare" il più fortunato. Anche per i partecipanti più assidui possono essere necessari molti anni prima di riuscire ad avere un contatto con il suddetto.
Con il passare del tempo, i sacerdoti si resero conto che i go-o, essendo realizzati in carta, avevano vita breve. Infatti, molto spesso finivano per essere distrutti proprio durante la calca per accaparrarne uno. Successivamente furono sostituiti con dei bastoni di legno usati ancora oggi e preparati dagli stessi sacerdoti con l'aiuto di strumenti manuali.
Ed ecco come la nudità si tramuta in sacra tradizione.
La tradizione
Dopo aver vissuto alcuni giorni in isolamento in veglia e in preghiera, i giovani partecipanti con indosso solo il fundoshi, si dirigono verso il Tempio. Essi corrono, mentre vengono investiti da getti di acqua ghiacciata. Giunti nel Tempio, devono riuscire ad afferrare uno dei bastoni di legno, gli shingi. Questi vengono gettati dai sacerdoti che si trovano nella parte alta del Tempio. Alle ore 22:00, per rendere la prova ancora più ardua e di difficile realizzazione, questi talismani vengono lanciati a luci spente o quasi. Una volta agguantato il bastone, il primo che riesce ad infilarlo in posizione verticale in una scatola di legno colma di riso, viene proclamato shin-otoko. Il vincitore viene benedetto con un anno di felicità e fortuna, oltre che ottenere un premio in denaro.
Oltre agli shingi, i sacerdoti gettano anche 100 rami di salice, e chiunque riesca ad afferrarli avrà fortuna nell’anno futuro.
Meno fortunato, succede anche che durante la calca avvengano incidenti. Nel migliore dei casi si tratta "solamente" di ematomi, nasi e labbra rotti. È per questo motivo che i sacerdoti chiedono sempre di annotare sul fundoshi (o su un pezzetto di carta da inserire al suo interno) tutte le informazioni utili, come ad esempio: nome, cognome, indirizzo e gruppo sanguigno.
Fotografo : Kurt Gledhill