Japan Travel: Fushimi Inari

Fushimi Inari

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Le migliaia di porte color vermiglio

Un sentiero composto da tantissimi torii di colore vermiglio, uno dietro l’altro: questo è il simbolo più riconoscibile del santuario shintoista Fushimi Inari Taisha (伏見稲荷大社). Il complesso sorge a  Fushimi-ku, a sud di Kyoto, ed è il più importante di parecchie migliaia di santuari dedicati al kami Inari. Inari è il dio shintoista protettore della prosperità e ricchezza dei raccolti, in particolare del riso.

Raggiungere questo luogo sacro è molto semplice poichè è situato di fronte alla stazione JR Inari. In alternativa si può camminare per un breve tratto dalla stazione Fushimi Inari servita dalla Keihan Main Line.

Le sue origini sono molto antiche e la sua fondazione risale ad ancor prima del 794, data in cui Kyoto diventò capitale. Inizialmente costruito sulla collina Inariyama, a sud ovest di Kyoto, fu spostato nell’816 su richiesta del monaco Kourai. L’attuale struttura principale del tempio fu edificata invece nel 1499.

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All'ingresso del santuario si trova la Porta Romon donata nel 1589 dal famoso leader Toyotomi Hideyoshi (egli fu un famoso samurai e daimyō del periodo Sengoku, fondatore del Clan Toyotomi. Succedendo al suo signore Oda Nobunaga anche nell'opera di riunificazione del Giappone, è considerato il secondo dei tre "grandi riunificatori”.)

Al di là della Porta Romon si erge la sala principale del santuario (honden) dove i visitatori dovrebbero fare una piccola offerta in segno di rispetto verso le divinità che vi risiedono.

Nella parte posteriore del terreno principale del santuario si trova l'ingresso al sentiero escursionistico coperto di torii ( 鳥居 tradizionale portale d'accesso giapponese che conduce ad un jinja, un tempio shintoista). Il sentiero inizia con due fitte file di porte parallele chiamate Senbon Torii ("migliaia di porte torii”). Essi si trovano a cavallo di una rete di sentieri che conducono nella rigogliosa foresta del sacro monte Inari (Inari-yama), a 233 metri di altezza. Ogni porta è stata donata dai fedeli o da qualche azienda e reca su di essa una scritta con il nome del donatore e la data della donazione stessa.

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La Volpe

Ai lati del sentiero ci sono le statue di una volpe seduta (Kitsune 狐), poste a nord-est, le quali svolgono il ruolo di guardiane aventi il compito di impedire l'ingresso dell'energia demoniaca nel mondo terreno. Le volpi sono inoltre considerate  le messaggere di Inari. Quest'ultimo, secondo la tradizione, nei periodi invernali risiedeva in montagna per poi scendere a valle in primavera durante la stagione agricola. Finito il periodo del raccolto, Inari sarebbe tornato ancora una volta nella sua residenza invernale. Ogni stagione le volpi si avvicinavano alle abitazioni degli umani allo stesso modo, venendo col tempo riconosciute come naturali messaggere del dio.

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Esse sono un soggetto ricorrente e un elemento di particolare importanza per i giapponesi. Rappresentano infatti creature sacre e misteriose dotate di una grande intelligenza e strani poteri soprannaturali che sviluppano con l’età.  La loro abilità principale è quella di cambiare aspetto ed assumere sembianze umane (infatti esse appaiono spesso con l'aspetto di una bella donna). Un altro potere a loro attribuito è quello del Kitsunetsuki (狐憑き o 狐付き) ovvero il potere di possedere gli essere umani. Si credeva infatti che una volpe fosse in grado di entrare nel corpo delle sue vittime, generalmente giovani donne, attraverso un'unghia o il petto, nutrendosi così della loro forza vitale vivendo all'interno del loro corpo.

Le kitsune di Inari sono bianche, colore considerato di buon auspicio. Esse possiedono il potere di allontanare il male, e talvolta agiscono da spiriti guardiani. Infatti, oltre a proteggere i santuari di Inari, esse proteggono le persone del posto fungendo da spauracchio contro le malvagie nogitsune, gli spiriti-volpi che non sono al servizio di Inari. Le volpi nere e le volpi a nove code sono altresì considerate come portafortuna.

Lungo il sentiero alcune di esse tengono tra le loro fauci una chiave che rappresenta la chiave del granaio.

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Percorrendo l’Inari-yama

Raggiungere la cima della montagna richiede circa 2 o 3 ore, e lungo la strada ci sono molti santuari più piccoli con pile di porte torii in miniatura che sono stati donati dai visitatori con budget inferiori. Ci si imbatte facilmente anche in alcuni ristoranti che offrono piatti a tema locale come l’ Inari Sushi e i Kitsune Udon ("Fox Udon"), entrambi con pezzi di aburaage (tofu fritto), che si dice sia il cibo preferito delle volpi.

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Dopo la prima mezz’ora di cammino, le porte torii iniziano a diminuire gradualmente fino a giungere all’incrocio di Yotsutsuji, a circa metà della montagna. Da qui si può apprezzare una splendida vista su Kyoto.

A questo punto il sentiero si divide in un percorso circolare fino alla cima.


Japan Travel: Aokigahara

Aokigahara

Photo credits: Ko Sasaki for The New York Times 

Jukai, il mare di alberi in cui affogare la propria anima

Ai piedi del Monte Fuji, nata dall’eruzione del vulcano Nagaoyama nell'864 d.C., sorge Aokigahara (青木ヶ原) più conosciuta con il nome di Jukai (樹海, mare d'alberi).  È una fitta foresta di 35 km² costituita da caverne e una intricata vegetazione di cipressi, querce e arbusti tra cui il fiore della neve giapponese. La sua particolare conformazione non permette il passaggio del vento e dei raggi solari donandole un aspetto spettrale e silenzioso. In inverno la fitta nebbia che la circonda ne vieta l’accesso ai visitatori incapaci persino di trovarne l’entrata.

Quella di Aokigahara è una triste storia poichè lasciare i sentieri ufficiali significa perdersi nella sua immensa struttura labirintica. Coloro che solitamente abbandonano il percorso stabilito hanno una sola intenzione: il suicidio. Non è difficile quindi imbattersi in cartelli sia in lingua giapponese che in inglese che cercano di dissuadere le persone dalle macabre intenzioni.

“La tua vita è un dono prezioso ricevuto dai tuoi genitori” 

“Per favore, rivolgiti alla polizia o un medico prima di commettere suicidio“

“Non restare da solo con i tuoi problemi, parlane!”

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La Foresta Dei Suicidi

Dal 1950 ad oggi, le statistiche di Jukai danno i brividi: dai 30 ai 105 suicidi l'anno. Nel 1970 il governo giapponese decise di costituire una speciale ronda annuale, composta da ufficiali di polizia, volontari e giornalisti. Questa ronda è addetta alla ricerca e alla rimozione dei cadaveri, ma ciò non esclude la terribile possibilità di imbattersi in scheletri e corpi putrefatti camminando per la foresta. Spesso è possibile trovare anche degli Ema: delle tavolette sulle quali sono scritte maledizioni contro coloro che spinsero le persone a togliersi la vita.

Allontanarsi dal sentiero ufficiale vuol dire anche incontrare nastri colorati tesi tra gli alberi, e questo perchè non tutte le persone che si inoltrano nella foresta hanno deciso di morire. Alcuni vogliono semplicemente riflettere e questi fili sono necessari per ritrovare la strada nel caso si decidesse di vivere. Seguire quei percorsi porta quasi sempre a qualcosa però: qualche oggetto, una tenda abbandonata e, nel peggiore dei casi, al corpo senza vita di chi ha fatto la scelta sbagliata.

C'è un'altra particolarità che rende Aokigahara inquietante e misteriosa: gli smartphone e tutti i dispositivi elettronici smettono di funzionare all'interno della boscaglia e le bussole impazziscono. Ritrovare il nord è impossibile. Tutto questo è causato dall'alto tasso di magnetite, il minerale con le più forti proprietà magnetiche.

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Gli spiriti di Jukai

Nei tempi antichi si raccontava che in essa vi risiedessero i Kodama (木魂), gli spiriti degli alberi che imitano le voci dei defunti. Poiché essi possiedono poteri sovrannaturali, abbattere un albero ritenuto dimora di un kodama è considerato fonte di sventura. I giapponesi usano quindi marcare i tronchi di quegli alberi con una corda sacra detta Shimenawa. Al contrario, vedere un kodama è reputato un buon auspicio perché significa che il luogo è vitale e pieno di energia positiva.

Ma i Kodama non sono i soli esseri che si dice popolino questo luogo. La foresta sembra infatti essere infestata da veri e propri fantasmi, gli Yurei. Il termine si compone del kanji yū (幽 "flebile", "evanescente", ma anche "oscuro") e rei (霊 "anima" o "spirito"). Gli Yurei incarnano le anime dei defunti morti di morte violenta, perchè suicidi o perchè assassinati. Incapaci di lasciare il mondo dei vivi e raggiungere in pace l'aldilà hanno bisogno di portare con sé altre vite.

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Romanzi e Film nella cultura di massa

Nel 1960 venne pubblicato Nami no tō (波の塔) “Tower of Waves” di Seichō Matsumoto, che parla di due amanti che si tolgono la vita nella foresta. Jukai viene descritta da Matsumoto come “la più bella foresta abbandonata e selvaggia che esiste.. Un posto perfetto per morire in segreto”.

Negli anni più recenti Hollywood ha dato vita a una serie di pellicole. Nel 2013 esce "Grave Halloween" in cui una giovane donna si reca a Aokigahara con degli amici per ritrovare il corpo della madre, una biologa scomparsa nella foresta. Nel 2015 viene alla luce "La foresta dei sogni", diretto da Gus Van Sant, la cui trama vede un uomo statunitense che si reca a Aokigahara per togliersi la vita e lì incontra un uomo giapponese con le stesse intenzioni. Mentre nel 2016 invade le sale cinematografiche l'horror-thriller "Jukai - La foresta dei suicidi" in cui una ragazza viaggia fino a Aokigahara per ritrovare la sorella gemella di cui non ha più notizie.


Japan Travel: Pellegrinaggio di Yanaka - La Tokyo nascosta

La Tokyo nascosta: pellegrinaggio alla ricerca della buona fortuna.

Photo credits: japaneseprints.livejournal.com  

Il rapporto che i giapponesi hanno con la religione, e soprattutto con la spiritualità, è molto particolare. Non molto eclatante, a volte nascosto, ma è un legame sempre presente, fatto di piccoli gesti quotidiani e rituali. A volte, in occasioni particolarmente importanti o in periodi difficili si fa visita a questa o quella divinità per chiedere protezione e benevolenza. Tra le divinità più venerate in tutto il Paese ci sono quelle che vengono chiamate le 'Sette Divinità della Fortuna', in giapponese Shichi Fukuji (七福神).Non è quindi inusuale trovare brevi percorsi di pellegrinaggio in onore di questi dei.

Queste sette divinità sono arrivate in Giappone ormai secoli fa, e sono frutto di un lento processo di assimilazione. Processo che ha visto fondersi insieme Buddismo, Induismo, Taoismo e Shintoismo ovviamente. Camminando per un percorso prestabilito si toccano i templi di tutte e sette le divinità collezionando timbri o iscrizioni a commemorazione della visita.
Questi pellegrinaggi sono più frequenti durante le prime due settimane dell'anno. Questo è infatti il periodo in cui, secondo le antiche tradizioni giapponesi, le sette divinità approdano a terra con la loro 'nave dei tesori' distribuendo doni e buona fortuna a tutti.

Soltanto a Tokyo ci sono più di 20 percorsi di questo tipo e quello di cui vogliamo parlarvi oggi vi porterà alla scoperta di Yanaka.
Yanaka è una piccola perla risalente all'epoca Edo, incastonata tra alti palazzi, vie dello shopping e il famoso parco di Ueno. Il suo cuore antico ha saputo mantenersi intatto, ed è spesso meta di molti turisti che vogliono ritrovare nella grande metropoli un assaggio del suo passato.

Pellegrinaggio attraverso Yanaka

Photo credits: flickr.com - Patrick Kenawy

Questo percorso attraverso Yanaka inizia dalla stazione di Tabata, facilmente riconoscibile essendo una delle fermate della Linea Yamanote, che collega con il suo percorso circolare, tutte le zone di attrazione principale della città.

La vostra prima tappa sarà il tempio Tokakuji, a poca distanza dalla stazione.
Essendo questa la prima tappa del pellegrinaggio, qui potrete acquistare il rotolo rappresentante le sette divinità che poi vi verrà segnato ad ogni tappa.
Questo tempio ospita Fukurokuji, divinità che come suggerisce il nome stesso è il dio della saggezza, della ricchezza e della longevità. Spesso rappresentato calvo e con una fronte sproporzionatamente alta, è accompagnato da una gru e una tartaruga, simboli di longevità. A volte è presente un cervo nero. La sua statua è collocata nel giardino retrostante il tempio che viene aperto al pubblico solo per il Nuovo Anno.

Ma nonostante il tempio sia dedicato a Fukurokuji, la prima cosa che attirerà la vostra attenzione all'ingresso saranno due statue Nio. Queste due statue si ergono a protezione del tempio e anche dei malati che ne chiederanno la protezione. Si ritiene infatti che abbiano poteri curativi.
Se soffrite per qualche malanno, acquistate l'apposito foglietto di carta rossa presso il tempio e attaccatelo sulla statua li dove avvertite dolore. La divinità vi guarirà.

Sempre qui, potrete acquistare una mappa del percorso, per facilitarvi la strada.

Photo credits: flickr.com - realitycheck2002

La seconda tappa è il tempio Sei'un-ji, conosciuto anche come Hanamidera. Come suggerisce il nome, il tempio era, ed è ancora oggi, una meta particolarmente adatta ad assistere alla fioritura primaverile. Questo è possibile grazie agli alberi di ciliegio e alle azalee qui piantate nel XVIII secolo. Il tempio è dedicato al dio Ebisu, il più giovane tra i sette, divinità del commercio e protettore di pescatori e lavoratori, ma anche dei bambini piccoli.

Ad appena un minuto di distanza, si trova il terzo tempio del pellegrinaggio, il tempio Shusei-in che ospita Hotei. Questa divinità, conosciuta anche come il Budda che ride, è rappresentata come un uomo calvo e panciuto, dal sorriso bonario che spesso accompagnato da bambini. Hotei potrebbe essere associato al nostro Babbo Natale in quanto anche lui porta con se un sacco di doni che elargisce soprattutto ai bambini.
La statua di Hotei nel tempio Shusei-in è particolarmente bella. Fermatevi a pregare presso di essa, ma anche ad ammirare i murales dipinti che caratterizzano il tempio.

Photo credits: japantoday.com

Un pò più defilato è il tempio Choan-ji, la vostra tappa successiva.
Qui trova la sua dimora Jurojin, divinità della longevità. La sua rappresentazione è molto simile a quella di Fukurokuji ed è per questo che queste due divinità vengono spesso sovrapposte. Ma è possibile trovare anche Itabi, delle statuine erette per preservare il riposo delle anime dei morti risalenti al periodo Kamakura (1185-1333) e Muromachi (1336-1573). Il tempio Choan-ji ne ospita ben tre risalenti a questo periodo.

Superato questo tempio, dirigetevi verso il Cimitero di Yanaka e la vostra prossima destinazione sarà il tempio Tennoji. Esso vi accoglierà al suo ingresso con una grande statua di Budda risalente alla fine del 1600. Ma il vostro obbiettivo principale sarà un piccolo altare alla vostra destra. Qui risiede Bishamonte, il dio guerriero, rappresentato con una lancia e una pagoda tra le mani, a simbolo della sua duplice natura. È il dio dei guerrieri che punisce i malvagi, e l'associazione con il pacifico predicatore Budda non deve stupire. Bishamonten infatti, noto anche come Tamonten, è anche il protottero dei luoghi in cui Budda predica.

Penultima tappa di questo pellegrinaggio è il tempio Gokoku-in, dimora del dio Daikokuten, divinità della ricchezza e dei raccolti, ma anche protettore della casa e in particolare della cucina. Da notare un piccolo palco nel cortile antistante il tempio utilizzato per rappresentazioni in onore della divinità.

L' ultima tappa, forse quella più bella, vi porterà ad attraversare il parco di Ueno fino ad arrivare al stagno Shinobazu e al tempio Bentendo.
Benten è ospitata in questo tempio, dea delle arti e della musica. Questa divinità si dice essere più felice quando è circondato dall'acqua, ecco perchè il tempio si trova vicino a questo stagno, e il suo simbolo è un liuto. Benten è anche la divinità della conoscenza e della saggezza, visitata quindi anche da coloro che desiderano avere successo sul lavoro o per un esame.
Il tempio, seppure una ricostruzione moderna, resta fedele alla struttura originaria ed è particolarmente riconoscibile per i suoi colori brillanti. Dominanti sono il rosso, il bianco e il verde acqua.

Photo credits: flickr.com - Toshihiro Gamo

Qui termina il pellegrinaggio, ma lungo il percorso non mancano certo le distrazioni che renderanno ancora più piacevole il vostro viaggio.

Lungo il percorso

Photo credits: Japan Italy Bridge

Lungo la strada troverete una miriade di altri piccoli templi sia buddisti che shintoisti. Fate una passeggiata nell'antico quartiere di Yanaka Ginza, proprio alle spalle della stazione di Nippori e fermatevi a mangiare qualcosa ad uno dei tanti chioschetti tradizionali della zona.
Appena fuori da Yanaka troverete il piccolo tempio Kyooji, sul cui portone centrale è possibile ancora vedere dei fori di proiettile. Questi segni sembrano risalire alla battaglia di Ueno del 1868 durante la quale le truppe imperiali cacciarono via dalla allora Edo le truppe fedeli allo shogun.
Il cimitero di Yanaka poi vi darà modo di fare una piccola sosta. Un luogo di pace che vi sorprenderà ancora di più durante la fioritura dei ciliegi.
Per non dimenticare il Parco di Ueno, un piccolo gioiello verde nel cuore di Tokyo. Meta rinomata per la sua meravigliosa fioritura dei ciliegi, ospita al suo interno anche per il famoso Zoo di Ueno con i suoi panda.

Photo credits: Japan Italy Bridge

Nel parco, tra gli altri, è presente anche il tempio Toshogu con la sua pagoda, dedicato a Tokugawa Ieyasu. Nel periodo tra aprile e maggio sarà anche possibile entrare nel bellissimo giardino che ospita una piccola ma impressionante collezione peonie, uno dei fiori più amati dai giapponesi.

Non mancano poi musei e negozi tradizionali, in un viaggio alla scoperta di una Tokyo un pò diversa da quella che siamo abituati a conoscere, ma certo altrettanto affascinante.


Japan Travel: Nikkō

Nikkō - La città senza tempo

Poco distante da Tokyo, si trova una città che potremmo definire magica. Questa è Nikkō, letteralmente "La cittа della luce del sole”. Situata nella regione montuosa della prefettura di Tochigi, è una delle più famose mete turistiche del Giappone. Ricca di monumenti storici, è entrata nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. I suoi monumenti più famosi sono il Nikkō Tōshō-gū dedicato allo shogun Tokugawa Ieyasu e il Futarasan Jinja risalente al 767.

La città è inoltre immersa nella natura, con montagne, sorgenti termali e il Parco Nazionale di Nikkō dove si possono trovare diverse bellissime cascate.

Fra sacro e moderno

Il 20 marzo 2006 la vecchia città di Nikkō si è fusa con la cittа di Imaichi e le municipalità di Ashio, Fujihara e Kuriyama, dando come risultato la nuova città di Nikkō . Sacro e profano, una divisione ancora più marcata dal grande “ponte sacro” Shinkyo, tutto laccato di rosso e originariamente riservato all’imperatore e allo shogun. Oggi questo stesso ponte è percorso da centinaia di visitatori ogni anno per arrivare al Rinno-ji, il grande tempio conosciuto in particolare per la “Sala dai tre Buddha”.

I  monumenti

Dietro a questo tempio, si trova il Tōshō-gu, dove la grande famiglia Tokugawa aveva stabilito il suo santuario scintoista, facendolo diventare il più riccamente decorato del paese. Più di 15000 artigiani del paese parteciparono alla sua costruzione e con le sue dorature, i suoi colori brillanti, le sue linee sinuose, questo luogo di culto è considerato tra i più belli dell’architettura Momoyama (1573–1603). Ancora più famoso è il frontone della scuderia sacra, prettamente minimalista e conosciuto da tutti i giapponesi per le tre piccole scimmie scolpite nel legno: Mizaru ("la cieca"), Kikazaru ("la sorda") e Iwazaru ("la muta”). Esse simboleggiano infatti i precetti della setta buddista Tendai, ispirati da Confucio: non guardare il male, non pronunciarlo, non ascoltarlo.

Se avete un’intera giornata per esplorare la città, non potete perdere l’occasione di andare a visitare la statua del gatto addormentato che marca l’entrata alla tomba di Tokugawa Ieyasu. Successivamente, costeggiando il fiume Daiyagawa, potete trovare la passeggiata del Kanmanga Fuchi, una sontuosa camminata fra boschi e strane formazioni vulcaniche del monte Nantai. Alla fine di questa passeggiata, vi aspettano decine di statue di Jizō, protettore dei bambini, dove il tempo sembra essersi fermato.

Ad una distanza di 30 km, potrete poi trovare il magico lago di Chūzenji dove è possibile fare un’escursione in battello per arrivare alla spettacolare cascata Kegon no Taki e alle sorgenti di acqua calda di Yumoto Onsen.

Una città fra la storia e la modernità, fra montagne e laghi incantati, una piccola perla di storia a pochi passi dalla metropoli di Tokyo. Qui si può respirare ancora la classica sensazione della tradizione giapponese nel suo pieno. Una meta assolutamente da non perdere per tutti gli amanti di questa cultura e di questa nazione.

Come arrivare

Il treno è il mezzo più comodo e rapido per raggiungere Nikko dal centro di Tokyo.

Linea Tobu - Asakusa

Dalla stazione di Asakusa, facilmente raggiungibile raggiungibile via metro dai principali quartieri di Tokyo, potete prendere la linea Tobu che offre corse per Nikko ogni ora. Il costo per a/r è di circa 2800¥, il viaggio dura circa 2h ed è in assoluto l'opzione più economica. Il JR Pass non è valido su questa tratta.

info: Website della linea Tobu

Limited express - Shinjuku

Il JR limited express collega direttamente la stazione di Shinjuku con Nikko, il costo del biglietto a/r è di 8000¥. Sfortunatamente, il JR pass non copre completamente la tratta, sarà quindi necessario pagare un sovrapprezzo. Per prenotare la corsa basta consultare i sito della JR east.

Info: Sito di JR East

JR Shinkansen - Tokyo

Questo è il modo più comodo e più veloce per raggiungere Nikko, specialmente se siete in possesso del JR Pass. E’ possibile prendere il JR Tohoku Shinkansen dalla stazione Tokyo, ma dovrete cambiare treno ad Utsunomiya e continuare sulla JR Nikko Line. Il costo della tratta a/r è di 10000¥, sconsigliata per chi non ha il JR Pass.

Info: sito di Hyperdi

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Japan Travel: Akihabara

Akihabara

Photo credits: travel.gaijinpot.com

Akihabara conosciuta come Tokyo’s Electric Town si trova nel quartiere speciale di Chiyoda a Tokyo. Vivace e luminoso, in questo piccolo distretto si concentrato tutti i negozi  di elettronica, informatica, videogiochi e quant’altro legato al mondo degli anime e manga.

Akihabara è sicuramente il centro di attrazione principale per gli Otaku che si possono incontrare in ogni angolo del quartiere. おたく/オタク è un termine della lingua giapponese che dagli anni ottanta indica una subcultura giapponese di appassionati in modo ossessivo di manga, anime e altri prodotti ad essi correlati. In Occidente il termine viene usato per indicare sia specificatamente gli appassionati di cartoni animati e fumetti giapponesi, sia le persone appassionate, in generale, di quello che proviene dal Giappone, senza le implicazioni negative.

Akiahabara in sè non è una meta turistica essenziale, ma se si è particolarmente appassionati di elettronica essa si trasforma sicuramente in una tappa da non perdere.

I luoghi cult del distretto

Photo credits: wowsabi.co

Passeggiando per le vie dell’”Electric Town” ci si può imbattere in una serie di famosissimi negozi e palazzi da non lasciarsi scappare come lo Yodobashi Akiba, il centro commerciale di 9 piani più grande del mondo. Troviamo anche il negozio Animate che offre ben 8 piani pieni di merchandise di anime, manga e videogames, o il Mandarake sempre dedicato a manga e anime anche se di seconda mano. E ancora il Super Potato, un negozio di 4 piani che offre un vasto assortimento di video games retrò e una piccola sala giochi anni ’80.

E se si è alla ricerca di qualcosa che non si riesce ad ottenere in nessun luogo, quasi sicuramente lo si può trovare dove tutto è cominciato: a Radio Kaikan!

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Aperto nel 1962, fu il primo negozio a fornire di televisori, lavatrici e frigoriferi gli abitanti. Nel tempo si è evoluto divenendo il paradiso degli otaku. Nel 2011, dopo il grande terremoto, fu raso al suolo, ma ricostruito restando sempre un punto di riferimento per gli appassionati di anime.

Il miglior locale di intrattenimento è sicuramente il Maidreamin Maid Cafe, un’esplosione di colori, esibizioni e di temi “kawaii”. Questa è la meta adatta per chi ha voglia di sorridere un po’ e vedere cosa sia un maid cafe anche se è un po’ costoso. Se invece si è fan di Gundam, ecco ergersi il Gundam Cafe il quale, proprio all’entrata, offre un piccolo servizio take-out per chi non ha tempo di sostare. Sempre qui è possibile prendere il taiyaki (tipico dolce giapponese a forma di pesce) con la forma di Gundam e altri cibi a tema!

Photo credits: akibacity.tokyo

La grande insegna verde.

Photo credits: mishajoh.blogspot.it

Quando si parla di “sexy shop” si pensa immediatamente a qualcosa di “dubbio”, “losco”, qualcosa da cui stare alla larga. Invece il Pop Life Department M’S, situato esattamente sull’angolo appena fuori dall’uscita della stazione di Akihabara, è attraente e divertente. Molto pulito ed ordinato, tra gli scaffali di M’S si possono trovare oggetti inimmaginabili! Set di sexy cosplay, DVD per adulti molti dei quali anche di nicchia, tutte le ultime invenzioni tecnologiche per “uso personale” e prodotti di lifestyle. La maggior parte dei visitatori del negozio sono semplici turisti curiosi o giovani coppie. La cosa più strana è che nel seminterrato ci sono due macchinette automatiche per la vendita di mutande “usate”!

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Japan Travel: Shinjuku

Shinjuku

Photo credits: Sergio Rola 

Shinjuku (新宿), importante centro commerciale ed amministrativo e sede del nodo ferroviario più trafficato al mondo, fa parte dei 23 quartieri speciali di Tokyo.

Non solo treni, Shinjuku è anche una delle maggiori tappe degli autobus a lunga percorrenza; il Busta Shinjuku, un grande terminal, è situato proprio in cima alla stazione ferroviaria.

Prendendo come riferimento la stazione, ad ovest di essa ci si ritrova nello Skyscraper District. Qui sorgono gli edifici più alti di Tokyo tra i quali hotel di lusso e le torri gemelle del Palazzo del Governo Metropolitano di Tokyo. Progettato dal famoso architetto Kenzō Tange,  qui è dove viene gestita l’amministrazione politica e pubblica della città. Le sue torri sono alte 243 metri e i ponti di osservazione, situati al 45° piano, sono aperti al pubblico gratuitamente.

Proprio da quei ponti di osservazione ciò che si può notare è la Mode Gakuen Cocoon Tower, un grattacielo situato nel quartiere finanziario di Nishi-Shinjuku. Alto 203 metri, è costituito da 50 piani al cui interno trovano spazio tre scuole: una di moda (la Tokyo Mode Gakuen), una di design (la HAL Tokyo and Shuto Ikou) e una di medicina. L'architettura, anch’essa progettata da Tange, dona al grattacielo una forma a bozzolo creata dalla forma spanciata dei tubi in alluminio bianchi (curtain wall) attorcigliati che salgono in diagonale.

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Shinjuku non è solo modernità, ma è anche la sede di uno dei più grandi e più piacevoli parchi di Tokyo: Shinjuku Gyoen,  dove la vista dei ciliegi in fiore è rinomata per essere tra le migliori del paese. Il parco è stato aperto al pubblico nel 1949 dopo essere stato il giardino della famiglia Imperiale dal 1903.

I quartieri del distretto

Photo credits: Gor Badoyan

Tra i più famosi e discussi, ecco Kabukichou, situato a nord-est della stazione. Esso è il più grande quartiere a luci rosse del Giappone, e forse è proprio per questo che ad annunciarne l’ingresso c’è una grandissima insegna luminosa rossa. La storia di questo quartiere è davvero curiosa: il suo nome proviene da un teatro kabuki che non fu mai costruito. Dal 1872, quinto anno dell'Era Meiji, quando in Giappone furono revocate le leggi che regolavano i rapporti con le geishe e le prostitute, Kabukichou divenne il principale quartiere a luci rosse della città di Tokyo. Successivamente le leggi contro la prostituzione divennero più ferree e dopo la seconda guerra mondiale il quartiere fu sottoposto ad alcuni tentativi atti a cambiare la sua immagine. Fu quindi fatto il tentativo di trasferire qui il teatro Kabuki-za di Ginza, distrutto da un incendio, ma alla fine il teatro fu ricostruito a Ginza, mentre a Kabukicho rimase solo il nome.

Un altro teatro fu comunque costruito a Kabukichou, il teatro Koma, che si trova in un edificio che contiene alcuni bar e discoteche.

Photo credits: Benjamin Hung

A Kabukichou comunque non si dorme mai e questa zona vanta numerosi ristoranti, bar, discoteche, "hotel dell'amore" e una varietà di strutture a luci rosse per tutti i sessi e gli orientamenti. Camminare per Kabukichou può essere rischioso in fatto di spese. I costi sono esorbitanti poichè tutto è gestito esclusivamente dalla Yakuza, uno dei motivi per cui Kabukicho è anche uno dei quartieri più sicuri di Tokyo in quanto c’è un attento controllo nelle varie attività. Proprio qui, in un dedalo di stradine ci si imbatte nel Golden Gai (la via dorata) in cui una serie di piccolissimi bar molto particolari fanno capolino. I posti a sedere al loro interno sono pochi, dai 2 ai 5, e spesso sono situati anche negli scantinati! Destreggiandosi tra di essi, si possono udire risate fragorose e spiando all’interno intravedere personaggi eccentrici, scrittori, registi e qualche turista curioso. I piccoli locali possono essere anche a tema, ma in ognuno di essi ciò che si può sempre bere è lo yamazaki, un particolare whisky giapponese.

Svincolandosi dal Golden Gai, troviamo Ichigaya, sede del Ministero della Difesa. Okubo, ricca di negozi di gestione coreana che vendono cibo tradizionale e gadget classici della cultura pop coreana. Inoltre vi si trovano bar a tema coreani, club a luci rosse e ristoranti. Shinjuku ni-chome, il quartiere gay di Tokyo e infine Takadanobaba. Quest’ultima, è una zona prevalentemente frequentata dagli studenti delle vicine Università di Waseda e Università Gakushuin. Qui sono presenti scuole di preparazione e intrattenimento, molti bar e Izakaya. L’Izakaya, composto dalle parole "i" (sedersi), saka (sake) e ya (negozio), è un tipico locale giapponese che vende bevande accompagnate da cibo, una sorta di pub.

Il simbolo di Takadanobaba è il "Big Box", un grande edificio a forma di scatola, a fianco della stazione.

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Sacro e profano

Photo credits: Node Reaver's Blog

Sembra incredibile, eppure è proprio tra i grattacieli di Shinjuku che si apre uno spazio di pace e preghiera: il Tempio shintoista Hanazono. Fu fondato nel 1600 ed è una delle mete degli uomini d’affari in quanto il tempio è dedicato alle divinità del successo economico. E’ una tappa quasi fondamentale per i turisti che, dopo aver camminato per la caotica Shinjuku, vogliono concedersi un po’ di riposo e, ogni domenica, curiosare il mercatino dell’antiquariato. Tanti sono i festival e gli eventi religiosi che hanno luogo ad Hanazono, il principale si tiene nell’ultimo week-end di maggio, il Jinja Reitaisai. In questa occasione si svolge una modesta processione nella quale il piccolo altare mikoshi viene portato a spalle dai fedeli. All’esterno del tempio 100 stands di ogni tipo affollano lo spazio circostante offrendo un perfetto intreccio tra il sacro ed il profano.

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Japan Travel: Shibuya

La dinamica Shibuya

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Shibuya (渋谷区 Shibuya-ku), conosciuta come la zona più dinamica della città, è uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo. Si sviluppa attorno all’area della stazione omonima, tra le più trafficate della capitale, che si apre sullo Shibuya Crossing, l’attraversamento pedonale più affollato del mondo.
Tutti i palazzi della zona sono corredati da mega schermi che illuminano l’intero quartiere al calare della sera. Le strade sono ricche di negozi, come lo 109 (Ichi-maru-kyū) iconico centro commerciale, e in particolare si possono trovare negozi di musica, ristoranti e i famosi “love hotel”. Questi sono concentrati soprattutto nella cosiddetta Shibuya’s Love Hotel Hill . A rendere il tutto ancora più caratteristico sono i giovani tra i quali impazza l’arte del cosplay e….. beh, Shibuya è anche uno dei quartieri dove la Yakuza è più presente!
Se non sapete cosa sia la Yakuza, il mistero è presto svelato. È la famosa organizzazione criminale giapponese suddivisa in numerose bande chiamate kumi o bōryokudan (letteralmente ‘gruppo violento) secondo la terminologia legale. Le sue radici provengono addirittura dal periodo Edo.

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Uno dei simboli di Shibuya però è il celebre monumento dedicato ad Hachiko, il cane divenuto famoso per la fedeltà nei confronti del suo padrone Hidesaburō Ueno. Purtroppo la statua è semplicemente una riproduzione di quella andata perduta durante la Seconda Guerra Mondiale.

Un quartiere, tante curiosità

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Sicuramente il nome “Shibuya” non è sconosciuto alle orecchie di nessuno. Gli amanti degli anime si saranno accorti che, ad esempio, in Super Gals! i riferimenti a questa zona sono innumerevoli. Senza contare che la protagonista ha l’abitudine di salire sulla statua mettendosi in sella ad Hachikō per liberarsi da tutti i suoi pensieri! Nei Digimon il treno per “Digiworld” parte proprio dalla stazione di Shibuya, ma non è solo negli anime che troviamo questo tipo di riferimenti. Nel videogioco per Nintendo DS The World Ends with You, è possibile aggirarsi nel quartiere fedelmente riprodotto in tutti i suoi luoghi-simbolo.
Ultima, ma non per questo meno importante, è proprio qui che nasce il genere musicale Shibuya-kei, fusione tra musica elettronica e pop, appartenente alla categoria del J-pop.

Il distratto di Harajuku

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Harajuku (原宿 letteralmente "alloggio nel prato") è la zona più conosciuta per essere una miniera di tendenze giovanili estremamente innovative. Due sono le principali strade dello shopping Takeshita e Omotesandō. La prima è dedicata alle mode giovanili in cui abbondano negozi di articoli in stile lolita, visual kei, rockabilly, punk, e cyberpunk. Omotesandō invece, gli "Champs-Élysées di Tokyo" è dedicata a negozi come Louis Vuitton, Chanel, Prada, Tod’s, solo per citarne alcuni. Le giovani che popolano le strade di Harajuku vengono identificate con il termine Harajuku girls. Sono adolescenti abbigliate secondo svariati stili anche molto diversi fra loro, ma accomunati da una generale eccentricità e colori che non passano inosservati. Queste ragazze possono essere esponenti di varie subculture, fra le quali le più importanti sono lolita, ganguro e kogal.

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Il Visual Kei nasce qui

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La corrente musicale Visual Kei – dall’inglese visual ("visivo") e dal giapponese kei (系, “stile”)- nata attorno alla fine degli anni Ottanta, si è sviluppata proprio attorno a questo quartiere. Il principio di questo movimento musicale è la dimensione estetica. Infatti, i gruppi musicali ad esso appartenenti si distinguono per la grande teatralità ed attenzione all'aspetto visivo e scenografico. Uno degli elementi più caratterizzanti è sicuramente la presenza esclusiva di musicisti uomini. Essi affondano le loro radici nello storico e raffinato Teatro Nō in cui gli uomini recitano anche i ruoli femminili. Il canone è quello di una bellezza virile che esalta la figura della donna come riferimento unico di bellezza anche per il sesso maschile.
Curiosamente si pensa che “Visual Kei” derivi da uno degli slogan della band X Japan, pioniera del genere: “Psychedelic violence crime of visual shock”.
Harajuku è il luogo perfetto per immergersi in questa subcultura, in particolare sul Jingu Bashi ("ponte del santuario"), ponte pedonale che collega il centro di Harajuku con il Santuario Meiji.

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Japan Italy Bridge Tips: Edogawa Fireworks

Edogawa Fireworks

Edogawa fireworks, japan italy bridge

photo credit: ajpscs

Se questa estate vi trovate a Tokyo vogliamo consigliarvi un meraviglioso spettacolo che da 43 anni a questa parte allieta gli abitanti di Edogawa (quartiere speciale di Tokyo che prende nome dal fiume Edo).
L’Edogawa Fireworks Festival si svolge ogni primo sabato d’agosto, dove per 75 minuti non potrete far altro che tenere gli occhi puntati al cielo. Uno spettacolo con più di 14,000 fuochi d’artificio lanciati nei cieli di Tokyo.

Vi consigliamo di assistere al festival dal Parco di Shinozaki, a circa 15 minuti a piedi dalla stazione omonima di Shinozaki. Guardare ovviamente è gratuito ma fatte presto a prendere il vostro posto perfetto! Giusto in tempo per rimanere estasiati dalla spettacolare apertura con il lancio di 1,000 fuochi d’artificio d’argento e oro solo nei primi incredibili minuti.

Se non siete sicuri di riuscire a conquistare il vostro posto in tempo potrete riservarne uno acquistando il vostro biglietto qui (Solo Giapponese).

Che siate da soli, o in dolce compagnia, con gli amici o con la vostra famiglia.. Non perdetevi questo spettacolo unico!!

DATA: 5 Ago, 2017
ORARIO DI INIZIO/FINE: 19:15 – 20:30
LOCATION: Edogawa Fireworks Festival Location
INGRESSO: Libero / Posto riservabile aquistando tramite questo sito (Solo giapponese)
STAZIONE PIÚ VICINA: Shinozaki
DOVE: Ichikawa, Tokyo

Edogawa fireworks

photo credit: cate♪

photo credit: Luke Kaneko