Shikadamari, il raduno dei cervi di Nara
Una delle città più caratteristiche del Giappone è Nara assieme ai suoi cervi e ogni anno è proprio qui che avviene lo Shikadamari. Ma cos'è esattamente questo strano e unico fenomeno? Cosa spinge centinaia di cervi a radunarsi per un'ora in questo posto al parco di Nara tutte le sere in estate?
Shikadamari, il fenomeno del raduno dei cervi di Nara
Autore: Erika | Fonte: Soranews24.com
Se siete mai stati nella città di Nara, vicino alla prefettura di Kyoto, probabilmente una delle mete che sicuramente avrete visto è il parco di Nara e la sua numerosa popolazione di cervi. La particolarità di questi cervi è che girano indisturbati per la città, ma non solo chiedono anche tanti biscotti! Proprio per questo motivo, potrebbe anche esservi capitato di dover scappare da uno di loro, mentre questi cervi curiosi ficcavano il loro naso nelle vostre borse.
Tuttavia, se siete capitati in questa città nei periodo estivi, alla sera troverete queste simpatiche creature molto meno rumorose. Infatti dopo il tramonto accade un fenomeno molto particolare chiamato "shikadamari". Questo termine giapponese si traduce con "punto di raccolta dei cervi" ed è un termine non ufficiale coniato apposta per questo appuntamento faunistico.
Infatti, dopo il tramonto nelle sere d'estate, verso le 18:30 circa, i cervi si radunano nei pressi del Parco di Nara per fermarsi in questo luogo particolare di fronte al Museo Nazionale di Nara, proprio all'interno del parco. Effettivamente, non è insolito trovare dei cervi che si rilassano all'interno del parco, ma è raro vedere una grossa quantità di questi animali radunato tutti nello stesso punto. La cosa più sconcertante, è che si radunano tutti nello stesso luogo, allo stesso orario e per la stessa quantità di tempo. Dalle 18:30 alle 19:00 infatti, è possibile vedere i cervi seduti in silenzio e, dopo le 19, questi si rialzano in piedi e ritornano nelle diverse zone del parco.
Secondo un indagine della Nara Deer Preservation Foundation, il Parco ospita circa 1388 cervi, e a questo raduno partecipano quasi metà della popolazione faunistica. Cosa potrebbe indicare?
Una delle spiegazioni plausibili per questo fenomeno è che i cervi si radunino in questo particolare posto per rinfrescarsi. Dopotutto, con le temperature cocenti dell'estate giapponese in questo luogo troviamo invece una boccata di aria fresca. Nonostante tutto, proprio questo pezzo di terra davanti al museo è una delle parti più soleggiate di tutto il parco durante la giornata. In teoria quindi, la terra viene molto surriscaldata, ma forse è proprio questo mix di terra calda e aria fresca che attira i cervi per lo shikadamari.
La Nara Deer Preservation Foundation dice:
"Ci risulta che i cervi si radunano davanti al Museo Nazionale del Nara, ma non è stata condotta alcuna indagine sul numero di cervi che vi si radunano. Non sappiamo nemmeno il motivo per cui si riuniscono lì. Ci dispiace di non poter essere di alcun aiuto".
Con questa risposta quindi, il fenomeno Shikadamari rimane a tutti gli effetti uno dei misteri del Giappone. E voi avete qualche idea particolare sul perchè i cervi si radunino tutte le sere in estate proprio in questo punto del parco? Fatecelo sapere sulla nostra pagina Facebook o nei commenti qui sotto!
Il legno e l'architettura giapponese
Se siete mai stati in Giappone o se anche solo avete visto delle foto, avrete notato che l'architettura giapponese è caratterizzata dall'utilizzo del legno come materiale primario. Oggi vediamo come questo materiale tradizionale sia diventato un emblema della giapponesità nell'architettura.
Il legno, muffa e incendi nell'architettura giapponese
Autore: Erika | Fonte: Nippon.com
L'ambiente umido del Giappone ha reso possibile lo sviluppo di uno stile architettonico principalmente focalizzato sull'utilizzo del legno. Infatti, in estate il livelli di umidità raggiungono picchi che difficilmente qui in Europa riusciamo a concepire. Tuttavia, se siete stati in Giappone durante i mesi di giugno e luglio, avrete constatato che si suda anche stando fermi. Proprio per questo motivo, nella storia di questo paese, si sono sviluppate tecniche e materiali che aiutassero a compensare questo problema. Infatti i pavimenti rialzati e gli spazi aperti tipici delle case tradizionali hanno garantito una ventilazione adeguata per combattere l'accumulo di muffe tossiche. Inoltre, la costruzione in legno a montanti e travi non solo aiuta contro l'umidità, ma diventa utile anche nella progettazione per la resistenza ai tifoni e terremoti.
Nonostante gli incendi siano stati frequenti nella storia del Giappone, storicamente i giapponese hanno costruito quasi esclusivamente con il legno. Certamente il fuoco era un problema persistente e questo infatti si riflette sulla severità delle attuali leggi anti incendio. Tuttavia, a giudicare dalla storia, sembra che la maggior causa di problem era dettata dalle catastrofi naturali che hanno portato l'architettura giapponese ad avere le forme che conosciamo tutti.
La presenza costante della muffa nell'architettura giapponese
In realtà, la muffa è un problema costante non solo per il Giappone ma un po' per tutto il mondo. Infatti, oggi siamo riusciti a creare una soluzione applicando tecniche architettoniche moderne.
Gran parte del Giappone ha condizioni ideali a causa dei vari tipi di funghi presenti nel paese. Inoltre, raramente le temperature scendono sotto lo zero e l'umidità può durare anche oltre il 70% per lunghi periodi di tempo. Queste sono tutte condizioni ideali per il formarsi della muffa, ma la tradizionale costruzione in legno alleviava questo problema. Infatti, con queste tecniche di costruzione, l'edifico veniva sollevato dal livello del suolo lasciando i muri aperti in modo che l'aria potesse fluire liberamente negli spazi. Proprio per questo problema, gli edifici più vecchi contengono pochissimi mobili ed attrezzature. I templi, i santuari, palazzi e case tradizionali rientrano in questa categoria.
Il Giappone e la tradizione
Come tutti ben sappiamo, il Giappone è un paese molto tradizionalista e anche l'architettura giapponese non è da meno. Tuttavia c'è una forte preferenza per il nuovo, infatti le grandi imprese non nascondono di progettare le case per far sì che durino circa 30 anni, dopo di ciò la casa dovrebbe essere demolita e ricostruita. Questo è quasi inconcepibile dal punto di vista occidentale, ma la ricostruzione è un mezzo perfetto per eliminare completamente muffe, infestazioni e altri problemi.
La cultura della ricostruzione ha infatti radici antiche in Giappone poiché fino al VIII secolo d.c. la morte di un imperatore era causa di spostamento del palazzo reale e della capitale. Inoltre, esisteva un detto nel periodo Edo che recitava "il fuoco è uno dei due fiori di Edo, poiché la città sbocciava spesso". Che la causa fossero gli incendi o i cambi repentini, questi motivi hanno abbassato significativamente la vita media degli edifici. Tuttavia, spostare una casa significata gettare tutto tranne la struttura in legno, l'intelaiatura veniva infatti smontata e rimontata con un tetto fresco e pareti di tamponamento. Infatti, questo non solo permetteva di risolvere i problema di muffe o altro ma anche di preservare le parti più durevoli di una casa. Proprio per questo motivo, oggi troviamo travi e colonne estremamente antiche e riciclate in molte case coloniche.
Legno VS Metallo
Durante lo shogunato dei Tokugawa, le decisioni politiche hanno limitato l'uso di dispositivi di fissaggio in metallo e anche questo è stato un fattore importante che ha favorito lo sviluppo della falegnameria nell'architettura giapponese. Infatti, nonostante l'acciaio fosse già largamente diffuso, i fissaggi metallici non avevano paragone con la longevità delle giunzioni in legno. Infatti, nel legno non perfettamente stagionati, questi fissaggi erano fortemente soggetti al ritiro stagionale e all'espansione del materiale circostante. Inoltre, se esposti all'aria, sono soggetti a rapida ossidazione a causa del clima umido del Giappone.
Al contrario, un giunto tutto in legno diventa sempre più forte con il passare del tempo. Infatti, i calcoli dimostrano che questi ultimi possono essere più solidi strutturalmente anche nei secoli successivi alla costruzione. Il legno guadagna in resistenza per 200-300 anni dopo essere stato tagliato, ma diminuisce gradualmente dopo questo traguardo. Proprio per questo motivo, i pesanti tetti dell'architettura giapponese tradizionale sono impossibili da costruire senza una elaborata struttura in legno.
Per resistere alle intemperie e i tifoni, questi tetti dovrebbero essere sostenuti da grossi muri di pietra, tuttavia in un paese dove i terremoti sono così comuni e i tifoni così devastanti, diventa troppo poco pratico. Inoltre, durate la stagione delle piogge, la condensa occuperebbe e rovinerebbe tutte le pareti in muratura. Nella tradizionale architettura giapponese, tutta la struttura portante in legno è aperta all'ispezione visiva, questo significa che qualsiasi infiltrazione d'acqua veniva facilmente identificata e gestita velocemente.
L'architettura giapponese e le case antisismiche
Come ben sappiamo, il Giappone è frequentemente colpito da terremoti che ai nostri occhi sembrano non creare troppi danni. Questo non perchè i terremoti siano meno violenti, ma è grazie alle tecniche antisismiche dell'architettura giapponese. Infatti, la resistenza ai terremoti è la terza ragione per cui nell'architettura giapponese utilizza primariamente il legno nelle sue costruzioni.
Nella cultura occidentale, le case sono solidamente legate alle fondamenta e questo le fa diventare una solida scatola resistente ai terremoti, con pareti abbastanza robuste da resistere alle scosse laterali. Di conseguenza, l'edifico si muoverà con il terreno, facendo però sentire agli occupanti tutta la forza del terremoto. Nella cultura giapponese invece, la costruzione tramite le giunzioni in legno fa si che il tutto diventi più flessibile. In questo modo, l'energia laterale di un terremoto viene assorbita dalle flessioni delle giunzioni stesse permettendo all'edifico con tetto pesante di rimanere in piedi anche duranti le forti scosse. Per farvi capire meglio, molti antichi edifici sono costruiti in modo simile ad una sedia di legno, con pilastri di sostegno senza pareti collegati sia in alto, dove appoggia il tetto, che in basso. Questo permette di sostenere il peso in modo sicuro e dinamico.
Proprio grazie all'utilizzo di questa tecnica, gran parte degli edifici tradizionali non si basano su fondamenta o seminterrati. Tuttavia, ci si potrebbe aspettare che durante un terremoto la struttura salti a partire dalle pietre di base, che le pareti in muratura si rompano e che le travi si pieghino o spezzino. Ma un edifico in legno ben costruito rimane in piedi, infatti anche nell'edilizia contemporanea l'isolamento di base sta diventando uno standard per la progettazione sismica anche se illegale in Giappone.
Tante foreste equivale a tanto legno
Ecco l'ultima motivazione per cui troviamo questa preferenza verso il legno nell'architettura giapponese. Infatti la pronta disponibilità di legname né favorì l'utilizzo nell'edilizia tradizionale, cipresso e pino per esempio sono pronti per la raccolta e l'uso solo dopo 40-60 anni di crescita. I falegnami giapponesi sono infatti diventati esperti nello sfruttare al massimo le tecniche di costruzione in legno da molte generazioni. Questo non solo ha permesso di specializzarsi nell'utilizzo di questo materiale ma ci ha anche lasciato una ricca eredità di costruzioni che non sono solo patrimonio culturale, ma insegnano anche a noi occidentali a poter diventare più sostenibili e sicuri senza rinunciare alla modernità.
Tutto ciò che c'è da sapere sui Maneki Neko
Sicuramente avrete visto i Maneki Neko, sia che voi siate o no cultori della tradizione giapponese. Vogliamo dare a questo meraviglioso e fortunato gattino giapponese un’attenzione particolare? Osserviamoli un po’ più da vicino.
Maneki Neko, il gatto porta fortuna dal Giappone
Autore: SaiKaiAngel
Noto anche come “gatto fortunato” è famoso in tutto il mondo. Il maneki-neko è un vero simbolo giapponese, con origini a Tokyo nel periodo Edo.
Originariamente i Maneki Neko erano realizzati in legno, metallo, porcellana o ghisa. Oggi si possono trovare in tutti i tipi di materiali, in particolare plastica.
photo credits: www.dailyartmagazine.com
Le origini
Le origini sono avvolte nel mistero. Esistono alcuni racconti ed il più famoso è quello del samurai che sotto la pioggia sotto un grande albero di fronte a un tempio venne chiamato con un cenno della zampa. Il samurai quindi si diresse verso di lui e proprio in quel momento, un lampo di luce colpì l'albero sotto il quale era stato pochi istanti prima. Il gatto salvò quindi il samurai da morte certa.
Un'altra storia racconta di un negoziante che prese un gatto sotto la pioggia, e il gatto si sedette davanti al negozio, facendo cenno ai clienti di entrare, come segno di ringraziamento.
Un’altra leggenda, forse un po’ più bizzarra, ruota attorno a una cortigiana che amava il suo gatto domestico. Il proprietario, convinto che il gatto fosse posseduto, si tagliò la testa nel tentativo di esorcizzarlo, proprio mentre un serpente stava per mordere la cortigiana. La testa decapitata volò in aria e atterrò sul serpente, uccidendolo all'istante e salvando la ragazza. La ragazza si sentì disperata a causa della perdita e, per darle un sorriso qualcuno le fece una statuetta del suo gatto, sembra che così nacque il primo maneki-neko.
Le differenze tra i Maneki Neko
photo credits: @punamkhokhar
Questi gattini sembrano tutti uguali, ma se li guardate attentamente, potrete scoprire anche piccolissime variazioni che ne cambiano il significato.
Ad esempio, a seconda della posizione della zampa, il significato cambia
- Zampa sinistra sollevata: attira i clienti e buoni affari. Quindi con la zampa sinistra sollevata è adatto alle imprese, ai negozi e alle attività che si svolgono principalmente durante la notte come locali notturni, bar e discoteche.
- Zampa destra sollevata: augura denaro e buona fortuna.
- Entrambe le zampe sollevate: può significare "doppia fortuna!" e protezione dalla sfortuna, anche se il gesto può anche essere visto come un tifo celebrativo. Ovviamente le zampe devono essere ad altezza diversa, perchè alla stessa altezza significherebbero “arresa” e ovviamente non è il caso del nostro Maneki-Neko.
Possiamo ogni tanto anche trovare una moneta insieme al Maneki-Neko e questo, ovviamente rappresenta prosperità, ricchezza e denaro.
La pettorina e la campana sono generalmente associati alla protezione e all'abbondanza.
A chi regalare i Maneki Neko?
Ovviamente, a seconda della persona che vogliamo omaggiare, il Maneki Neko sarà posizionato diversamente. Come trovare il posto più giusto? Leggete qui:
- A casa: va posizionato nella parte sud-est della casa, che è l’ area ricchezza/denaro
- Per il lavoro: di solito il Maneki Neko viene tenuto vicino agli ingressi in modo tale che le persone che entrano possano effettivamente vederlo. Nel caso ciò non fosse possibile, può essere tenuto nell’area nord-est dei locali commerciali.
- Per gli uffici: posizionate il vostro Maneki Neko il più vicino possibile all'ufficio.
Ovviamente, anche a seconda del colore, il significato cambia, andiamo a vederli tutti:
- Tricolore: attira buona fortuna, ricchezza, prosperità.
- Bianco: colore della purezza, i Maneki Neko bianchi attirano appunto la purezza e la felicità.
- Nero: sono visti come delle guardie. Proteggono dalle energie negative e dal male. Inoltre aiutano a scacciare gli stalker e forniscono sicurezza, conforto e pace.
- Dorato: il colore dorato è associato a ricchezza e denaro. Questo Maneki-Neko attira benefici materiali e monetari e per questo si trovano molto nei negozi, ristoranti e altri luoghi di lavoro.
- Rosso: il rosso, come il nero, è un protettore ed è usato per proteggersi dal male e dalle malattie. È bene tenerne uno nella stanza dei bambini.
- Rosa: il rosa è il colore dell'amore, quindi questo Maneki-Neko attrae amore e romanticismo.
- Verde: questo Maneki-Neko aiuta gli studenti ad aumentare la concentrazione verso gli studi, proteggendoli dalle malattie ed aiutandoli a guarire nel caso ce ne fosse bisogno.
- Blu: attira pace, armonia e felicità per i membri della famiglia.
Tre modi per dire "Ti Amo"
"Ti Amo, I love you" Come dirlo in Giapponese? Ci sono tanti tipi di amore, perchè dovremmo esprimere amore solamente in un modo? I giapponesi la sanno lunga, sanno che ogni tipo di amore ha bisogno di un modo per essere espresso, un modo completamente personale.
Ti amo / I Love you, ecco come dirlo in Giapponese
Autore: SaiKaiAngel | Fonte: SoraNews24
Tutto questo, pensate, accade in un paese che è visto come “freddo e distante”. Forse, pensando a questo, dovremmo capire che freddo e distante non è, anzi. E’ un paese che dà la giusta importanza sia alla storia, sia alla tradizione che ai sentimenti.
Cominciamo a guardare tutti i modi di dimostrare amore in giapponese, analizziamoli uno ad uno.
1. Suki - "Mi piaci"
Questo è il modo più usato e più famoso, perchè si trova in molti testi dell’animazione giapponese. Lo analizziamo per primo anche perchè è il meno “profondo”, infatti più che amore, può significare anche “mi piace”. Puoi tranquillamente dire "Ramen ga suki desu" che nessuno ti vedrà come un pazzo innamorato di un piatto di ramen, bensì tutti capiranno che a te piace il ramen. Così si può usare suki per esprimere appunto un apprezzamento per un cantante o un attore.
Proprio per questo, suki può creare della confusione. Se sentiamo questa parola, si potrebbe incorrere nella domanda se piacciamo per davvero come persona o semplicemente come un piatto di ramen, appunto. E’ un significato molto flessibile, per niente sicuro, nonostante tutto viene utilizzato all’inizio di ogni storia d’amore. Quando vuoi dichiararti a qualcuno, puoi usare suki desu per farlo. Molto importante a quel punto, sarà il MODO in cui lo fai, devi fare in modo di far capire all'altra persona che hai intenzioni serie e non sei solamente un piatto di ramen. Ci vuole convinzione nella voce, non è un semplice “mi piace”. Con una grande convinzione, allora avrà la colorazione giusta dell’innamoramento.
2. Koi - I love you
Non stiamo parlando della carpa, ma del secondo modo che i giapponesi usano per parlare d’amore. Qui siamo nel campo dell’ “amore romantico”. Koi è l’'emozione giovane e passionale, ma viene raramente usato per dire “ti amo”. Possiamo forse avvicinarlo ad "I love you" degli americani, che può voler dire sia ti amo che ti voglio bene. Tuttavia, Il verbo koi suru è più vicino a "essere innamorato" o "essere romanticamente coinvolto". Infatti, la parola Koi viene usata per Koibito che significa amante.
3. Ai - Ti amo
Ed eccoci arrivati al più famoso, il termine più usato per la parola Amore.
Ai è un sostantivo che significa "amore", ma può essere usato per qualcosa di più del semplice affetto romantico. Ai o la variante aijo, vengono usate anche per parlare dei concetti di amore verso la famiglia, per un amore platonico oppure per tutta l'umanità. Usato come verbo, diventa ai suru.
Allora perchè usiamo suki desu per confessare il nostro amore? Semplicemente perchè ai è un sentimento molto più serio ed impegnato. Ai suru sarebbe un po’ … spaventoso, soprattutto per una storia appena iniziata. Bisogna andare per gradi e Suki desu è ciò che ci permette di farlo. Sarebbe meglio anche cambiare il verbo suru in shiteiru. Dicendo al tuo partner ai shiteiru, dimostri un amore continuo, non semplicemente una cotta iniziale. Per quanto mi riguarda è il termine che mi piace di più, anche perchè il primo che io abbia mai sentito.
Cosa ci fa capire tutto questo? Che il giapponese è una lingua molto romantica nonostante quello che si senta in giro. I giapponesi sono freddi? Tutta impressione. I giapponesi sanno dare il giusto significato e la giusta profondità a qualsiasi cosa, anche ad ogni tipo di amore. Che termine usereste voi per il vostri amore?
I pattern giapponesi
I giapponesi sono famosi per il loro stile e i pattern legati alle stoffe dei kimono, fazzoletti da tasca e altri oggetti hanno fatto storia e rimangono uno dei simboli del Sol Levante. Oggi condividiamo con voi alcuni dei pattern più famosi e cercheremo di analizzarli insieme.
Pattern tradizionali giapponesi, quali sono e cosa significano
Autore: Erika | Fonte: Nippon.com
La tradizione giapponese vuole che i kimono ma anche gli asciugamanti tenugui e altri piccoli oggetti giapponesi siano decorati con delle stoffe ben precise. Infatti spesso troviamo delle decorazioni ben precise su questo tipo di tessuti. Ogni decoro e ogni pattern ha un nome ben preciso e un'origine ben definita che rivela significati nascosti con degli scopi ben precisi. Ecco un breve elenco dei modelli più tradizionali.
Pattern: Uroko (Scaglie)
Creato attraverso la combinazione di triangoli, questo tessuto somiglia alle squame di serpente o pesce. Nella tradizione, i samurai indossavano abiti con questo pattern come talismano protettivo contro il male.
Kōjitsunagi (Personaggi Kō intrecciati)
Come spesso troviamo anche nella cultura occidentale, le decorazioni di molti tessuti corrispondono ad un preciso carattere ripetuto in modo grafico. Infatti, questo modelle prende proprio il nome dall'uso del carattere 工 (kō), ripetuto ad incastro in modo che i caratteri sembrano allungarsi all'infinito. Questo tipo di pattern è associato alla fortuna ed è un disegno tipico utilizzato nei materiali per creare i kimono.
Pattern: Asanoha (Foglie di canapa)
Letteralmente chiamato Foglie di Canapa, questo pattern giapponese ha una forte vitalità proprio come la fibra omonima. La canapa è una pianta che cresce vigorosa senza bisogno di molte cure. Infatti, questo è il focus del modello che spesso è utilizzato nella creazione di kimono per bambini e neonati proprio nella speranza che anche loro crescano gradi e forti.
Yabane / Yagasuri (Piume di freccia)
Questo pattern giapponese si basa sullo stilizzare le piume di falco, aquila e altri volatili utilizzati nella fabbricazione di frecce. Dietro a questo tipo di stoffa, come sempre, troviamo un profondo simbolismo. Infatti con il puntamento al bersaglio, le frecce sono state a lungo utilizzate come motivo di buon auspicio. Tuttavia, una volta scattate le frecce non ritornano, e, proprio per questo motivo, nel periodo Edo, alle spose venivano regalati kimono con questo disegno come porta fortuna. Infatti, questo pattern era una sorta di portafortuna per assicurarsi che le mogli novelle non dovessero tornare nella loro casa di famiglia.
Inoltre, alla fine degli anni Settanta, questo pattern divenne famoso grazie a Benio, protagonista di Haikara-san, un manga per adolescenti. Infatti, lei indossava questo tipo di Kimono a scuola e questo portò all'abbinamento con l'hakama bordeaux, un tipo di gonna divisa. Questo portò gli adolescenti a rendere questo pattern giapponese una combinazione popolare alle cerimonie di laurea.
Pattern: Same Komon (pelle di squalo)
Grazie agli archi sovrapposti in piccoli punti, questo pattern giapponese richiama proprio la pelle di squalo e da qui prende il suo nome. Nella tradizione lo troviamo spesso utilizzato dalla famiglia Kishū Tokugawa, alla quale apparteneva lo Shōgun Tokugawa Yoshimune (1684-1751).
Seigaiha (Onde dell'Oceano Blu)
Uno dei nostri preferiti, questo modello ricorda le onde a ventaglio del mare aperto. Il nome deriva proprio dall'antica danza di corte gagaku chiamata appunto Seigaiha. Durante queste performance antiche, i ballerini indossavano costumi proprio con questo motivo.
Shippō (Sette tesori)
Con cerchi che si sovrappongono in quarti somigliando a petali, il loro centro forma una stella splendente. A questo pattern viene conferito il significato di buon auspicio per la prosperità dei discendenti, le buone relazioni e per portare armonia nelle vostre vite.
Pattern: Kikkō (Tartaruga)
Un altro pattern che porta buon auspicio, questo disegno deriva dalla formadel guscio della tartaruga (esagono) ed è da qui che prende proprio il nome. Questo non solo rappresenta fortuna ma anche longevità. A seconda di come viene composto, gli esagoni formano diverse varianti per questo tipo di disegno, fra cui il Kikkō hanabishi e il Bishamon kikkō. Nel primo, il centro degli esagoni forma dei fiori, mentre il secondo si forma unendo tre esagoni.
Ichimatsu (a scacchiera)
Con diversi quadrati colorati disposti in modo alternato, questo pattern è molto simile al ginkgoam. Tessuto comune sin dall'antichità, questo disegno è diventato famoso come Ichimatsu nel XVIII secolo grazie all'attore kabuki Sanogawa Ichimatsu. Infatti, l'artista amava usare questa stoffa sul suo costume hakama. Oggi lo troviamo nei loghi ufficiali dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Tokyo 2020.
Tachiwaki / Tatewaki (vapore ascendente)
Con due linee curve che rappresentano il vapore che sale in modo stilizzato, questo patter era spesso usato nei kimono per le persone nobili e di alto rango nel periodo Heian. Il modo in cui queste linee curve si formano, serve a creare delle variazioni chiamate Kumo tatewaku (nuvola) e Sasa tatewaku (bambù).
Karakusa (impianto a spirale)
Introdotto in Giappone con l'arrivo della Via della Seta, le viti e spirali che si estendono in tutte le direzioni simboleggiano longevità e prosperità. Tuttavia, questo pattern è diventato famoso come modello di stoffa per furoshiki che i ladri usavano per portare via la merce rubata. Questo ci suggerisce che questo modello era così popolare perchè in ogni casa si poteva appunto trovare un furoshiki con questo disegno.
Kanoko (Cerbiatto)
Rassomigliante il dorso maculato di un cerbiatto, questo pattern viene creato a mano con una tecnica di tintura particolare. Tuttavia, il processo laborioso lo fa diventare un tessuto molto ricercato, infatti i kimono con un motivo kanoko all-over sono considerati oggetti di grande lusso.
Hishi (Diamante)
Modello dalle forme geometriche, questo pattern si crea quando due linee parallele si intersecano. Spesso lo troviamo sulle ceramiche dell'antico periodo Jōmon. Inoltre, troviamo questo pattern in diverse varianti che includono il Waribischi, quattro diamanti combinati a formare un unico diamante, e Hanabischi, dove i petali dei fiori sono modellati in diamanti.
Mameshibori (Mame Tie-dye)
Questo patter era il modello più frequente sugli asciugamani da bagno nel periodo Edo. Il nome deriva infatti da un gioco di parole che significa sia piselli o fagioli, sia robusto e sano. Questo disegno rappresenta infatti la speranza di rimanere in buona salute e la maggior parte dei modelli del tempo sono creati con tecniche di tintura a stencil o stampa. Tuttavia, con il nome di shibori, possiamo capire che originariamente il disegno era fatto a mano con una tecnica di tintura particolare. Infatti notiamo che in antichità, queste forme erano molto più irregolari rispetto alle stampe di oggi.
Cose da fare in quarantena: Costruire Akihabara in miniatura
Costruire Akihabara in miniatura a casa vostra
scritto da: Erika | fonte: TimeOut Tokyo
Anche se qui in Italia le cose stanno cominciando ad andare meglio, continuamo la nostra rubrica sulle cose da fare in quarantena e oggi spieghiamo come costruire una mini Akihabara.
Una delle mete preferite di tutti gli otaku e i fan del Giappone è Akihabara, storico quartiere dedicato appunto a tutto ciò che è manga, anime e videogiochi. In questo momento delicato, non ci è ancora consentito viaggiare. Tuttavia non serve prendere l'aereo per conoscere nuovi luoghi e visitare quelli che abbiamo già visto. Infatti oggi condividiamo con voi la possibilità di ricreare Akihabara in miniatura direttamente da casa vostra!
Ad Akihabara ci sono non solo tanti luoghi dedicati a quel mondo che noi definiremmo nerd, ma ci sono anche tantissimi club e negozi dedicati a vari hobby. Uno di questi è Mansei Club, un angolo che offre una varietà di giochi divertenti, istruzioni per origami e modelli di carta il tutto gratuitamente.
Se siete ancora bloccati a casa e non sapete cosa fare, potete ora infatti ricreare l'iconico quartiere di Tokyo con questi modelli di carta dettagliati. Infatti, le strade di Akihabara sono riportate tutte in queste riproduzioni in scala dettagliate. Creare questo modellino è semplicissimo, basterà seguire le istruzioni elencate in questi PDF disponibili gratuitamente per il download. Infatti, queste riproduzioni mostrano perfettamente gli edifici di Akihabara e anche dove questi edifici vanno posizionati. Nonostante le istruzioni siano in giapponese, è in realtà molto semplice seguirle anche grazie alle varie illustrazioni.
Tuttavia, se costruire un'intero quartiere sembra troppo complicato per voi, non vi preoccuate ci sono molte altre possibilità. Infatti, Niku no Mansei offre più di 50 modelli di carta che potete scaricare gratuitamente. Dal design che varia dalle riproduzioni di famosi Samurai sino ad arrivare a modelli di riproduzioni dei più famosi cibi giapponesi. Insomma, qui troviamo la possibilità di accontentare ogni gusto e ogni tipo di hobby! Non vi rimane altro che scegliere il vostro modellino, scaricarlo e mettervi all'opera! Siamo curiosi di vedere i risultati!
Cose da fare in quarantena: Imparare la cucina giapponese
Imparare la cucina giapponese con 5 YouTuber
scritto da: Erika | fonte: TokyoWeekender
Continuiamo la nostra rubrica sulle cose da fare in quarantena e oggi vi parliamo di come poter imparare la cucina giapponese con l'aiuto di 5 YouTuber.
In questi giorni di lockdown, ci stiamo tutti cimentando in nuove ricette e sperimentando nuove combinazioni di sapori. Ecco quindi 5 YouTuber da seguire per poter imparare la cucina giapponese e cimentarvi in qualche piatto!
Tasty Japan
Loro sono i nostri preferiti. Un sacco di ricette semplici da seguire, con tutti gli ingredienti facilmente recuperabili in qualsiasi parte del mondo voi viviate. Dai dolci ai primi piatti, dalle quiche alle seconde portate. Autentico e divertente, Tasty Japan coinvolge lo spettatore con video didattici e tanti ospiti. Quasi tutti i video hanno i sottotitoli in inglese e tutti i presentatori sono molto divertenti e pieni di energia, rendendo anche i piatti più complicati semplici da fare. Video che rientrano della categoria #foodporn per eccellenza, assicuratevi di essere a stomaco pieno quando proverete a cucinare queste delizie.
Ochikeron
Madre di due figlio, la protagonista del canale Ochikeron crea piatti per far cucinare insieme la famiglia. Infatti, i piatti più semplici presenti sul canale possono essere cucinati insieme anche ai più piccolini. Tuttavia, i piatti più complicati che richiedono più tempo ed energia sono disponibili per tutti coloro impavidi abbastanza da provare tutte queste nuove ricette. Tutto questo rende questo canale un mondo unico per tutti quei progetti di cucina da creare insieme. Inoltre, se siete stufi delle solite cene, questo è il posto giusto per trovare nuove idee.
Japanese Cooking 101
Con un'enorme selezione di video, Japanese Cooking 101 non solo offre piatti giapponesi facili da realizzare, ma si possono trovare anche lavorazioni più complicate. Dal Karaage fino al riso fritto al chanko nabe, un piatto in stile hot-pot perfetto per l'inverno, questo canale youtube è un vero e proprio catalogo di cucina giapponese. Infatti, possiamo trovare un sacco di ricette da poter sperimentare e ciascun video mostra un elenco completo degli ingredienti assieme alle istruzioni su come creare il piatto. Nonostante altri canali abbiano un po' di intrattenimento, Japanese Cooking 101 ha un approccio più didattico e asciutto, ma facilissimo da seguire.
Diaries of a Master Sushi Chef
Se invece come tanti occidentali amate il sushi, il canale di Hiroyuki Terada fa per voi! I diari di questo maestro e sushi chef vi insegneranno come destreggiarvi fra coltelli, filettature e molto altro. Infatti, su questo canale potrete trovare i metodi per creare del buonissimo sushi ma anche piatti come pollo teriyaki e tante altre delizie in stile izakaya. Con collaborazioni del calibro anche di Chef Ramsey, questo è il canale per tutti coloro che vogliono cimentarsi seriamente nell'apprendimento dell'arte del sushi.
Aki’s Japanese Recipes for Vegans
Ristorante vegani e vegetariani sono difficili da trovare a Tokyo, questo ha portato alla nascita di vari canali YouTube fra cui quello di Aki. Infatti, su questo canale potete trovare le migliori ricette per tutti quelli che amano una cucina non convenzionale. Una vera e propria esperienza sensoriale in HD per un canale accessibile e con le istruzione scritte in giapponese e inglese. Inoltre, Aki, il protagonista del canale, si prende sempre il tempo per spiegare al meglio le sue ricette e far si che i piatti abbiano sempre un bell'aspetto.
Cose da fare in quarantena: I migliori podcast sul Giappone
I migliori podcast Sul Giappone
scritto da: Erika | fonte: TimeOut Tokyo
Continuiamo la nostra rubrica sulle cose da fare in quarantena e oggi vi parliamo di alcuni podcast dedicati al Giappone.
L'emergenza COVID-19 ha prateicamente reso impossibile programmare viaggi per almeno un altro anno. Tuttavia, per tutti gli appassionati della cultura giapponese, oggi condividiamo con voi un modo facile e divertente per apprendere di più su questo argomento. Infatti, ci sono diversi podcast che possono riempire questo vuoto aiutandovi a scoprire le mille sfaccettature del Giappone. Infatti, tramite questi audio, sarà possibile scoprire i mille aspetti e sfaccettature più nascosti del Sol Levante senza dover affrontare voli e treni affollati.
Per esempio, siete a conoscenza del perchè i fiori giglio ragno si trovino vicino ai cimiteri e alle risaie giapponesi? Sapete chi erano le donne pioniere del Sol Levante? Questi podcast non solo approfondiscono il cibo, la storia e le leggende di questo paese, ma risponderanno anche alle domande che non sapevate nemmeno di avere. Quindi, in questo momento dove non ci è possibile nè uscire nè viaggiare, lasciate che questi podcast vi portino in un viaggio di qualche minuto attraverso il Giappone.
Japan Eats - Imparare a conoscere la cucina Giapponese
Japan Eats è un podcast di una radio storica con base a Brooklyn incentrato sul cibo. Presentato da Akiko Katayama, giornalista di cucina giapponese e direttrice della New York Japanese Culinary Academy. Qui si parla di tutto, dalle varie mode delal cucina giapponese, ai drinks e molto altro ancora. In uno degli episodi recenti, Akiko si è concentrata persino su come vivere una vita vegetariana in Giappone, l'arte degli Yakitori e molto altro. Il podcast ha già più di 180 episodi con una nuova puntata ogni setimana.
Uncanny Japan - Tutte le leggende giapponesi in un podcast
Theresa Matsuura, autrice americana che ha vissuto metà della sua vita in un villaggio di pescatori in Giappone, presenta Uncanny Japan. In questo podcast, Matsuura parla di quelle parti della cultura giapponese che spesso sono invisibili o non accessibili a chi non parla la lingua. Allo stesso tempo, offre un approfondimento sui costumi locali, le leggende, il folklore e le superstizioni del Sol Levante. Pronti ad immergervi nelle fantasiose e a volte anche spaventose fiabe giapponesi?
History of Japan - Imparare la storia Giapponese
Isaac Meyer, insegnante con dottorato di ricerca specializzato nel Giappone moderno, non lascia niente di nascosto in questo podcast storico. Dal Giappone antico a quello moderno, passando per poeti, scandali politici, boom economici, samurai, geisha e molto altro. Infatti, questo podcast è uno sguardo approfondito attraverso la storia del Sol levante in ogni episodio. Informativo ma anche affascinante da ascoltare, History of Japan ha più di 300 episodi che possono tenervi compagnia in questo periodo di lockdown.
Voices in Japan - La vita in Giappone
Ben e Burke, espatriati in Giappone che vivono ad Hokkaido, condividono la loro esperienza di vita nella terra del Sol Levante. Il podcast Voices in Japan parla della loro vita dal lavoro allo studio della lingua Giapponese, all'imparare le usanze della nazione e molto altro. Gli episodi settimanali includono argomenti generali legati al vivere in Giappone come ad esempio uno sguardo al sistema sanitario giapponese. Inoltre, si parla anche dell'amore per la tecnologia, il Sumo e i potenziali benefici della dieta giapponese. Che voi viviate in Giappone o che vogliate solo ascoltare di più riguardo alle esperienze di vita, questo podcast è già che fa per voi.
Sake on Air - Tutto sul mondo del Sake
Per tutto gli appassionati di Sake e shochu, Sake on Air è il podcast fatto per voi. Gli esperti di questa famosa bevanda giapponese condividono le loro conoscenze in ogni episodio, invitandoci a questa cena virtuale. Infatti, in ogni puntata troviamo un diverso argomento come le nuove mode per la manifattura, storie dai produttori ma non solo. Possiamo anche imparare a conoscere i vari aromi, la differenza fra il riso utilizzato e come abbinare i vari gusti di Sake al cibo. Quindi, se anche voi siete curiosi, armatevi di un bicchiere di vino o del vostro sake preferito e mettetevi all'ascolto!